MANTEGAZZA (de Mantegatiis), Pietro Martire
Nacque a Milano negli ultimi decenni del Quattrocento da Filippo e da Giovannina da Gaiate. Dal padre ereditò il soprannome di Cassano (Casano, da Cassano), che impiegò nelle sottoscrizioni di libri da lui stampati, da solo o con i fratelli. Di costoro si conosce solo un Battista, che sottoscrisse almeno un colophon insieme con il M.; una sorella, Elisabetta, era ancora minorenne alla morte del padre (1505). Non è noto, invece, il grado di parentela con Francesco Mantegazza, operaio alle dipendenze dei tipografi Giovanni Giacomo e Giovanni Maria Ferrari di Milano.
Francesco collaborò alla stampa del Fundationis hospitalis magni Mediolani… opus di G.G. Ghilini (consigliere di Ludovico il Moro), che uscì, a spese dell'ospedale Maggiore di Milano, dai torchi del tipografo G.G. Ferrari il 4 nov. 1508. Il Ghilini fu anche committente e finanziatore di altre opere di non certa identificazione, nella stampa delle quali Francesco fu in qualche modo coinvolto (Ganda, pp. 29, 97).
La natura dei rapporti di lavoro tra il M. e il padre non è ben definita. Si può soltanto ipotizzare che Filippo dopo il 25 nov. 1497, data della sua ultima edizione milanese (Diogene Laerzio, Vitae et sententiae philosophorum), lasciasse al figlio i torchi dell'officina per trasferirsi a Pavia, dove lavorò in qualità di libraio, editore, nonché bidello dell'Università.
La prima edizione sottoscritta dal M. risale al 18 marzo 1499: gli Officia partis Hebdomadae sanctae secundum Breviarium Ambrosianum. Il M. abitava presso porta Ticinese, nella parrocchia di S. Michele alla Chiusa. Svolse con assoluta prevalenza attività di tipografo; solo in pochissime occasioni del tutto particolari fu editore. Suo compositore fu un certo G.G. Bellone, come emerge dal colophon del Divi Dionysii Areopagitae vita di G.B. Spagnoli (5 dic. 1506): "Litteris aeneis per Io. Iacobum Bellonum diligentissime ac emendatissime compacta". Da solo o in società con i fratelli, il M. operò al servizio delle più celebri imprese editoriali, in particolare con Giovanni da Legnano e successori, Niccolò Gorgonzola e Gottardo Da Ponte. Ebbe anche rapporti, ma meno strutturati e continuativi, con alcuni editori minori, come R. Peregallo (25 marzo 1501), il sacerdote e umanista F. Tanzi Cornigero (in società con G. Brembo 5 dic. 1506 e da solo quattro edizioni nel 1507), Domenico Della Piazza (25 ag. 1510). Prima in ordine di tempo, in continuità con l'operato del padre, e più duratura e produttiva fu la collaborazione con gli editori da Legnano. Tra il 31 luglio 1499 e il 26 giugno 1502 Giovanni da Legnano finanziò almeno cinque edizioni del Mantegazza. Gli eredi di Giovanni (Giovanni Giacomo, Bernardino e Giovanni Antonio) a loro volta finanziarono una ventina di edizioni tra il 1502 (anno della morte di Giovanni) e il 1509 (anno in cui il M. sarà costretto a firmare un contratto esclusivo con Gottardo Da Ponte). Tra il 10 marzo 1503 e il 10 apr. 1505 il M. produsse almeno dodici edizioni per Da Ponte, che in quel triennio si servì esclusivamente di lui, come risulta esplicitamente dalle sottoscrizioni e implicitamente dall'analisi bibliologica degli esemplari.
Soltanto dalla fine del 1505 i colophon testimoniano la società del M. con i fratelli. La prima edizione fu probabilmente la Copia de una littera del re di Portogallo mandata al re de Castella del viaggio et sucesso de India, edita dai fratelli da Legnano (17 dic. 1505). La società sembra attiva almeno fino al 5 marzo 1508, data della pubblicazione de Lo inamoramento de Lucrecia et Eurialo di Enea Silvio Piccolomini nel volgarizzamento in versi di Giovanni Paolo Verniglione. Tra il marzo 1507 e il maggio 1508 si concretizzò la collaborazione con il Gorgonzola, il quale finanziò almeno quattro edizioni. Il 25 ag. 1508 il M. risulta tra i testimoni chiamati dal Gorgonzola nella causa contro i tipografi Giovanni Giacomo e Giovanni Maria Ferrari, i quali, per soddisfare un debito, si erano impegnati a lavorare in esclusiva per lui per un anno, ma avevano disatteso gli accordi, lavorando per altri finanziatori.
L'impresa tipografica del M. fu tra le più attive a Milano nel primo decennio del Cinquecento. In poco più di dieci anni uscirono dai suoi torchi oltre ottanta edizioni, spesso dotate di pregevoli apparati xilografici. Prevalgono il volgare e gli autori contemporanei o recenti. Si riscontrano romanzi amorosi e cavallereschi (Luigi Pulci, La giostra di Lorenzo de' Medici, 1506; Luca Pulci, Driadeo d'amore, s.d.), opere grammaticali (numerose di A. Mancinelli), poesia (P. Sassi, Disperata, 1503; S. Aquilano, Opere, 1504; I. Sannazaro, Arcadia, 1509), testi di devozione popolare. Poche le edizioni dei classici, di testi giuridici e scientifici.
Pur con qualche incertezza nella datazione, la maggior parte dei lavori del M. vide la luce entro il 1508. L'anno di maggiore produttività sembra il 1507, con oltre dieci edizioni; dal 1509 si assiste, invece, a un drastico calo, dovuto probabilmente a problemi economici. Il 3 sett. 1509 Giovannina da Gaiate, vedova di Filippo Mantegazza, e Gottardo Da Ponte concordarono (Sandal, p. 31) un affitto biennale di parte dei caratteri tipografici e l'impegno del M. a lavorare in esclusiva per Da Ponte. Il patto non fu completamente rispettato, dato che nel periodo di valenza contrattuale alcune edizioni risultano stampate per altri editori: per esempio la Cerva bianca di A. Fregoso, per Domenico Della Piazza (25 ag. 1510).
È dubbia la datazione al 1511 del Doctrinale di Alessandro de Villa Dei con il commento di Giovanni Francesco Boccardo (Pilade Bresciano), segnalata solo dal Panzer: potrebbe essere la stessa opera stampata nel 1506, la cui data "MDVI" potrebbe essere stata erroneamente interpretata "MDXI" (Sandal, p. 32).
Nel 1512, in società con il fratello Battista (il cui nome risulta per la prima volta nel colophon), il M. compare nelle vesti di editore per la ristampa degli Statuta Mediolani, che videro la luce in due parti, il 15 luglio e il 16 settembre, per i torchi di Alessandro Minuziano. Un'iniziativa editoriale di tale importanza sembra contrastare con la notizia del dissesto economico: probabilmente fu finanziata con i proventi della vendita dell'attrezzatura tipografica a Da Ponte, nei confronti del quale, come visto, il M. risultava inadempiente.
Nel colophon della seconda parte degli Statuta la sottoscrizione dei fratelli è accompagnata dal complemento "de Bugatis". L'indicazione, nonostante resti enigmatica, ha consentito di congetturare il 14 giugno 1522 come data della morte del M., avvenuta verosimilmente a Milano.
In un registro dei morti di Milano dal 1452 al 1552 (cfr. Motta) è infatti segnalata a quella data la morte di tale Pietro Martire de' Bagatti "cartarius", identificato da Sandal con il Mantegazza. La qualifica di cartaio si potrebbe spiegare facendo riferimento all'attività esercitata dal padre, oppure all'appartenenza di tipografi, librai e cartai alla medesima corporazione, viva a Milano fino al 1589, data della separazione delle professioni. Resta da spiegare l'assenza di notizie sul M. per circa un decennio, dal settembre 1512 alla presunta data di morte, forse da imputare al fallimento imprenditoriale e all'uscita di scena dal panorama tipografico cittadino.
Fonti e Bibl.: G.W. Panzer, Annales typographici ab artis inventae origine ad annum MD (1793-1803), Hildesheim 1963, VII, n. 390; E. Motta, Morti in Milano dal 1452 al 1552, in Arch. stor. lombardo, II (1891), p. 267; G. Sutermeister, Gli editori "Da Legnano" 1470-1525, Varese 1946, ad ind.; A. Einstein - A. Loft, Andrea Antico's "Canzoni Nove" of 1510, in The Musical Quarterly, XXXVII (1951), p. 336; C. Santoro, Tipografi milanesi del secolo XVI, in Amor librorum: bibliographic and other essays. A tribute to Abraham Horodisch…, Amsterdam 1958, pp. 44-46; A.G. Cavagna, Libri e tipografi a Pavia nel Cinquecento. Note per la storia dell'Università e della cultura, Milano 1981, pp. 177, 225; E. Sandal, Editori e tipografi a Milano nel Cinquecento, Baden-Baden 1981, III, pp. 31-46 (annali tipografici del M.); A. Ganda, Niccolò Gorgonzola. Editore e libraio in Milano (1496-1576), Firenze 1988, pp. 28 s., 46, 74, 92, 97; F. Ascarelli - M. Menato, La tipografia del '500 in Italia, Firenze 1989, pp. 146 s., 150; E. Norton, Italian printers (1501-1520). An annotated list with an introduction, London 1958, p. 46; G. Borsa, Clavis typographorum librariorumque Italiae 1465-1600, Aureliae Aquensis 1980, ad ind.; Clavis typographorum librariorumque saeculi sedecimi, Aureliae Aquensis 1992, ad ind.; Short-title catalogue of books printed in Italy and of Italian books printed in other countries from 1465 to 1600…, ad ind.; Censimento nazionale delle edizioni italiane del XVI secolo, in , ad ind. (aggiornato al 1° febbr. 2007).