FANTONI, Pietro
Non si hanno notizie circa le date di nascita e di morte né del luogo esatto di provenienza di questo architetto e stuccatore attivo a Sulmona all'inizio del sec. XVIII: nei documenti rinvenuti accanto al nome compare il generico appellativo di "milanese", con il quale solitamente si indicavano i lombardi. Si può comunque ragionevolmente ritenere che fosse uno dei componenti della numerosa famiglia di scultori, plasticatori, intagliatori, arredatori e architetti originaria di Rovetta nel Bergamasco; anzi si è ipotizzato (I Fantoni [cat.] 1978, p. 90) che potesse appartenere a quel ramo attivo durante il Settecento a Pietra Ligure e che sia da identificare (ibid., p. 430) con quel Pietro lombardo il cui figlio Giuseppe compare come capomastro nel libro di fabbrica della parrocchiale di quella cittadina: "Magister Joseph Fantoni q. Petri milanensis".
Notizie della sua attività sono state rinvenute a Sulmona, città nella quale la presenza di colonie organizzate di maestranze lombarde è documentata con una certa continuità a partire dal Cinquecento, così come era accaduto per altre aree dell'interno e della zona costiera della regione. Tale attività del F. è legata all'intensa opera di ricostruzione seguita al disastroso terremoto del 1706, che aveva quasi distrutto la città. Una nota del libro di cassa del monastero di S. Chiara, datata 28 luglio 1709, riporta un primo pagamento di 71 ducati a favore di "mastro Pietro Fantoni ... per erigere la fabrica" del complesso conventuale di clarisse, che, come si apprende da una precedente annotazione del medesimo libro relativa al 1706, aveva subito, appunto per il terremoto, gravi danni all'edificio del monastero e la distruzione della chiesa.
Anche se non è possibile arrivare a stabilire con esattezza, per la perdita delle specifiche di pagamento, la portata dell'opera del F. in questa impresa, è verosimile che essa sia stata dedicata in massima parte alla chiesa. Quasi certamente il crollo dei muri perimetrali non deve essere stato totale, in quanto non sembra siano state modificate, nell'intervento di ristrutturazione, le proporzioni della chiesa quattrocentesca, della quale, peraltro, non appare alterata neanche la tipologia ad aula unica con arco trionfale e presbiterio quadrangolare, tranne che per l'apertura, nello spessore murario, di quattro cappelle laterali. A parte gli altri elementi strutturali caratterizzanti l'aspetto settecentesco dell'interno, all'esterno la veste barocca e completata dalla facciata alta e stretta, ritmata lateralmente da una coppia di paraste corinzie e conclusa da un timpano ad andamento curvilineo al di sotto del quale si apre un'ampia finestra rettangolare.
Testimonianza dei lavori che contemporaneamente si andavano eseguendo nel convento possono considerarsi i due portali che si affacciano sulla piazzetta prospiciente il fronte della chiesa, di fattura raffinata specie nelle decorazioni e con il caratteristico motivo di matrice lombarda della nicchietta sul concio in chiave, diffusosi in Abruzzo tanto largamente da divenire un tipo comune anche all'edilizia privata dell'area intorno a Sulmona, della zona degli altipiani (Pescocostanzo), di quella di Scanno e di alcune località del Chietino. Non si è in grado di stabilire l'esatta autografia di questi portali di fattura pur sempre artigianale anche se di buon livello, ma verosimilmente essi possono essere opera di quelle maestranze che certamente coadiuvarono il lavoro del F. dato che nell'unica altra nota di pagamento superstite, del 23 giugno 1711, di 500 ducati, liquidata all'artista, questa volta indicato come "stuccatore", sono citati anche "marramieri che hanno fabricati e lavorati alla nostra chiesa".
Il 25 ott. 1710, mentre erano ancora in corso i lavori a S. Chiara, il F., e non Fontana come è stato erroneamente interpretato in passato (Piccirilli, 1899), risulta essere "l'architetto che porta l'opera" della chiesa della Ss. Annunziata nella memoria anonima in cui si ricorda la cerimonia di posa della prima pietra "... alla fabrica della nova chiesa con l'intervento di mons. ill.mo Bonaventura Martinelli" (cit. in Mattiocco-Marcone, 1980, p. 248). Anche in questo caso il progetto dei F. dovette attenersi all'impianto originario della chiesa di cui fu ripreso lo schema longitudinale a tre navate con transetto e tre absidi, tenuto conto che avevano resistito all'azione del sisma, come si apprende da una cronaca di quell'evento, il coro, la secentesca cappella della Vergine, la "muraglia attaccata alla scala del palazzo", ovvero il muro perimetrale di destra, e il campanile, "del quale solo la punta cadde" (cit. ibid.). Rispetto a S. Chiara, risulta assai più ricca la decorazione a stucco sulle pareti e al di sopra dei pilastri della navata centrale.
Controversa appare invece l'assegnazione del progetto della facciata realizzata, secondo l'iscrizione che corre al di sotto del gocciolatoio dell'ordine inferiore, nel 1710 dal maestro Norberto di Cicco di Pescocostanzo. È stato rilevato (Fucinese, 1975) il contrasto esistente tra la data dell'iscrizione appena citata e quella del 25 ottobre dello stesso 1710 in cui si poneva la prima pietra, giacché appare difficile credere al completamento dei lavori della facciata nel breve giro di qualche mese, né d'altra parte sono finora emerse prove tali da far invocare con sicurezza per il progetto il nome del F., fatta eccezione forse per un anonimo disegno non datato, ora conservato presso la Biblioteca Sabatini di Pescocostanzo, realizzato alquanto sommariamente e in cui figura più di un'imprecisione rispetto alla versione costruita. Se ciò porta ad ipotizzare l'esistenza di due cantieri diversi anche nei tempi di svolgimento, l'evidenza con la quale il pescolano Norberto di Cicco appose il segno della sua opera su questo fronte ha indotto ad assegnare a quest'ultimo non solo l'esecuzione ma anche l'ideazione dello stesso, riservando al F. il ruolo di architetto del resto della chiesa, compreso l'apparato decorativo in stucco dell'interno (cfr. ill. 252 in I Fantoni [catal.], 1978). Questa chiesa costituisce ancora oggi, insieme con l'attigua facciata del palazzo dell'Annunziata, uno dei maggiori complessi monumentali di Sulmona.
I pochi altri ricordi del F. finora rintracciati negli archivi di Sulmona non si spingono oltre il secondo decennio del XVIII Secolo. Il 23 nov. 1711 "Mstr. Petrino Fantoni" è testimone del battesimo del figlio di un certo "Gio. Ant.o d'Abusca, seu Fantoni ..." e qualche anno più tardi, precisamente nel 1716, figura insieme con gli altri lombardi Giovan Battista Pianezza e Francesco del Zoppo tra gli artefici dei lavori di restauro di un altro importante cantiere cittadino. quello della cattedrale di S. Panfilo. A questa l'ultima notizia relativa al F., probabilmente da allora trasferitosi altrove.
Fonti e Bibl.: Sulmona, Arch. d. cattedrale di S. Panfilo, Esito di cascia di deposito. Libro di introito ed esito di cascia di deposito del venerabile monastero di S. Chiara..., lettera A, cc. 29v, 30r; Ibid., Libro de battezzati... principia dall'8 gennaro 1700 e finisce alli 29 decembre 1715; Sezione di Arch. di Stato di Sulmona, Archivio Ss. Annunziata, fasc. 14, n. 633, sez. II; I. Di Pietro, Mem. stor. della città di Sulmona, Napoli 1804, pp. 356 s.; P. Piccirilli, La cappella marmorea della Vergine nella chiesa dell'Annunziata dì Sulmona, in Riv. abbruz. di scienze, lettere ed arti, XIV (1899), 9-10, pp. 416 s.; Id., Monumenti abruzzesi. Il pal. della Ss. Annunziata in Sulmona, in Rass. d'arte, XIX (1919), 7-8, p. 4; I. C. Gavini, Storia dell'architett. in Abruzzo, Milano-Roma 1926, II, p. 299; S. Benedetti, L'architett. barocca in Abruzzo, in L'architett. in Abruzzo e nel Molise dall'antichità alla fine del sec. XVIII. Atti del XIX Congr. di storia dell'architett., L'Aquila 1975, II, pp. 286, 302; D. V. Fucinese, Appunti su due facciate settecentesche a Sulmona: l'Annunziata e S. Spirito del Morrone, ibid., pp. 327-332; E. Mattiocco, Struttura urbana e società della Sulmona medievale, Sulmona 1978, p. 46; I Fantoni. Quattro secoli di bottega di scultura in Europa (catal. della mostra a Bergamo), Vicenza 1978, pp. 90, 430; E. Mattiocco-M. Marcone, I Fantoni a Sulmona, in Atti del Conv. di studio "I Fantoni e il loro tempo", Bergamo 1980, pp. 246-249; D.V. Fucinese, Le vicende costruttive e gli interventi dalle origini al XVIII sec., in La cattedr. di S. Panfilo a Sulmona, Milano 1980, p. 34; O. Lehmann Brockhaus, Abruzzen und Molise, München 1983, ad Indicem; M. Bentivoglio, Il monastero di S. Chiara a Sulmona..., in Storia come presenza. Saggi sul patrimonio artistico abruzzese, Ancona 1984, p. 156.