GHINELLI, Pietro
Figlio di Giuseppe e Felice Gongetti, nacque il 21 ag. 1759 a Senigallia, dove si formò professionalmente come architetto.
Risalgono al 1778 i primi suoi studi sulle tipologie residenziali, in occasione dei rilievi per i palazzi Benedetti e Monti (Taus), insieme con una prima proposta progettuale per il palazzo Micciarelli, realizzato poi tra il 1805 e il 1835.
Il palazzo costituisce il sesto blocco dei portici Ercolani, in linea con gli edifici già esistenti, sì da formare con essi l'attuale, cosiddetta, spina dei portici, lungo il fiume Misa. Palazzo Micciarelli si configura con impianto a quattro ali porticate con archi a tutto sesto al piano terra, disposte su un cortile rettangolare con prospetto principale sulla piazza Garibaldi; ampiamente manomesso negli anni, del progetto originario rimane il massiccio porticato centrale con quattro colonne di ordine dorico.
Agli inizi dell'Ottocento, probabilmente grazie all'aiuto dello zio, padre Andrea Ghinelli (Fano, Archivio storico, Archivio notarile, Notaio G. Guardinucci, vol. M, 1486-1788), il G. ricevette diversi incarichi dal Comune di Fano. Nel 1803 si occupò della ristrutturazione di palazzo Corbelli, di tipico impianto settecentesco, che, come si desume da un disegno autografo, riguardò una nuova distribuzione delle finestre della facciata principale (Ibid., Notaio G. Polidori, vol. C, 1802-03, cc. 519v, 528). Nello stesso anno lavorò al progetto della sacrestia nuova di S. Pietro in Valle, quindi alla scala del convento dei filippini (Abbo Romani - Minardi). Nel 1805, per le sue capacità ingegneristiche, gli venne proposto di occuparsi del progetto per il ponte in muratura al fosso Saniore; contemporaneamente venne eletto "consigliere del porto di Fano", che ricostruì nell'aprile dello stesso anno (Archivio di Stato di Roma, Sacra Congregazione del Buon Governo, s. II, b. 1525). Nel 1807 fu incaricato dall'amministrazione fanese del restauro del teatro della Fortuna (ibid., b. 1524), opera di G. Torelli; e si occupò di riordinare e rinforzare le "incavallature" lignee che sostenevano il tetto.
Nel 1815 fu nominato "direttore delle fonti" di Senigallia e, l'anno seguente, ingegnere comunale (Senigallia, Archivio comunale, Antico archivio, vol. 308, cc. 128-131, 360-362). A Senigallia esordì con il progetto per una pescheria pubblica, che divenne poi il foro annonario. Con quest'opera, realizzata alla metà degli anni Trenta, il G. coniugò una chiara soluzione architettonica, prettamente neoclassica, con una sistemazione urbanistica altrettanto esemplare, completando l'asse lungo l'allineamento dei portici Ercolani.
Forte della sua precedente esperienza nell'edilizia teatrale, tra il 1816 e il 1818 il G. ricostruì a Pesaro l'antico teatro del Sole (oggi Rossini) ultimato da N. Sabbatini nel 1677 all'interno del palazzo della Ragione in piazza XX Settembre.
L'intervento del G. risultò innovativo per la tipologia della platea a ferro di cavallo. L'opera comportò la demolizione del vecchio teatro, tranne che per la facciata su piazza Lazzarini. Sopra l'impianto della platea si alzano in giro quattro ordini di palchi più il loggione (Pesaro, Biblioteca Oliveriana, Misc. Oliveriana 1905, I-10, 28 apr. 1813). Diversi collaboratori del G. contribuirono all'esecuzione delle opere accessorie: il soffitto a calotta, che conteneva il lampadario, venne eseguito dal capomastro Sardilla (ibid., 9 dic. 1816); il sipario fu dipinto da A. Monticelli; le scene furono realizzate da P. Landriani e A. Sanquirico; le decorazioni furono eseguite da G. Martinetti e i parapetti dei palchi da F. Giani e da G. Bertolani. Fu in tale circostanza che comparve al suo fianco, dapprima come allievo, poi come stretto collaboratore e continuatore di alcune sue opere, il nipote Vincenzo Ghinelli (Senigallia, Archivio comunale, Nuovo Archivio, b. 137).
Nel 1818 il G. fu impegnato negli studi per il teatro di Fossombrone e di San Marino, oltre che nella redazione del progetto di ricostruzione del teatro di Ostra, realizzato da C. Bianconi nel 1773. Nel 1822 accettò l'incarico per la progettazione del teatro delle Muse di Ancona, che andò a sostituire il vecchio teatro La Fenice, chiuso per impraticabilità nel 1818.
Il progetto, che comportò la demolizione dell'isola di S. Filippo e lo spostamento della fontana dei Quattro Cavalli, includeva anche un casinò, una dogana e annessi edifici per residenze. Il fronte verso piazza della Repubblica, in forme neoclassiche, è caratterizzato da una cortina di mattoni e basamento in pietra d'Istria che ingloba un portico di cinque arcate a bugne che fa da sostegno alla loggia esastila di ordine ionico gigante. Di pregio artistico è il bassorilievo in scagliola del frontone, raffigurante Apollo e le Muse, opera dello "scultore bolognese De Maria" (Ancona, Archivio storico, Teatro delle Muse, vol. 4699, f. 246). Il teatro ha la platea a forma di ferro di cavallo con cinque ordini di palchi compreso il loggione. Sono andati distrutti i rilievi "delle maschere antiche e dei festoni tutti dorati" che erano "nel primo ordine, in ogni parapetto" (ibid., vol. 2166, f. 92). Inoltre, il G. dotò il palcoscenico di complessi effetti speciali: macchine per il volo, per il tuono e per la pioggia.
Il 22 ag. 1822 venne interpellato dall'amministrazione comunale di Macerata per il concorso pubblico riguardante la costruzione dello Sferisterio, realizzato poi da I. Aleandri nel 1829. Il progetto del G., sottoposto al giudizio degli accademici di S. Luca, pur piacendo per l'impianto planimetrico che ricordava quello dei "circhi romani", non incontrò i favori dei committenti.
Il 23 giugno 1826 fu incaricato di stendere la perizia e di fornire i disegni per la chiesa del Vallone, in località Vallone di Senigallia, comprendendo nell'intervento l'adiacente canonica (Archivio di Stato di Roma, Sacra Congregazione del Buon Governo, b. 4440). Nel 1828 ricevette la commissione per la ricostruzione del teatro Comunale di Senigallia, parzialmente distrutto da un incendio. Il suo progetto apportò ampie modifiche sia alla platea sia al palcoscenico, aumentando il numero di palchi nei primi tre ordini; fu apprezzato dai contemporanei per l'invenzione di una "gradinata in curva di cinque gradini a forma degli antichi teatri, da dove sedendo si può vedere l'opera" (Ibid., Atti pubblici della Congregazione del Buon Governo, b. 4443). Nel 1829, essendo il nuovo edificio ancora in costruzione, il Comune di Senigallia diede incarico al G. di progettare un teatro provvisorio in legno, nella corte di palazzo Micciarelli, rinnovando con ciò la tradizione dei teatri privati senigalliesi del Settecento.
Nel 1828 il G. fu nominato "deputato dell'ornato pubblico" di Senigallia, carica che mantenne sino al 1833. Sempre nel 1828 si occupò del restauro dell'acquedotto comunale nel tratto di attraversamento del fosso Penna e di gettare simultaneamente un ponte in muratura in sostituzione di quello in legno esistente. Nel 1831 venne interpellato dal cardinale Giuseppe Andrea Albani, già segretario di Stato di Pio VIII, per il progetto del suo palazzo in Urbino, avendo il G. già avuto modo nel 1826 di lavorare in quella città, perché chiamatovi dal gonfaloniere per progettare una nuova strada urbana. L'intervento del G. in palazzo Albani previde "la fronte porticata e un po' arretrata rispetto alla precedente, concedendo così un po' di respiro alla piazza"; tuttavia è "incerto se il portico già risvoltasse nel lato prospiciente la nuova via, giacché la costruzione ebbe poi a subire vari adattamenti e restauri fra il 1847 e il '50 da parte di V. Ghinelli" (Mazzini, p. 339).
Il G. morì a Senigallia il 14 febbr. 1834 (Archivio del Duomo, vol. 1293).
Nello stesso anno venne iniziata la costruzione della pescheria pubblica (il progetto definitivo era stato elaborato dal G. un anno prima), che venne completata nel 1835. Il complesso mostra due bracci porticati a emiciclo con botteghe connesse al corpo centrale della pescheria a pianta basilicale, recante al pianterreno sei colonne doriche in mattoncini e capitelli in pietra d'Istria e al primo piano sette finestre termali. Nel 1847 suo nipote Vincenzo apportò modifiche sostanziali alla costruzione, annullando la funzione emergente della pescheria e unificando allo stesso livello i due bracci a emiciclo (Senigallia, Archivio storico, Nuovo archivio, b. 387, f. 11; Archivio di Stato di Roma, Disegni e piante, coll. I, n. 24).
Fonti e Bibl.: Senigallia, Arch. del Duomo, Registro dei battesimi, 1759, vol. 32, c. 41; Ibid., Archivio comunale, Antico archivio, vol. 315, cc. 98, 141; Nuovo archivio, b. 173, f. 99; Fano, Archivio storico, Strade, fonti e ponti, b. 1; Istruzioni magistrali, b. 13; G. Mamiani, Intorno al nuovo foro annonario di Sinigaglia, Pesaro 1837, p. 8; A. Ricci, Memorie storiche delle arti e degli artisti di Ancona, Macerata 1854, p. 392; S. Muzzi, Del teatro di Pesaro e dell'ultimo restauro operatovi, Bologna 1854, pp. 5 s.; A. Margutti, Sinigaglia e i suoi dintorni, Fano 1877, pp. 46, 50, 55; G. Radiciotti, Teatro, musica e musicisti in Senigallia, Tivoli 1893, p. 179 e passim; A. Cordoni, Macerata. Lo Sferisterio, Macerata 1932, p. 49; Id., I. Aleandri costruttore dello Sferisterio, Macerata 1932, p. 12; O.T. Locchi, La provincia di Pesaro-Urbino, Roma 1934, p. 511; C. Selvelli, Fanum Fortunae, Fano 1943, p. 75; G. Monti Guarnieri, Annali di Senigallia, Ancona 1961, pp. 296 s., 305; F. Battistelli, Fano, storia, monumenti, escursioni, Fano 1973, p. 84; Id., Musica e teatro a Jesi e Senigallia dal XVI al XX secolo, in Nelle Marche centrali. Territorio, economia, società tra Medioevo e Novecento: l'area esino-misena, a cura di S. Anselmi, I, Jesi 1979, pp. 905 s.; Neoclassicismo e rinnovamento urbano nelle Marche, Atti del XIV Convegno di studi maceratesi, San Severino Marche… 1978, Macerata 1980, p. 65 e passim; L. Mozzoni, Macerata, Macerata 1984, pp. 210-212; L'architettura teatrale nelle Marche: dieci teatri nel comprensorio di Jesi-Senigallia, Jesi 1985, pp. 121-123; A. Bacchicchi, Il foro annonario di Senigallia…, in Proposte e ricerche, 1985, n. 26, pp. 175-192; A. Polverari, Senigallia nella storia. Evo moderno, III, Ancona 1985, pp. 210, 250, 300; F. Battistelli, Architettura ed edilizia fra neoclassicismo ed eclettismo, in Arte e cultura nella provincia di Pesaro ed Urbino, a cura di F. Battistelli, Venezia 1986, ad indicem; F. Mariano, Ancona illustrata…, Ancona 1987, p. 81; M. Abbo Romani - G. Minardi, I Ghinelli padri della Senigallia dell'Ottocento, in La Gazzetta di Ancona, 24 maggio 1988; F. Mazzini, I mattoni e le pietre di Urbino, Urbino 1982, ad indicem; P. Taus, Pescheria e foro annonario, in Emergenze, vuoti, limiti della città storica Senigallia, Ancona 1989, pp. 85-120 passim; G. Miano, Ercolani, Giuseppe Maria, in Diz. biogr. degli Italiani, XLIII, Roma 1993, p. 82; R. Cioccoloni, L'opera di P. G., architetto marchigiano (1759-1834), e proposta di restauro degli esterni del teatro delle Muse ad Ancona…, tesi di laurea, Facoltà di architettura, Università degli studi di Roma "La Sapienza", a.a 1993-94; F. Mariano, Architettura nelle Marche dall'età classica al liberty, Fiesole 1995, ad indicem; A. Albani - M. Bonvini Mazzanti - G. Moroni, Il teatro a Senigallia, Milano 1996, pp. 62, 65, 211; F. Mariano, Il teatro nelle Marche: architettura, scenografia e spettacolo, Jesi 1997, ad indicem; Id., Marche. Itinerari neoclassici. L'architettura, Venezia 1998, ad indicem; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XIII, p. 549.