PIETRO il Fullone
Patriarca d'Antiochia (sec. V). Forse monaco nel convento degli acemeti a Costantinopoli, dal quale sarebbe stato espulso a causa del suo atteggiamento nettamente monofisita, sappiamo di certo che P., prete e direttore del santuario di Santa Bassa a Costantinopoli, ne fu allontanato per la sua opposizione al dogma di Calcedonia. Entrato nelle grazie di Zenone, il futuro imperatore, P. lo seguì ad Antiochia quando questi vi si recò in qualità di magister militiae e riuscì a farsi eleggere patriarca contro il legittimo patriarca Martirio. Per ben tre volte P., allontanato da Antiochia, riuscì, sapientemente manovrando, a riconquistare il patriarcato fino a che, nel 482, vi fu insediato ufficialmente e definitivamente, avendo aderito all'Enoticon di Zenone. P., che morì nel 488, presumibilmente ad Antiochia, è soprattutto noto per le sue innovazioni liturgiche che rivelano chiaramente il tentativo di armonizzare la liturgia alle sue vedute teologiche filomonofisite. Notevole in questo senso la clausola ὁ σταυρωϑείς δί ἡμᾶς da P. inserita nella formula del Trisagion dopo le parole ἅγιος ὁ ϑεός, ἅγιος ἰσχυρός, ἅγιος ἀϑάνατος.
Bibl.: F. Fritz, in Dictionnaire de théologie catholique, XII, coll. 1934-36 con l'indicazione delle fonti.