GUERRI, Pietro
Secondo dei tre figli di Lorenzo e di Caterina Fabiani, nacque il 2 ott. 1865 a Montevarchi in provincia di Arezzo. Ebbe tra i suoi insegnanti presso la scuola tecnica del paese Ferruccio Del Bianco, apprezzato pittore e disegnatore locale; intraprese poi gli studi superiori, iscrivendosi nel 1883 all'Accademia di belle arti di Firenze, dove frequentò i corsi di scultura di Emilio Zocchi e Augusto Rivalta, ottenendo vari premi in questa disciplina. Conclusi i corsi accademici nel 1890, perfezionò il mestiere presso lo studio fiorentino dello scultore Urbano Lucchesi, per poi trasferirsi agli inizi del nuovo secolo nello studio di Raffaello Romanelli. Nel capoluogo toscano il G. ebbe i propri ateliers in via di Barbano e via della Fonderia (abitava in via del Sole, n. 12), legandosi di amicizia con i pittori Felice Carena e Baccio Maria Bacci e, in particolare, con gli scultori Gaetano Trentanove e Cesare Zocchi.
Da questa congerie culturale il G. derivò l'oscillazione continua tra le istanze accademiche veriste e il verbo sintetico di Novecento, mostrandosi ben informato sul simbolismo europeo e sul gusto decorativo, filtrato specie attraverso l'insegnamento di Romanelli, e tuttavia non rinunciando a taluni ritorni di tipo descrittivo.
La produzione plastica del G. non si discosta dai generi tradizionali: monumenti commemorativi, scultura funeraria e religiosa e un nutrito gruppo di ritratti. Opere - in prevalenza destinate alla sua zona d'origine, il Valdarno - compiute quando lo scultore ricoprì un importante ruolo pubblico nel contesto politico e amministrativo locale. Militando nella Sinistra, fu dapprima consigliere comunale e poi, nel 1911, sindaco di Montevarchi fino al 1913 quando riuscì eletto il moderato e clericale Edoardo Frisoni. Il G. tornò in carica nel 1920.
Gli esordi del G. coincisero con il compimento delle molteplici commissioni da parte delle autorità civili e religiose di Montevarchi e dintorni. Tra le opere, tuttora in loco, si segnalano due esempi significativi della plastica celebrativa e religiosa del G. negli ultimi anni del secolo: il busto marmoreo monumentale di Giuseppe Mazzini (1892), ordinato dal comitato dei democratici valdarnesi per il centro di Montevarchi, ancora fedele nei dettagli fisionomici e di costume a modelli di realismo borghese; la statua in "pietra artificiale" di S. Lorenzo (1894), dal volto scarno e fortemente chiaroscurato, inserita armoniosamente nella nicchia del campanile della collegiata.
Tra le occasionali commissioni di carattere religioso, degna di nota, nel 1902, la statua in pietra raffigurante la Concezione, collocata nel piazzale del convento del Sacro Cuore a Firenze: longilinea figura vagamente liberty dall'iconografia incerta.
Dal 1897 ebbe inizio l'elaborazione dei bozzetti per il monumento a Giuseppe Garibaldi in San Giovanni Valdarno, vinto per concorso, fuso dalla fonderia Vignali di Firenze e inaugurato nel 1903 (non più il monumento equestre inizialmente concepito ma il ritratto in piedi a figura intera); nel 1907 arricchì l'obelisco montevarchino (innalzato a Garibaldi nel 1893) con due bassorilievi raffiguranti Garibaldi in piedi e Anitaa cavallo. Ancora Garibaldi è il soggetto del busto di Bibbiena (1909) e del monumento di Anghiari (1914).
Del 1902 è, invece, il monumento a Cavour per il Comune di Figline. Nel 1904 si inaugurò il monumento a Umberto I ad Arezzo (smembrato e conservato nei magazzini comunali): composto dal busto in bronzo del sovrano in alta uniforme e dal basamento di travertino con decorazioni bronzee, stilisticamente incline verso un maggiore pittoricismo, ottenne l'apprezzamento dei contemporanei. Nel 1905 il G. realizzò un altro monumento dedicato a Umberto I per la sua cittadina: se il busto in bronzo è ancora tradizionale, la Pietà e gli episodi storici scolpiti a bassorilievo sul basamento in travertino esprimono uno stile ricco di contenuto simbolico.
Oltre alle commissioni pubbliche e agli impegni politici, il G. espose con regolarità in mostre regionali, nazionali e internazionali. In particolare, dal 1889 cominciò l'assidua partecipazione alle esposizioni della Società delle belle arti di Firenze; e dal 1909, quella alle esposizioni della Promotrice di belle arti di Torino. Nel 1906 fu premiato alla Mostra nazionale di belle arti a Milano (celebrativa dell'inaugurazione del nuovo valico del Sempione) per l'opera in bronzo Lavoro e progresso (nudo maschile appoggiato a un lampione) acquistata in seguito dal re del Siam.
Ai primi anni del nuovo secolo risalgono il bronzo Tempo (ante 1910: un anziano centauro che brandisce una falce) posto nel 1914 sulla sommità della cappella Battagli, oggi Failli, nel cimitero montevarchino e il bronzo Abbondanza (1910-15), presso il palazzo pretorio di Montevarchi, in cui il G. rivela il gusto simbolista ormai acquisito nella sinuosa figura femminile protesa verso l'alto.
Alla fine della Grande Guerra, partecipe degli umori nazionali, il G. realizzò numerose opere commemorative dei caduti per molte piazze della sua provincia (Bucine: 1922; Laterina: 1923; Montegonzi: 1923; Levanella: 1927), oppure dedicate ai martiri come Cesare Battisti (Montevarchi: 1916). Accanto ai lavori di carattere ufficiale il G. continuò a produrre, spesso su commissione, ricordi degli amici, dei sodali politici, delle personalità locali. Una vasta produzione ritrattistica, ideale galleria dei notabili valdarnesi, attraverso busti, medaglie, targhe commemorative, piccole sculture a figura intera, in cui il G. diede prova di grande mestiere e di capacità d'introspezione psicologica.
Si ricordano, in particolare, il piccolo ritratto di Isidoro Del Lungo (ante 1903: ripr., in Panzetta, 1991), che ha dirette tangenze con le opere di Romanelli, specie per la presenza dei dettagli dell'arredo e del costume, e il ritratto in bronzo di R. Berlingozzi (ante 1917) con il quale ottenne la medaglia d'argento all'Esposizione del soldato presso palazzo Davanzati a Firenze.
Alla fiorentina Primaverile del 1922 presentò Tramonto (ante 1911): bronzetto dal forte accento umanitario e sociale nella raffigurazione dell'anziana operaia ripiegata su se stessa. Per la villa Masini di Montevarchi realizzò la statua in bronzo Primavera (1927), armoniosamente inserita nell'ambiente aggiornato al gusto liberty.
Nel 1929 venne eletto segretario effettivo dell'Accademia delle arti del disegno di Firenze (dopo la nomina ad accademico onorario nel 1911 e a residente nel 1928); nel 1933, dopo essere diventato accademico valdarnese, venne accolto come socio ordinario nella Regia Accademia Petrarca di Arezzo.
All'inaugurazione nel 1936 del monumento dedicato al conte G. Brilli Peri per lo stadio omonimo di Montevarchi fece la sua ultima apparizione pubblica.
Il G. morì a Montevarchi il 27 apr. 1936.
Fonti e Bibl.: P. G. 1865-1936 (catal., Montevarchi - Anghiari 1991-92), a cura di A. Panzetta, Montevarchi 1991; L. Scardino, P. G., in Libero. Ricerche sulla scultura del primo Novecento, 1 (1993), pp. 29-33; A. Panzetta, Diz. degli scultori italiani dell'Ottocento e del primo Novecento, I, Torino 1994, p. 154; Il Diz. Faini. Repertorio biogr. di pittori, scultori, grafici, architetti e restauratori toscani del primo Novecento, a cura di A.P. Torresi, Ferrara 1997, p. 82; A.P. Torresi, Scultori d'Accademia. Diz. biogr. di maestri, allievi e soci dell'Accademia di belle arti a Firenze (1750-1915), Ferrara 2000, p. 79.