PIETRO II re di Portogallo
Nato a Lisbona il 26 aprile 1648, ivi morto il 1° dicembre 1706. Successe al fratello Alfonso VI, contribuendo alla sua deposizione. Alfonso VI, debole, squilibrato, ignorante e perverso, dominato da un ministro abile, il conte Castello Melhor, aveva sposato nel 1666 la figlia del duca di Nemours, Maria Francesca di Savoia (Mademoiselle de Aumale), che visse col marito appena un anno. Un giorno abbandonò il palazzo reale e si rifugiò in un convento, dichiarando che voleva ritornare in Francia. Certo è che s'innamorò di P., il quale, d'accordo con lei, messosi a capo d'uno dei due partiti della corte, quello dei nemici del Castello Melhor, il 5 ottobre 1667, fomentava una rivoluzione, imprigionando Alfonso VI nel suo stesso palazzo e obbligandolo a rinunciare ai suoi diritti. Lo fece deportare in seguito nell'isola Terceira, governando come reggente. La regina intentava, frattanto, contro il marito un processo scandaloso di nullità del matrimonio. Ottenuto il divorzio, sposava poco dopo P., reggente. Alfonso VI morì nel 1683, e allora P., che era il naturale erede della corona, salì al trono. Concluse con l'Inghilterra un trattato di commercio e intervenne nella guerra di successione spagnola, dapprima a favore di Filippo V, poi in favore dell'arciduca Carlo, che si recò nel Portogallo per concertare con P. l'invasione della Spagna. Ma la conquista di Madrid da parte dei Portoghesi, al comando del marchese di Minas, non ebbe alcun risultato utile per il Portogallo e neanche per l'arciduca. P. non aveva accompagnato la spedizione; egli non aveva spirito militare, ma era soltanto un politico intrigante. Lo chiamarono il "Pacifico", per avere fatto la pace con la Spagna, epilogo della lunga guerra d'indipendenza (v. lisbona: Il trattato di Lisbona). Ipocrita, vano e sensuale, re P. contribuì alla decadenza del costume morale. Il suo regno fu caratterizzato da disordini e da spiccato spirito d'indisciplina cortigiana.