FARINA, Pietro Francesco
Nacque a Bologna probabilmente nell'ottavo decennio del XVII secolo.
La prima notizia sulla sua attività è fornita da L. Crespi (1769, p. 124), che scrive: "Nell'anno poi 1704 andò il Rolli in Germania, seco conducendo un suo scolaro, e un altro scolaro di suo fratello, per nome Pietro Francesco Farina, e dipinse una gran sala, ed alcune stanze al principe di Baden".
Si tratta dei lavori che G. Rolli portò a termine intorno al 1707 (Roli, 1977, pp. 22, 53) nel castello di Rastatt, possesso del margravio Ludovico Guglielmo di Baden-Baden, con la collaborazione del figurista G. A. Caccioli e del F., che era stato allievo di suo fratello, il quadraturista A. Rolli, morto nel 1695.
A Rastatt il F. realizzò un'architettura illusionistica a monocromo, ravvivata dall'inserimento di frutti e ghirlande fiorite dai toni vivaci, attraverso la quale collegò le pareti della sala all'Infanzia di Ercole dipinta dal Caccioli nella volta. Sempre a Rastatt decorò probabilmente il soffitto della saletta dei quattro putti (Roli, 1977, fig. 50 b). Rientrato a Bologna, nel 1716 il F. collaborò con il Caccioli agli affreschi in S. Paolo Maggiore rimasti incompiuti dopo la morte di A. Rolli., realizzando le quadrature (La basilica di S. Paolo Maggiore, 1979, p. 92). Iniziarono la decorazione dagli affreschi raffiguranti l'Apoteosi di S. Paolo nella cupola, che portarono a termine nel 1718 (Crespi, 1769). Intorno a questa data procedettero alle pitture del transetto, S. Paolo a Efeso e S. Paolo prigioniero di Cristo, e della volta del presbiterio, Battesimo di s. Paolo. Nel 1719 eseguirono La conversione di Saulo nel catino absidale e, nel 1721, dipinsero gli affreschi con dieci Episodi della vita di S. Giuseppe nella sacrestia (La basilica di S. Paolo Maggiore, 1979, pp. 90-95).
Dopo il 1721 non si hanno più date certe sull'attività del Farina. Le fonti ricordano, tuttavia, diverse altre imprese bolognesi del F. e del Caccioli, purtroppo tutte perdute e senza nessuna notazione cronologica: un S. Antonio entro quadratura affrescato nella chiesa del Crocefisso delle Navi (Oretti, 1767, c. 126); i laterali e l'ornato della tavola d'altare nella cappella del palazzo dei Notai (Oretti, Le pitture..., c. 9); nel palazzo della Mercanzia una Beata Vergine con i ss. Petronio e Giovanni Evangelista e dipinti nella cappella della residenza dell'arte dei falegnami (Malvasia, 1782, pp. 340, 350).
Fonti e Bibl.: Bologna, Biblioteca comunale, ms. B. 104: M. Oretti, Le pitture che si ammirano nelli palaggi e case nobili della città di Bologna [1760-80], c. 9; Ibid., ms. B. 130: Id., Notizie de' professori del disegno, scultori ed architetti [1760-80], c. 232; Ibid., ms. B. 30: Id., Le pitture nelle chiese della città di Bologna [1767], cc. 126, 165; P. A. Oriandi, L'Abecedario pittorico, Napoli 1733, p. 202; L. Crespi, Felsina pittrice. Vite di pittori bolognesi, III, Roma 1769, p. 124; C. C. Malvasia, Pitture di Bologna, Bologna 1782, pp. 124, 126 s., 142, 187, 340, 350; I. Adamoli, La basilica di S. Paolo Mgggiore in Bologna, Bologna 1969, pp. 9, 11; R. Roli, Pittura bolognese 1650-1800. Dal Cignani ai Gandolfi, Bologna 1977, ad Indicem; La basilica di S. Paolo Maggiore, Bologna 1979, pp. 30, 90-95, 112; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, p.270; Diz. encicl. Bolaffi dei pittori ital., IV, p. 311; Diz. biogr. d. Italiani, XVI, p. 40 (sub voce G. A. Caccioli).