Patriota (Ancona 1790 - Firenze 1858), fratello del card. Gabriele. Durante il periodo napoleonico ebbe uffici pubblici, che gli furono tolti alla restaurazione pontificia. Preside di Ancona durante la rivoluzione del 1831, tenne a freno gli elementi più accesi, e, con l'arresto del card. Bentivoglio, prevenne lo scoppio di un movimento controrivoluzionario. Escluso dall'amnistia dopo la fine del moto, andò in esilio; tornò a Roma alla nomina alla segreteria di Stato del fratello (1847), che lo ebbe consigliere ben visto dai liberali. Nel febbr. 1848 lasciò Roma per Napoli, ove già dal 1834 svolgeva attività bancaria, e fu ministro delle Finanze dal 3 aprile al 10 maggio 1848, deputato e firmatario della protesta del 15 maggio 1848 contro Ferdinando II. Costretto nuovamente a esulare, si stabilì a Firenze.