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FRANCIOSI, Pietro

di Cristoforo Buscarini - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 50 (1998)
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FRANCIOSI, Pietro

Cristoforo Buscarini

, Nacque a San Marino il 13 giugno 1864 in una famiglia della piccola borghesia, da Marino e da Maria Della Balda, e frequentò nelle scuole annesse al collegio "Belluzzi" il ginnasio-liceo, avendo fra i docenti il letterato Marino Fattori. Conseguita nel 1885 la licenza liceale, si iscrisse alla facoltà di lettere all'università di Bologna, ove seguì le lezioni di G. Carducci. Nel giugno del 1889 conseguì la laurea con una tesi su Fra' Giovanni da Serravalle e la Divina Commedia. Il 30 ag. 1889 fu assunto nel liceo di San Marino per l'insegnamento di storia e geografia e fino al pensionamento nel 1922 non si allontanò dalla Repubblica, ripartendo le proprie energie fra insegnamento, ricerca storica e impegno sociale.

La realtà economica e sociale di San Marino nell'ultimo quarantennio del secolo gli appariva gravemente arretrata. La Repubblica contava al censimento del 1865 appena 7.080 abitanti, con una struttura economica unicamente fondata su un'agricoltura scarsamente produttiva. L'analfabetismo era generalizzato. Le strutture politiche erano ancora quelle dello stato assoluto codificate negli Statuta dell'anno 1600: al vertice del piccolo Stato era un organo oligarchico, il Consiglio principe e sovrano dei LX, che accentrava in sé ogni potere. Dal punto di vista dei rapporti esterni, il trattato col Regno d'Italia del 1862 (rinnovato nel 1872) aveva riconosciuta a San Marino l'indipendenza formale, con l'inevitabile inserimento però nell'area doganale e nella realtà economica del nuovo Stato unitario. Del resto pure le relazioni politiche fra i due Stati assumevano, anche per minime vertenze, punti di asprezza tali da rendere l'indipendenza sammarinese alquanto problematica, come accadde nel 1874 per una controversia circa l'estradizione di renitenti alla leva rifugiati nella Repubblica.

Il F. fu portavoce dell'esigenza di riforme, collaborando ai periodici locali Il Radicale (1889), Il Titano (dal 1906 al 1914), Il Nuovo Titano (dal 1918 al 1922). Partecipò attivamente alla vita della locale Società unione e mutuo soccorso (fondata nel 1876), di cui divenne presidente nel 1890, e nel suo ambito promosse numerose iniziative umanitarie e di solidarietà.

Il suo umanitarismo riformista è chiaramente delineato nei discorsi ufficiali per il semestrale insediamento della Reggenza della Repubblica che, in quanto professore nelle pubbliche scuole, era chiamato periodicamente a tenere per disposizione degli Statuta. Due orazioni ufficiali documentano il progetto politico del F.: quella tenuta il 1° ott. 1893 (edita col titolo Brevi notizie sul passato, sul presente e sul futuro delle finanze della Repubblica di San Marino, Bologna 1894) e quella tenuta il 1° ott. 1898 (Come si possa secondare nella Repubblica di San Marino l'odierno movimento sociale, Roma 1898).

Eletto per cooptazione, il 14 genn. 1902, nel Consiglio principe dei LX, rifiutò la nomina aderendo al movimento "pro Arringo", che si batteva per la riforma del metodo elettorale. Il movimento conseguì l'obiettivo con il plebiscito (l'Arengo) del 25 marzo 1906, che deliberò l'elezione per suffragio popolare del massimo organo della Repubblica, e dal 1906 al 1920 il F. fece parte del Consiglio del piccolo Stato.

Parallelamente all'insegnamento e alla vita politica, coltivò gli studi storici. Sul piano della impostazione metodologica il F. non oltrepassò gli stereotipi di M. Delfico (Memorie storiche della Repubblica di San Marino, Milano 1804), appena rinvigoriti dalla retorica carducciana. Il mito della "libertas perpetua" di San Marino era per lui ancora vivo e dominante, anche se l'attenzione verso gli aspetti più analitici della vicenda storica sammarinese ne rese apprezzabile il lavoro di ricerca.

Nella sua copiosa produzione saggistica alcuni lavori hanno una certa rilevanza. In primo luogo Garibaldi e la Repubblica di San Marino (Bologna 1891), in cui ricostruiva, con una meticolosa indagine archivistica, la ritirata delle truppe di Garibaldi nel territorio sammarinese il 31 luglio 1849 dopo la caduta della Repubblica Romana, i momenti che precedettero e seguirono l'ingresso delle truppe garibaldine a San Marino, il difficile ruolo di mediazione affidato dal generale al governo sammarinese per ottenere dai comandi austriaci salvacondotti per tutti i rifugiati in cambio della resa, infine la repentina decisione di Garibaldi di attraversare con pochi uomini le file nemiche verso un improbabile imbarco notturno in direzione di Venezia ancora in armi.

Nel saggio Matteo Valli, segretario e storico della Repubblica di San Marino (Torino 1895) il F. delinea la biografia del "notaio" e "segretario" sammarinese nel suo itinerario fra San Marino, Roma, Urbino, Casteldurante, al servizio di ecclesiastici di primo piano, e poi alla corte urbinate nel momento del declino della signoria roveresca, fino alla devoluzione alla S. Sede del piccolo Stato urbinate (1631). Infine lo studio segue la vicenda del Valli nel suo ufficio di segretario della Comunità di Rimini, quando ormai San Marino si trovava nella difficile posizione di enclave nello Stato della Chiesa.

Un'altra fase della storia sammarinese è ricostruita nel saggio Mastro Antonio da San Marino orafo e politico del Rinascimento e la storia della Repubblica dal 1480 al 1530 (Bologna 1916). Il periodo esaminato è certamente fra i più tormentati nell'area fra Romagna e Marche, dopo la morte di Federico da Montefeltro, duca d'Urbino, abile moderatore in politica quanto coraggioso condottiero, e di Roberto Malatesta, signore di Rimini. In questo contesto Antonio di Paolo Fabbri, orafo alla corte pontificia, amico fraterno di B. Cellini, si trovò a svolgere per conto della piccola patria sammarinese delicate missioni nelle anticamere della Curia romana.

Nel saggio Un poema eroicomico inedito d'autore sammarinese (Rimini 1909 e Bologna 1915) il F. analizzava un poemetto satirico inedito, Il Bertuccino, del fine letterato sammarinese Ignazio Belzoppi (1762-1828). Inoltre va ricordato il saggio La Repubblica di San Marino nel periodo napoleonico (Imola 1912), nel quale ricostruiva con ricchezza di documenti le vicende conseguenti all'arrivo dell'armata francese in Romagna e a San Marino (1797). V'è poi un nutrito gruppo di studi dedicati all'esame della storia del Montefeltro, la piccola "regione" storica attigua a San Marino e a esso connessa per secoli. Nel 1920 uscì il saggio Rerum Feretranarum scriptores del pennese A.M. Zucchi Travagli, cui seguirono le monografie dal titolo Rocche e castelli del Montefeltro, pubblicate in quattro fasi dal 1923 al 1931 sul periodico Rassegna marchigiana (I [1923], 10; III [1925], 5-6; VIII [1930], 4-7; IX [1931], 6-11).

Dal 1922 il F. insegnò per altri quattro anni nelle scuole secondarie di Sant'Arcangelo di Romagna e poi nel ginnasio-liceo di Rimini. Trascorse gli ultimi anni di vita appartato e dedito esclusivamente agli studi.

Morì a San Marino il 21 dic. 1935.

Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di San Marino, Atti del Consiglio principe, 1902-1922; Ibid., Atti del Comitato pro Arringo, b. 26; Ibid., Atti del Comitato per le onoranze a G. Carducci, 1907, b. 345; La fucina del professore. Gli scritti, i manoscritti, l'archivio e la biblioteca di P. F., a cura di G. Lorenzi - S. Savoretti, San Marino 1986; P. F., Roma 1936; A. Garosci, San Marino. Mito e storiogr. tra i libertini e il Carducci, Milano 1967, pp. 273-277; N. Matteini, Il giornalismo nella Repubblica di San Marino, San Marino 1967, pp. 58 s.; C. Franciosi, San Marino ospite suolo. Cronache antiche e notizie contemporanee, San Marino 1968, pp. 91-124; N. Bobbio, La leggenda di San Marino, in Nuova Antologia, aprile-giugno 1987, pp. 77-79; La tradizione politica di San Marino, Ancona 1988, pp. 457-601.

Vedi anche
San Marino La più antica Repubblica d’Europa, completamente circondata da territorio italiano, tra la Romagna e le Marche. 1. Caratteristiche fisiche Il piccolo Stato è situato sulle ultime propaggini dell’Appennino, fra le valli della Marecchia a N e del Conca a S, e comprende la cresta calcarea del Monte Titano ... Rimini Comune dell’Emilia-Romagna (134,6 km2 con 138.465 ab. nel 2008), capoluogo di provincia. È situata sulla costa adriatica, alla foce del fiume Marecchia. ● La pianta dell’abitato romano ha lasciato chiare tracce nella parte che giace tra la Marecchia, il minore torrente Ausa e il tracciato della ferrovia. ... Roma Città del Lazio, capitale della Repubblica Italiana; capoluogo di regione e di provincia (Comune di 1307,7 km2 con 2.718.768 ab. nel 2008). ● Il problema dell’etimologia del nome di Roma si era presentato già alla mente degli antichi, ma le soluzioni da essi offerte non reggono alla critica scientifica. ... Borghési, Bartolomeo, conte Borghési ‹-si›, Bartolomeo, conte. - Studioso delle antichità romane (Savignano di Romagna 1781 - San Marino 1860), si dedicò soprattutto allo studio dell'epigrafia e della numismatica fin da giovanissimo e vi consacrò la vita, pur svolgendo con successo il compito di segretario degli Affari esteri nella ...
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francióṡo
francioso francióṡo agg. e s. m. (f. -a) [dal fr. ant. françois, mod. français: v. francese], ant. – Francese: gente ... f. (Ariosto); come sost.: sendo restata la città di Savona in potestà de’ F. (Machiavelli); anche nel senso di lingua...
piètra
pietra 'piètra s. f. [lat. pĕtra, prestito del gr. πέτρα, entrato in concorrenza con saxum (v. sasso)]. – 1. a. Nome che si dà comunem. ad alcune rocce compatte, spec. a quelle usate come materiale di costruzione: p. viva, roccia allo stato...
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