FORTINI, Pietro
Novellatore e commediografo senese (1500-1562 circa), ascritto alla congrega dei Rozzi; si compiacque, nel suo ampio novelliere, di descrivere le più sconce lascivie.
L'opera del F. annovera 81 racconti, quasi tutti di considerevole estensione; ma, se questa è la parte più viva e licenziosa del libro, essa va congiunta con molt'altra materia; ossia svariati giuochi di società e questioni d'amore, descrizioni di luoghi e tradizioni popolari, nonché alcune commedie composte nello stile del tempo, molte liriche e la narrazione in versi sciolti alquanto prosaici della favola di Amore e Psiche, tolta da Apuleio. Questo ricco materiale, utilissimo alla storia del costume senese, appare collegato insieme da una vasta quanto complicata cornice, ispirata dall'esempio del Boccaccio. Nella prima parte, intitolata Le giornate delle novelle dei novizi, si descrivono i trattenimenti diurni di cinque facetissime donne e di due leggiadri giovani, radunati in un giardino (sette giorni, quarantanove novelle); nella seconda parte, intitolata Le piacevoli ed amorose notti dei novizî, essendo cresciuto il numero dei gaudenti fino a dieci, i divertimenti vengono prolungati a veglia, alternando con quello delle novelle (trentadue) altri svaghi d'uso cittadino.
L'opera fu composta dal F. negli ultimi suoi anni, certo dopo l'assedio di Siena, dal 1555 in poi, ed è un'ampia e vivace rappresentazione della Siena cinquecentesca, gaia e spensierata. Né vi mancano, quasi a sollievo, alcuni felici caratteri comici e arguti spunti di satira. Di particolar pregio è la lingua, che, tranne qualche inevitabile reminiscenza letteraria, è lo specchio fedele della parlata di Siena.
Le Novelle del F. furono pubblicate nella Bibliotechina grassoccia, Firenze 1888 segg.
Bibl.: J. Ulrich, P. F., ein Beitrag zur Geschichte der ital. Novelle, Zurigo 1887; L. di Francia, Novellistica, I, Milano 1924, pp. 649-666.