ALBINI, Pietro Luigi
Nato a Vigevano il 15 giugno 1807, si laureò in giurisprudenza a Torino nel 1829. Esercitò l'avvocatura presso il R. Senato di Casale, e sin dal 1830 insegnò materie giuridiche, dapprima come ripetitore privato - nel '31 è nominato dal Magistrato della Riforma sopra gli studi ripetitore di leggi a Vigevano - quindi, dal 1832, come pubblico insegnante, nelle R. Scuole universitarie di Novara. Qui dal 1836 al 1842 insegnò diritto canonico e civile, dal 1842 al 1846 diritto canonico e penale. Fu chiamato a Torino quando nel 1846 venne creata in quell'università la cattedra di "enciclopedia e storia del diritto", di cui egli fu il primo titolare. Nel 1849 l'A. venne nominato alla cattedra di "principi razionali del diritto", mentre in quella di storia gli succedeva G. Buniva. Mantenne questo insegnamento sino alla morte, avvenuta il 18 marzo 1863. A Torino continuò pure a esercitare l'avvocatura. Eletto nel 1848 alla I legislatura del Parlamento subalpino nei collegi di Arona e di Garlasco, optò per quest'ultimo: appartenne al gruppo del Valerio, e il suo nome è legato al progetto della legge promulgata il 16 dic. 1848 per la cessazione dei poteri straordinari concessi al re nell'agosto dello stesso anno.
L'A. aveva dapprima coltivato gli studi giuridici positivi, di cui è frutto, tra gli altri, il lavoro Degli atti nulli o rescindibili in generale (Novara 1844 e Vigevano 1852), ma aveva avvertito sin dall'inizio profonde esigenze di ordine storico e filosofico orientandosi verso la tendenza a studiare ildiritto in funzione della vita storica e sociale. Una prima sistemazione alle sue idee, che derivavano da fonti di-sparate (Vico, Savigny, Romagnosi, Rosmini), fu data nel Saggio analitico sul diritto e sulla istruzione politico-legale (Vigevano 1839), notevole esempio di enciclopedia giuridica diretta a ordinare sistematicamente le diverse parti della giurisprudenza, a rilevarne i nessi, a indicare i metodi di studio. Il Saggio ebbe una grande influenza sugli studi, che sino ad allora si esaurivano in Piemonte nella conoscenza del diritto positivo, e fornì poi il modello del corso di enciclopedia giuridica, introdotto dalla riforma del 1846, per il quale l'A. pubblicò la Enciclopedia del diritto, ossia Introduzione generale alla scienza del diritto (Torino 1846) - sintesi parzialmente rielaborata del Saggio analitico alla quale furono aggiunte, dopo la promulgazione dello Statuto, delle Modificazioni all'Enciclopedia del diritto in conformità al regime costituzionale. Nel 1847-48 videro la luce in Torino gli Elementi della storia del diritto in Italia dalla fondazione di Roma sino ai nostri tempi e nella Monarchia di Savoia in particolare, insufficienti sul piano dell'erudizione, ma che tuttavia rappresentarono uno dei primi seri tentativi di comprendere la storia del diritto nel quadro complesso della vita di un popolo, considerata come espressione morale, politica e sociale a un tempo. Gli Elementi,divisi in tre parti, dedicate rispettivamente alla legislazione romana, dal 753 a.C. al 565 d.C., alla legislazione del Medioevo, dal 566 al 1500, e alla legislazione dell'età moderna, dal 1500 al 1848, ebbero una seconda edizione, stampata a Vigevano nel 1854-1856, dal titolo meglio rispondente di Storia della Legislazione in Italia dalla fondazione di Roma ai nostri tempi, in cui appaiono notevolmente aumentate le parti medievale e moderna, immutata la romana e la recentissima dal 1789 al 1848.
Sotto il profilo filosofico l'A., pur non figurando tra i seguaci diretti del Rosmini, ne subì notevolmente l'influsso negli scritti e nell'insegnamento della nuova disciplina - i "principi razionali del diritto" - che era stata anch'essa introdotta nell'ordinamento universitario dal regolamento innovatore del 1846, col proposito di dare unità, direzione, fondamento al nuovo ordine costituzionale. Diversamente dal suo predecessore, F. Merlo, che si era mosso nell'orbita giobertiana, l'A., sotto l'influenza rosminiana, intendeva il nuovo stato liberale in funzione dell'individuo, poneva l'idea della libertà come ragione e fine ultimo dello stato. Sensibile alle idee giusnaturalistiche e non potendo, per le sue convinzioni religiose, accogliere il razionalismo soggettivo kantiano, egli si volse sempre più apertamente alla dottrina politica e giuridica del Rosmini, di cui accolse esplicitamente, nell'ultima fase della sua attività, il principio supremo del diritto (Del principio supremo del diritto, in Mem. d. R. Accad. delle Scienze di Torino, s. 2, XVIII [1859], pp. 19-56). Tuttavia nell'A. la viva coscienza storica e positiva del diritto - che lo condusse a considerare, nello spirito di antico cultore dell'enciclopedia giuridica, come aspetti di vita distinta e autonoma, gli aspetti storico, positivo, ideale della vita del diritto, non consentendogli di pervenire a quella loro fusione che è meta, spesso astratta, dei filosofi del diritto - impedì che egli venisse annoverato tra i seguaci dichiarati del Rosmini. I principali lavori ifiosofici dell'A. sono: Principi di filosofia del diritto, Vigevano 1857; Delle dottrine filosofiche sul diritto di A. Genovesi, in Mem. d. R. Acc. delle Scienze di Torino, s. 2, XVIII (1859), pp. 185-225; Studi critici intorno alle dottrine giuridiche di Giov. Maria Lampredi e dei principali suoi contemporanei, rimasti incompleti (cfr. Sunti del Gorresio, pp. 82 ss., e 89 ss.), e inoltre Lerioni litografate, pubblicate a Torino negli anni 1860-61, 1861-62.
Membro attivo della Società per la istruzione ed educazione e collaboratore assiduo dell'organo di questa, il Giornale della Società d'istruzione e di educazione, partecipò in posizioni di grandissimo rilievo ai dibattiti sui problemi della scuola e dell'insegnamento universitario, riuscendo tra l'altro a riportare l'insegnamento della filosofia del diritto, che dopo l'introduzione avvenuta nel 1846 era stata nel 1848 staccata dal corso ordinario e collocata al corso completivo, alla dignità d'insegnamento fondamentale, difendendone l'unità e l'autonomia. Socio ordinario dell'Accademia delle scienze di Torino, fu anche membro ordinario del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione.
Bibl.: G. Gorresio, Sunti dei lavori scientifici letti e discussi nella classe di scienze morali, storiche e filologiche della R. Accad. delle Scienze di Torino dal 1859 al 1865, Torino 1868, pp. 179-181; G. B. Finazzi, Notizie biografiche... ad illustrazione della bibliografia novarese pubbl. nell'anno 1886, Novara 1890, pp. 3-4; T. Sarti, Il parlamento subalpino e nazionale, Torino 1890, p. 34; G. Solari, La vita e il pensiero civile di Giuseppe Carie, in Mem. d. R. Accad. delle Scienze di Torino, Classe di scienze morali, stor. e filol., s. 2., LXVI (1928), parte II, pp. 26-29; L. Franchi, Le fonti della legge Casati, in R. Univ. di Torino, Annuario 1927-28, Torino 1928, passim; F. Patetta, Storia del diritto italiano. Introduzione, Torino 1947, pp. 94-95, 171-178, 200; B. Paradisi, Gli studi di storia del diritto italiano, in Cinquant'anni di vita intellettuale italiana, Napoli 1950, II, pp. 354, 456; O. Del Vecchio, Storia della filos. del diritto, Milano 1950, pp. 98, 114.