GIROMETTI, Pietro
Nacque a Roma il 20 sett. 1811 da Giuseppe e Luigia Albites. Apprese l'arte di incidere pietre dure e medaglie dal padre e frequentò i corsi dell'Accademia di belle arti.
Nel 1831 eseguì una medaglia dedicata a Raffaello Sanzio, alla quale seguirono quelle per Ennio Quirino Visconti (1832) e per il cardinale Placido Zurla (1833).
Nel 1833 fu nominato membro ordinario dell'Accademia del disegno di New York e, nel 1835, socio dell'Accademia di belle arti di Firenze. Fu inoltre socio della Pontificia Accademia di belle arti di Bologna. Il 23 apr. 1838 sposò Rosa Bartolucci, figlia del futuro generale della Repubblica Romana Luigi e di Candida Schultheiss.
Del 1838 è la nomina a coadiutore del padre, incisore camerale, al quale succedette nella carica nel 1855. Eseguì numerose medaglie ufficiali sotto i pontificati di Gregorio XVI (del 1837 sono le medaglie per il Museo cristiano annesso alla Biblioteca apostolica Vaticana e per il restauro della cappella Paolina; del 1841, quella per la pubblica beneficenza) e Pio IX (medaglie annuali del 1854-55, 1857, 1859).
Nel 1841 stipulò un contratto con Nicola Cerbara per la produzione di una serie di medaglie raffiguranti gli uomini illustri italiani; la serie che prevedeva cento medaglie da coniarsi, quattro per anno, in alternativa tra i due incisori, rimase incompleta per la morte prematura dell'artista.
Sono opera del G. le medaglie dedicate a Vittorio Alfieri, Michelangelo Buonarroti, Cesare Baronio, Pietro Bembo, Filippo Brunelleschi, Benvenuto Cellini, Marcantonio Colonna, Enrico Dandolo, Francesco De Marchi, Francesco Guicciardini, Cosimo de' Medici, Leone X, Niccolò Machiavelli, Andrea Palladio, Francesco Petrarca.
Aderì alla Repubblica Romana; e il 21 marzo 1849 fu nominato dal Triumvirato direttore generale della Zecca. Con il ritorno del governo pontificio fu dapprima destituito (25 luglio 1849) e poi reintegrato nella vecchia carica che conservò fino alla morte. Ciò fu dovuto anche all'aver egli salvato da distruzione numerosi arredi sacri della basilica vaticana che durante il governo repubblicano erano stati fatti portare alla Zecca per essere fusi.
Oltre alle medaglie il G. eseguì anche cammei, spesso confusi con quelli eseguiti dal padre negli ultimi anni di vita. Tre di questi (Achille, Baccante, Ercole) furono esposti, sotto il suo nome, all'Esposizione universale di Parigi del 1867.
Il G. morì a Roma il 13 luglio del 1859 e fu sepolto in S. Maria del Popolo. La pietra tombale fu collocata nel pavimento della navata destra dalla moglie.
Un ritratto del G., databile tra il 1833 e il 1835, del pittore Francesco Podesti, è nel Museo di Roma. Una raccolta di punzoni e coni del G. e del padre Giuseppe fu donata dagli eredi al Gabinetto numismatico Vaticano nel 1897. Ventidue modelli in cera e alcuni calchi in gesso relativi a lavori di entrambi gli incisori sono nel Museo di Roma. Alcuni disegni per medaglie del G. sono nel Gabinetto comunale delle stampe di Roma.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Roma, Tesorierato, b. 292, f. 3, n. 7058; Camerale II, Zecca, b. 17/27, 1842-48; Zecca pontificia, parte II, tit. 4, b. 213, f. 4; Memorie romane di antichità e belle arti, III (1826), 2, pp. 444 s.; Il Tiberino, 17 ag. 1833 e 5 luglio 1834; G. Melchiorri, Gemma e medaglie di Giuseppe e P. Girometti, in L'Ape italiana, I (1835), 3-4, tav. XIII, pp. 21 s.; Il Giornale arcadico, 1838, n. 74, p. 285; A. Gennarelli, Serie iconografica numismatica dei più illustri italiani, in Il Saggiatore, I (1844), 1, p. 272; II (1845), 2, pp. 301-306; The artistical directory (or guide to the studios of the Italian and foreign painters and sculptors resident in Rome…), Rome 1856, pp. 82 s.; L'Exposition universelle de Paris. États pontificaux, Paris 1867, p. 10; E. Babelon, La gravure en pierres fines, Paris 1894, p. 312; L. Patrignani, Le medaglie di Gregorio XVI (1831-1846), Roma 1929, pp. 88 s. nn. 48 s., pp. 108 s. n. 69, 162 n. 25, tavv. III, 48 s., 58, IV, 69; Mostra di Roma nell'Ottocento (catal., 2ª ed.), Roma 1932, pp. 36 n. 2, 174 nn. 94, 99; G. Umani, Gemme di merito e gemme di prezzo, in Emporium, XLVI (1940), 10, pp. 181-187; Id., Quale fu il cammeo più insigne inciso nel XIX secolo?, in Numismatica, IX-XI (1943-45), pp. 62-66; R. Righetti, Incisori di gemme e cammei in Roma, Roma s.d. (ma 1952), pp. 59 s., 85, tav. H; Id., Gemme e cammei dei Musei comunali, Roma 1955, pp. 90-92, tav. XX, 2; Id., Ricordi di un vecchio medico romano, in L'Urbe, XXI (1958), 5, p. 12 (fig. a p. 15); F. Bartolotti, La medaglia annuale dei sommi pontefici, Rimini 1967, nn. E 854, E 855, E 857, E 859; C. Pietrangeli, Il Museo di Roma. Documenti e iconografia, Bologna 1971, pp. 28 s., 190, fig. 208; S. Balbi De Caro, Le medaglie del Museo centrale del Risorgimento in Roma, in Medaglia, III (1972), pp. 13, 15, fig. 19; F. Delitala, Una rara medaglia di Gregorio XVI, ibid., p. 83, fig. 94; Musei e Gallerie di Milano.Museo teatrale alla Scala, II, Milano 1975, pp. 357 n. 1493, 360 n. 1544; The art of the jeweller. A catalogue of the Hull Grundy gift to the British Museum, a cura di H. Tait, London 1984, pp. 136 s., nn. 919 s.; Francesco Podesti (catal., Ancona), a cura di M. Polverari, Milano 1996, p. 138 n. 22; L. Pirzio Biroli Stefanelli, Del cammeo e dell'incisione in pietre dure e tenere nella Roma del XIX secolo, in Arte e artigianato nella Roma di Belli. Atti del Convegno, … 1997, Roma 1998, pp. 23 s.; G. Moroni, Diz. di erudiz. storico-eccles., ad indicem; L. Forrer, Biographical Dictionary of medallists…, II, p. 274; VII, p. 368; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XIV, p. 190; E.J. Pyke, A Biographical Dictionary of wax modellers, Oxford 1973, p. 55; The Dictionary of art, XII, p. 738.