Giannone, Pietro
Una testimonianza poco nota dell'avvio allo studio di D. negli anni tra il Sei e Settecento si ha nell'autobiografia del G., là dove si ricorda come momento importante della sua formazione intellettuale, insieme alla scoperta della filosofia gassendiana e del De Rerum natura, " la conoscenza de' buoni poeti e de' più culti scrittori toscani ", di cui fu debitore al suo maestro Filippo de Angelis, e mercé i quali (anche se non divenne mai abile a " comporre un solo verso ") gli fu dato liberarsi dal gusto marinesco e intendere la più alta e severa poesia.
Ora tra quei poeti egli, dopo il Petrarca, fa esplicita menzione di D. soffermandosi sull'argomento per rilevare come a poco a poco soltanto sino all'età più matura pervenisse all'intendimento pieno del poema - e questo paragrafo fa spicco in uno scritto come l'autobiografia, tutto rivolto ad altro fine: " La Commedia di Dante, in questi princìpi non in tutto arrivò a piacermi; ma ammirava solamente alcuni canti, come la dura morte del conte Ugolino, il racconto degli amori di Francesca per occasione della lettura di Galeotto, l'altra del re Manfredi, la proprietà ed evidenza de' paragoni e consimili ed altri pezzi " (il testo, come in altri luoghi della Vita è, per correzioni e aggiunte non sistemate, provvisorio). " E gl'intendenti della lingua e del suo stile ", prosegue il G., " mi dicevano che dava indizio che io non aveva acquistata piena conoscenza, e non era giunto all'ultimo punto di perfezione, al quale ci sarei arrivato quando questo divino poeta finisse di piacermi in tutte le sue parti, siccome da poi conobbi che dicevan vero ".
A D., come scrive più innanzi, egli tornò in Vienna leggendo con quel circolo di amici sistematicamente la Commedia, e la Commedia ancora, " i tre tometti di Dante ", era fra i suoi libri richiesti con insistenza e inutilmente nella prigionia. Per quei maestri del G. e per il G. stesso l'intendimento di D. era dunque necessario alla perfezione del gusto, affermazione tanto più notevole in quanto il G. letterato propriamente non era, e in quanto contrastava con la riluttanza di critici suoi contemporanei, quale il Muratori, a riconoscere l'eccellenza poetica della Commedia.
Bibl. - P.G., Vita scritta da lui medesimo, a c. di F. Nicolini, Napoli 1905; ID., Vita, a c. di S. Bertelli, Milano 1960; M. Fubini, L'autobiografia del G., rist. in Stile e umanità di G. B. Vico, II ediz. con un'appendice di nuovi saggi, Milano-Napoli 1965; ID., D. dal Barocco all'Arcadia, in " Terzo programma " 4 (1965).