GUASTAVINO, Pietro
Nacque a Loano, presso Savona, nel novembre 1858 da Giovanni Francesco e Luigia Romella. Rimasto orfano del padre, ufficiale della Marina sarda, si trasferì con la famiglia a Genova in tenera età. Al termine degli studi inferiori ottenne un impiego presso la prefettura del capoluogo ligure, ma sentì ben presto irresistibile il richiamo per la letteratura e la professione giornalistica. Al novembre 1878 risale la prima importante esperienza del G. come redattore, insieme con il poeta E. Mecca, del periodico Cajo Gracco. Foglio di chiara ascendenza repubblicana, il Gracco svolse durante la sua effimera esistenza una vivace battaglia a favore dell'astensionismo, sottolineando a più riprese la decadenza morale del Parlamento. Di valore assai maggiore fu comunque l'esperienza che il G. poté compiere, dal novembre 1878 al febbraio 1881, scrivendo sulle colonne de Il Crepuscolo, settimanale diretto da G. Chiesi e al quale collaborarono tra gli altri F. Cavallotti e L.A. Vassallo. Il gruppo de Il Crepuscolo, visceralmente anticlericale e ostile all'ordine borghese, agitò le bandiere del materialismo in filosofia, del socialismo progressista in sociologia e in politica, del naturalismo nell'arte. Il G. fu tra i collaboratori più assidui e con lo pseudonimo di Japhet ebbe modo di presentare al pubblico un nutrito gruppo di liriche, improntate a uno stile "meno verista e più scapigliato, aperto a disparate suggestioni" (Villa, 1969, p. 44), e poi particolarmente apprezzate da G. Carducci, che strinse con il giovane ligure una salda amicizia. Le liriche apparse sulle colonne de Il Crepuscolo vennero riunite e pubblicate nel volume Parva (Genova 1882), ove il G. inserì anche una rilettura poetica della pagina in prosa Ballo di bimbi di É. Zola, ottenendo le lodi del romanziere francese.
Nel 1882 il G. cominciò la collaborazione, destinata a segnare il resto della sua vita, al quotidiano Il Caffaro, fondato nel 1875 a Genova dall'ex garibaldino A.G. Barrili. Il Caffaro, autentica fucina di giornalisti, svolse un ruolo di primo piano negli anni del decollo industriale, collocandosi tra la stampa radicale e repubblicana e quella liberale moderata. Il G. fu dapprima collaboratore, poi aiuto alla cronaca, in seguito (quando Vassallo assunse la direzione) redattore, e infine, dal dicembre 1897 fino alla morte, direttore. A metà degli anni Novanta, il G., che spesso firmava i suoi articoli con lo pseudonimo di Giulio Pippi, svolse per un breve periodo il ruolo di corrispondente da Roma. In questo frangente, prese parte all'esperienza del Don Chisciotte di Roma, periodico ove vi era spazio tanto per la cronaca mondana quanto per una graffiante satira del malcostume politico italiano. A fianco del G. lavorarono, oltre all'amico Vassallo, uomini come L. Bertelli, G. De Felice Giuffrida e C.A. Salustri.
Nonostante le sempre maggiori responsabilità in seno a Il Caffaro, il G. non rinunciò a partecipare ad altre iniziative giornalistiche genovesi: dal marzo 1883 al novembre 1886 figurò infatti fra i redattori del Frou-frou, mensile ove in maniera assai originale si tentava di coniugare sport e letteratura. In seguito (giugno 1892 - aprile 1893), il G. diresse il settimanale di cronaca politica e di costume Il Marchese Colombi, che si segnalò soprattutto per la denuncia di alcuni casi di corruzione amministrativa. A metà degli anni Novanta, diresse il settimanale Falstaff, impegnato in una serrata critica contro l'amministrazione locale, e, soprattutto, volto a un attacco sistematico al direttore de Il Secolo XIX P. Mosetig, con il quale il G. s'era già fronteggiato in tribunale nel maggio 1893. Dalle colonne del Falstaff partirono inoltre infuocati attacchi alla politica repressiva attuata dai governi presieduti da F. Crispi. Dal gennaio 1897 al dicembre 1900 il G. figurò infine fra i redattori de L'Iride, periodico espressione della cultura simbolista ligure, al quale collaborò fra gli altri L. Capuana. Nel 1897 il G. aveva frattanto dato alle stampe una nuova raccolta di versi, Vibrazioni (Genova 1897).
Assunta la direzione de Il Caffaro proprio negli anni segnati dalla drammatica crisi di fine secolo e dall'emergere di un movimento operaio ormai maturo, il G. spostò il suo giornale su posizioni decisamente più conservatrici, impegnandolo in una infuocata battaglia polemica con i quotidiani di ispirazione socialista. Particolarmente aspra fu la contrapposizione al momento dello sciopero generale del settembre 1904, che paralizzò anche la città di Genova. Il ruolo sostenuto in quel frangente valse al G. la candidatura a deputato nelle elezioni politiche del novembre 1904 per il collegio di Genova I, ove riuscì a sconfiggere al ballottaggio il candidato socialista P. Chiesa. Alla Camera, il G. sedette tra i componenti di quella eterogenea maggioranza che garantì il suo appoggio ai vari governi presieduti da G. Giolitti. Pur partecipando assiduamente ai lavori parlamentari, il G. non pronunciò mai veri e propri discorsi, limitandosi in varie occasioni a sollecitare lavori di miglioria per il porto di Genova e interventi a favore dei suoi lavoratori.
L'attività di deputato non distolse il G. dalla passione per la vita culturale, testimoniata dalla sua presenza nel 1907 alle esecuzioni wagneriane tenutesi a Bayreuth, al termine delle quali pubblicò, insieme con M. Panizzardi e A. Ponzone, il saggio Wagneriana: impressioni di Bayreuth (Genova 1907).
Il G. morì a Genova il 21 febbr. 1909, proprio mentre si preparava a una impegnativa contesa per la riconferma del seggio parlamentare.
Fonti e Bibl.: Per ricostruire il percorso del G. indispensabile è la consultazione dei periodici ai quali collaborò, in particolare delle annate de Il Caffaro (1882-1909). Si vedano inoltre F. Donaver, Ricordi di Gandolin, in Rivista ligure, XXXVIII (1911), p. 117; A. Varaldo, Il Fior d'agave, Milano 1924, pp. 235-244; F.E. Morando, A.G. Barrili e i suoi tempi, Napoli 1926, p. 111; M. Bettinotti, Vent'anni di movimento operaio genovese. P. Chiesa, G. Canepa e L. Calda, Milano 1932, pp. 59-62; L. Balestreri, Tre secoli di storia del giornalismo genovese, Genova 1961, p. 24; O. Majolo Molinari, La stampa periodica romana dell'Ottocento, I, Roma 1963, p. 315; B. Montale, Profilo della stampa repubblicana e radicale a Genova tra il 1870 e il 1900, in Boll. della Domus Mazziniana, XIV (1968), 2, p. 87; E. Villa, Scapigliatura e verismo a Genova, Roma 1969, ad ind.; M. Dolcino, Genova anni ruggenti, 1900-1920, Genova 1969, p. 75; G. Giacchero, Genova e Liguria nell'età contemporanea, I, Genova 1980, p. 469; E. Villa, I mercanti e le parole. Letteratura in Liguria, Genova 1983, pp. 154 s.; M. Milan, La stampa periodica a Genova dal 1871 al 1900, Milano 1989, ad ind.; G. Bertone, La letteratura ligure: l'Ottocento, Genova 1990, pp. 271-288, passim; L. Frassati, Genova come era: 1870-1915, Genova 1992, p. 74; S. Verdino, Storia delle riviste genovesi: da Marasso a Pound, 1892-1945, Genova 1993, pp. 20 s.; L. Garibbo, Politica, amministrazione e interessi a Genova, 1815-1940, Milano 2000, pp. 138, 311 s.