BUSENELLO, Pietro Maria
Nato a Venezia negli ultimi anni del secolo XVII da Pietro, cancellier grande della Repubblica, e da Antonia Viscardi, prese l'abito dei chierici regolari teatini nel 1713 dalle mani del celebre padre Gaetano Maria Merati, allora preposito della casa di S. Niccolò da Tolentino. Qui il B. emise anche la solenne professione il 12 marzo 1715. Compiuti gli studi fu impiegato nell'insegnamento nelle scuole della congregazione, ricoprendo successivamente gli uffici di lettore di filosofia a Bologna, di diritto canonico a Milano e di teologia nel convento di S. Andrea della Valle a Roma. Pur non essendosi messo in luce per particolari doti scientifiche, come dimostra anche il fatto che fino ad allora nulla aveva pubblicato, nel 1733 il B. fu chiamato a ricoprire la seconda cattedra di logica presso l'università di Padova, in sostituzione del ben più valido Iacopo Facciolati, che passava alla prima cattedra. Cosicché può essere tranquillamente accettata l'osservazione del Moschini, secondo il quale "l'essere egli figliuolo di Pietro gran cancelliere della Veneta repubblica, e l'avere sortito un'anima buona gli procurò ogni onore fra' suoi, e da' Veneti Aristocratici gli fece quel posto onorevole ottenere". Anzi nel 1739 egli fu trasferito, in sostituzione di Giambattista Bortoli, promosso alla prima cattedra, alla seconda cattedra ordinaria di diritto canonico. Grazie alle amichevoli relazioni che seppe stringere e al prestigio che circondava la sua famiglia ebbe ragguardevoli cariche nel suo Ordine (fu più volte preposito e visitatore della provincia) e fu sindaco e vicerettore dell'università negli anni 1740, 1745, 1748, 1751 e 1754; fu in seguito presidente dei collegi dei Greci e di tutta la nazione oltramontana e per ben tre volte (1759, 1764 e 1773) fu eletto rector iuristarum. Nel 1762, grazie all'amicizia che lo legava a Clemente XIII fin da quando questi era vescovo di Padova e cardinale, ottenne il titolo e i privilegi di ex generale dell'Ordine teatino. Nel 1768 il B. fu trasferito alla terza cattedra di diritto canonico, allora istituita, ma ritornò alla seconda nel 1776, allorché fu eguagliato "primoribus professoribus iure ac titulo". Pochi anni dopo si ammalò gravemente e fu sostituito dal supplente Luigi Allegri. Il B. morì a Padova il 20 sett. 1780.
La vasta produzione accademica del B., lodata più del lecito dai contemporanei, rivela oggi i limiti di una cultura angusta, chiusa anche alla più modesta problematica vivacemente dibattuta negli ambienti ecclesiastici del tempo: manca si può dire in essa anche qualsiasi apertura verso i nuovi metodi eruditi muratoriani che erano già stati ampiamente recepiti dagli studiosi veneti, e padovani in particolare; cosicché nei suoi opuscoli non rimane, accanto ad un abile stile oratorio, che l'eco piuttosto confusa di ricerche condotte a termine prima del B. da altri più profondi studiosi. Non a caso aprono la sua produzione alcune orazioni accademiche d'obbligo: Oratio... habita in Archigymnasio patavino cum primum ad dialecticam publice profitendam accederet (Patavii 1734); Dissertatio de methodo habita in studiorum instauratione (Patavii 1739); Oratio... habita in Archymnasio patavino cum primum a dialectica disciplina ad ius pontificiumpublice interpretandum accederet mense decembri 1739 (Patavii 1739). Particolarmente in quest'ultima si nota la mancanza nel B. di ogni programma dettato da un ampio sostegno culturale, cosicché l'esaltazione di maniera del diritto canonico come principe delle materie di studio si conclude in una violenta requisitoria contro la filosofia - da Platone ad Aristotele a Crisippo e a Pirrone - ritenuta responsabile di aver fornito le basi teoriche a tutti gli eretici e nemici della Chiesa da Origene a Machiavelli. Persino l'equidistanza che il B. dimostra, in campo morale, dal lassismo e dal rigorismo rivela non un'equilibrata sensibilità religiosa ma un agnosticismo derivante da un'indifferente ignoranza della controversia. Dopo aver pubblicato altri opuscoli di scarso valore, come Dissertatio de postremo concilii veronensis canone (Patavii 1745); Dissertatio de potestate conferendi Iubilaeum et poenas superstites remittendi… (Patavii 1751); Dissertatio de ecclesiastica iurisdictione...(Patavii 1757); De summi pontificis eligendi forma,historica dissertatio (Patavii 1759); De rosa aurea epistola... (Patavii, 1759), il B. dette alla luce una dissertazione De Ioanna papissa...(Patavii 1764), che dà la misura esatta della scarsa originalità dei suoi studi non sorretti da adeguate ricerche. Nelle poche pagine egli ignora del tutto il serio saggio del Garampi De summo argenteo Benedicti III pont. max. dissertatio in qua plura ad pontificiam historiam illustrandam,et Ioannae papissae fabulam refellendam proferuntur...(Romae 1749), limitandosi alla confutazione diretta dell'opera pubblicata da Samuel Maresius oltre un secolo prima; una parte del saggio del B. è dedicato ad una ricerca sulle origini della leggenda: ma anche in questo caso egli si rifà alle precedenti argomentazioni del Panvinio, del Baronio e dell'Allacci, mostrando chiaramente l'intenzione di compiere un'esercitazione puramente retorica. Successivamente il B. pubblicò altre operette dello stesso scarso valore: De lapsu Marcellini...(Patavii 1767); De romani pontificis eligendi forma cum additionibus...(Patavii 1774); De anno iubilaei ad Nicolaum Antonium episcopum patavinum (Patavii 1775).
FontieBibl.: Novelle letterarie di Firenze, VI (1745), col. 509; G. Merati, Memorie intorno alla vita e agli scritti del padre D. Gaetano Maria Merati, Venezia 1755, p. 34; I. Facciolati, Fasti Gymnasii Patavini..., Patavii 1757, pp. 90, 204 305; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 4, Brescia 1763, pp. 2452 s.; A. F. Vezzosi, I scrittori de' cherici regolari detti teatini, I, Roma 1780, pp. 169-172; G. Moschini, Della letteratura veneziana del sec. XVIII fino a' nostri giorni, III, Venezia 1806, pp. 236 s.; F. M. Colle, Fasti Gymnasii Patavini iconibus exornati ab anno MDCCLVII usque ad MDCCLXXXVI..., a cura di G. Vedova, Patavii 1841, pp. 5, 13, 19, 36-38; E. A. Cicogna, Saggio di bibliografia veneziana, Venezia 1847, p. 390; H. Hurter, Nomenclator literarius theologiae catholicae, V, Oeniponte 1912, coll. 130-131.