MOCENIGO, Pietro
MOCENIGO, Pietro. – Nacque a Venezia verso il 1325 da Giovanni di Pietro, della parrocchia di S. Vidal. Intorno al 1340-45 sposò una certa Elena, con cui ebbe Maddalena e quattro maschi, fra i quali il futuro doge Tommaso.
La prima notizia certa sulla sua carriera politica è l’elezione a sopracomito di galera (11 genn. 1353); il 21 apr. 1353 fu nominato fra i Cinque savi alla Pace, ma pochi giorni dopo venne spedito come provveditore a Barcellona, dove Zaccaria Contarini stava trattando con il re Pietro IV d’Aragona un’alleanza in funzione antigenovese.
Era in corso la cosiddetta guerra degli stretti, e il 4 nov. 1354 i Genovesi inflissero una pesante sconfitta ai Veneziani presso Portolongo, nel Peloponneso; a detta di Priuli, il M. fu uno dei sei che armarono allora una galera a proprie spese e la guidarono in appoggio al comandante dell’armata, Nicolò Pisani.
Conclusa con Genova la pace di Milano (1° giugno 1355), per Venezia si riaprì il contenzioso con il re d’Ungheria, Luigi I; in palio c’era la Dalmazia e il M. ebbe nel 1357 il comando di una galera. La guerra si decise sul fronte terrestre, nel Trevigiano e in Friuli, con esito sfavorevole ai Veneziani, che dovettero rinunciare alla costa orientale dell’Adriatico.
Capitano del convoglio di Fiandra nel 1358, due anni dopo il M. fu inviato ambasciatore presso il sultano ottomano, Muràd I; dopo la conquista di Gallipoli, i Turchi stavano rapidamente espandendosi nei Balcani, pertanto Venezia doveva cercare un accordo, onde non trovarsi esclusa dal commercio con il Mar Nero.
Il 16 luglio 1361 il M. fu tra gli elettori del doge Lorenzo Celsi e a fine anno gli venne conferito l’incarico di congratularsi per l’elezione al cardinalato del patriarca di Grado, Fortanerio Vallens; senonché costui morì di peste a Padova all’inizio del 1362, prima ancora che il M. effettuasse la missione. Dopo oltre un anno di latitanza dalla politica, il 1° maggio 1363 il M. fu eletto giudice del Mobile, ma non portò a termine il mandato, dal momento che il 30 settembre risulta console a Trani, dove ratificò la composizione di una complessa vertenza fra la Corona angioina e i mercanti veneziani. Rimpatriato, il 25 febbr. 1365 fu eletto duca di Candia.
Nonostante la dura repressione attuata qualche mese prima, l’isola si era nuovamente ribellata e i feudatari greco-veneti avevano ripreso il controllo delle campagne. Il 25 marzo le truppe veneziane erano a Creta, ma solo l’arrivo di nuovi rinforzi permise al M., e ai provveditori che l’affiancavano, di domare l’insurrezione (presa di Anopoli, 12 apr. 1366). Dopo di che il M. si trattenne alcuni mesi a Candia per procedere al necessario riassetto amministrativo e militare dell’isola.
Nel 1367 fu capitano in Golfo, quindi (1370) provveditore in Istria, mentre era in corso la guerra con i duchi d’Austria per il possesso di Trieste; il 12 ag. 1371 lo troviamo tra i deputati alla costruzione di un castello sul litorale, da affiancare a quello di S. Giusto.
Poco dopo scoppiava un nuovo conflitto tra Venezia e Padova, appoggiata da Luigi d’Ungheria; nel settembre 1372 fu affidata al M. la difesa di Treviso, unitamente ai colleghi Giovanni Gradenigo e Andrea Zeno. Le operazioni militari si conclusero nel luglio 1373 e negli anni che seguirono il M. fu presente in varie commissioni, chiamate a decidere la condotta del Comune in un contesto politico segnato da tensioni e incessanti conflitti.
Nel 1377, in seguito all’acquisto dell’isoletta di Tenedo, presso i Dardanelli, il M. fu inviato alla difesa della piazzaforte, minacciata dai Genovesi; dopo di che portò la squadra a Creta (11 sett. 1377), donde rimpatriò il 26 febbr. 1378.
Era ormai nell’aria la quarta guerra veneto-genovese, la cosiddetta guerra di Chioggia; il contributo del M. non si limitò alla partecipazione a diverse commissioni di savi chiamati a precisare le direttive della politica, ma il 13 sett. 1379, con i Genovesi saldamente insediati a due ore di voga da piazza S. Marco, come consigliere ducale seppe spronare alla riscossa il popolo. In seguito venne destinato alla difesa del Lido, donde, armata una galera a proprie spese (l’estimo del 1379 lo dimostra ricco), la notte fra il 21 e il 22 dicembre fu con il doge Andrea Contarini all’assedio di Chioggia. Qui lo troviamo ancora il 20 giugno 1380, testimone, come consigliere ducale, dell’accordo stipulato fra gli ausiliari inglesi e italiani che a Pellestrina erano giunti allo scontro. Al termine del conflitto, il M. venne eletto per la seconda volta duca a Candia, che governò dal 1381 al 1383. Nell’ottobre di quest’ultimo anno entrò a far parte del consiglio dei Dieci, quindi il 28 febbr. 1384 fu eletto podestà a Chioggia, ma non portò a termine il mandato, essendo stato nominato procuratore di S. Marco de citra il 19 settembre.
In tale veste fece parte della delegazione che nel 1385 si recò a Genova dal papa Urbano VI, avversato dal re di Napoli Carlo III d’Angiò Durazzo; fu l’ultima volta che lasciò Venezia: da allora infatti compare solo quale rappresentante del doge in atti diplomatici stipulati a palazzo ducale, come l’accordo per trasportare nel Peloponneso Amedeo di Savoia con trecento cavalieri (26 sett. 1390).
Savio del Consiglio nel 1394, morì a Venezia il 28 nov. 1396 e fu sepolto nella chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo.
Nel testamento, redatto l’8 marzo, affidava le sue esequie ai figli, con parole di grande umanità: «Poiché de loro o quela speranza che die aver pare de tal fioli, [li prego] de tratarmi in morte chome o tratado loro in vita».
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Misc. codd., I, St. veneta 20: M. Barbaro - A.M. Tasca, Arbori de’ patritii veneti, V, pp. 179, 186; Segretario alle voci, Misti, regg. 1, cc. 45r, 58v, 66v; 2, cc. 7r, 19r, 21r, 33v, 37r; 3, cc. 6v, 22v, 34r, 35v-36r, 38r, 41v, 46v; Cancelleria inferiore, Notai diversi, b. 92.2.53 (testamento); Venezia, Biblioteca del Civico Museo Correr, Codd. Cicogna, 3782: G. Priuli, Pretiosi frutti …, II, cc. 223v-224r; R. de Caresinis, Chronica, in Rer. Ital. Script., 2ª ed., XII, 2, a cura di E. Pastorello, pp. 16, 25, 39, 49; G.M. Thomas, Pacta inter Venetos et Robertum …, in Archivio veneto, XVI (1878), 1, pp. 312-318; I libri commemoriali della Repubblica di Venezia. Regesti, a cura di R. Predelli, III, Venezia 1883, pp. 19, 98, 142, 144, 209, 388; D. Chinazzo, Cronica de la guerra da Veniciani a Zenovesi, a cura di V. Lazzarini, Venezia 1958, pp. 20, 23; M. Sabellico, Historiae rerum Venetarum, in Degl’istorici delle cose veneziane …, I, Venezia 1718, pp. 341-343; S. Romanin, Storia documentata di Venezia, III, Venezia 1855, pp. 226, 257; F. Nani Mocenigo, Memorie veneziane. Delle ribellioni di Candia, I, Venezia 1906, pp. 157 s.; F.C. Hodgson, Venice in the thirteenth and fourteenth centuries, London 1910, p. 513; B. Betto, Linee di politica matrimoniale nella nobiltà veneziana fino al XV secolo. Alcune note genealogiche e l’esempio della famiglia Mocenigo, in Archivio storico italiano, CXXXIX (1981), p. 41; P. Litta, Famiglie celebri italiane, s.v. Mocenigo, tav. II.