MINELLI, Pietro Maria
– Figlio di Ludovico e di Lucia Sinni, nacque nel circondario di Bologna il 2 marzo 1637. Fece gli studi musicali sotto la guida di Giovanni Battista Mazzaferrata; fu a sua volta apprezzato didatta ed ebbe tra i propri allievi Giuseppe Maria Righi e Giuseppe Matteo Alberti. La sua carriera di compositore e strumentista si svolse per intero nella città natale e vide intrecciarsi l’attività come maestro di cappella nella chiesa gesuitica di S. Lucia – documentata in misura scarsa – con quella nel Concerto palatino della Signoria di Bologna e nell’Accademia filarmonica; se si esclude un caso di omonimia, tra il 1647 e il 1650 il M. ancora adolescente prestò altresì servizio come strumentista nella cappella musicale di S. Petronio (Gambassi, 1987).
L’11 ag. 1658 il M. fu assunto dagli Anziani, «stante le buone informationi e prove alla loro presenza fatte», quale suonatore di cornetto nel Concerto palatino; in tale occasione egli ottenne il posto del defunto Domenico Manzolo e l’unanimità dei voti gli accordò la preferenza su Pietro Degli Antonii (Id., 1989, p. 249). La corresponsione di 6 lire bolognesi al mese, assegnatagli nei primi anni di servizio, ebbe periodico incremento sino alle oltre 56 lire bimestrali registrate nel 1710 (ibid., pp. 655-671).
Conciliato a fatica con la prassi del cumulo di uffici e dei favori familiari, il servizio del M. nel Concerto palatino non fu esente da provvedimenti disciplinari: per esempio il 10 giugno 1670 fu licenziato con tre colleghi, non essendo intervenuto a suonare in una cerimonia ufficiale nelle stanze del Palazzo comunale e il 12 febbr. 1683 fu sospeso con Antonio Maria Negri «per le ragioni e cause a loro benissimo note», salvo essere tutti reintegrati dopo quattro giorni in entrambe le circostanze (ibid., pp. 263, 284).
Fatto presente «di essere in ettà di settuagenario et havere l’honore di servire […] da 48 anni in qua» e di ritenersi ormai «imperfetto et inhabile al servitio», il 17 apr. 1706 il decano M. vide accolta all’unanimità la richiesta di essere giubilato e di avere per coadiutore il figlio Antonio Felice.
Il M. fu aggregato all’Accademia filarmonica nell’ordine dei compositori il 27 giugno 1684, con 28 voti favorevoli e due contrari. In seguito, l’estrazione a sorte del suo nome gli valse il conferimento del principato accademico per ben quattro volte (negli anni 1695, 1699, 1704 e 1709). Frequenti e rilevanti furono altresì gli uffici accademici da lui esercitati per nomina, ora come censore (negli anni 1689, 1692, 1702 e 1705) ora come consigliere (1696, 1697 e 1700).
Il M. presentò inoltre con assiduità musiche proprie nel corso dell’annuale festa (messa e vespro) nella basilica di S. Giovanni in Monte (Gambassi, 1992, pp. 284-288): il 3 luglio 1685, il 7 luglio 1689, il 4 luglio 1690, il 26 giugno 1694 e il 22 giugno 1700 un Laudate Dominum omnes gentes; il 6 luglio 1691, il 7 luglio 1693 e il 26 giugno 1694 un mottetto per l’elevazione; il 10 luglio 1692 e il 4 luglio 1702 un Domine ad adiuvandum; il 15 giugno 1695, il 9 luglio 1699, il 3 luglio 1704 e l’11 luglio 1709 una coppia di Kyrie e Gloria; il 15 giugno 1695 e il 28 giugno 1697 un Confitebor; il 25 giugno 1696 un Credo; il 25 giugno 1696 e il 3 luglio 1704 un Hymnus sancti Antoni; il 28 giugno 1697, il 17 giugno 1698 e il 3 luglio 1704 un Magnificat; il 17 giugno 1698, il 5 luglio 1707 e il 7 luglio 1711 un Dixit Dominus; il 9 luglio 1699 un Laudate pueri; l’11 luglio 1709 un Beatus vir.
Ricevuto un ultimo onorario il 17 nov. 1711 come musico giubilato del Concerto palatino, il M. morì a Bologna prima del 4 dicembre, data nella quale gli Anziani consoli elessero suo successore il figlio Antonio Felice (Gambassi, 1989, p. 334). Il 26 genn. 1712 l’Accademia filarmonica fece celebrare in S. Giovanni in Monte una messa in suo suffragio (Penna, p. 242).
Nel Museo internazionale e Biblioteca della musica di Bologna si conserva un Cantemus Domino a otto voci in due cori, unica composizione non perduta o dispersa del M. (segnatura AA.354): con scrittura di notevole perizia contrappuntistica, il primo coro canta in tempo di 3/2 «per bemolle», mentre il secondo canta in tempo di 4/4 «per bequadro». Il M. donò il brano all’Accademia filarmonica nel 1709 e dettò al collega Alessandro Scarselli una didascalia. Quest’ultima tratta di una soluzione al quesito posto da un «virtuoso contrapontista forastiero»: poiché la risposta ufficiale era stata data da Giulio Cesare Arresti a nome anche degli altri accademici, il M. pubblicò la propria composizione solo tre lustri più tardi, affinché i colleghi la ricordassero come sua e ne correggessero le mancanze.
Il figlio e allievo del M., Antonio Felice, suonatore di cornetto, trombone, bissone e violone, era stato assunto come musico soprannumerario nel Concerto palatino fin dal 30 ag. 1681, dal 25 ag. 1693 al 4 genn. 1695 vi aveva già tenuto il ruolo musico numerario, dal 1693 stesso era stato aggregato nell’ordine dei suonatori dell’Accademia filarmonica e dal 1701 prestava servizio come suonatore di trombone nella cappella musicale di S. Petronio (Penna, p. 311; Gambassi, 1987, pp. 157-175; Id., 1989, pp. 284, 295-297). Il 5 ott. 1709 il capitolo degli Anziani lo licenziò tuttavia da ogni servizio, ne respinse il ricorso in quanto presentato «con modi poco proprii, con mancanza di rispetto dovuto alla persona dell’Ill.mo Sig.r Confaloniere» e assunse al suo posto Innocenzo Cattoli; una settimana dopo, il capitolo stesso stabilì che l’anziano M. cedesse al nuovo coadiutore «lire tre di quattrini il mese, la metà della ratione del pane e la metà di tutti gl’incerti» (ibid., pp. 328 s.). La rigorosa situazione cessò con l’unanime riammissione di Antonio Felice, prima il 10 sett. 1711 come soprannumerario, quindi il 4 ott. 1711 come coadiutore del padre (ibid., pp. 333 s.).
Fonti e Bibl.: Bologna, Archivio generale arcivescovile, Registri battesimali della cattedrale, reg. 88, c. 246r; Archivio dell’Accademia filarmonica: O. Penna, Cronologia, o sia Istoria generale di questa Accademia … 1736, I, pp. 234-242; O. Gambassi, La cappella musicale di S. Petronio. Maestri, organisti, cantori e strumentisti dal 1436 al 1920, Firenze 1987, pp. 126-128; Id., Il Concerto palatino della Signoria di Bologna. Cinque secoli di vita musicale a corte (1250-1797), Firenze 1989, pp. 249, 256 s., 260, 263 s., 267, 273, 275, 284, 293, 295, 297, 306 s., 314, 318, 321, 324, 327-330, 334, 345, 655-671; L. Callegari Hill, L’Accademia filarmonica di Bologna, 1666-1800: statuti, indici degli aggregati e catalogo degli esperimenti d’esame nell’archivio, con un’introduzione storica, Bologna 1991, pp. 190, 247, 265, 321, 328; O. Gambassi, L’Accademia filarmonica di Bologna. Fondazione, statuti e aggregazioni, Firenze 1992, pp. 284-288, 300, 340 s., 445; M. Vanscheeuwijck, The cappella musicale of S. Petronio in Bologna under Giovanni Paolo Colonna (1674-95), Bruxelles-Roma 2003, p. 155.
F. Lora