DURANTI, Pietro
Nacque a Palazzolo sull'Oglio nel Bresciano agli inizi della seconda metà del XV secolo. Il padre Bartolomeo era notaio, ma la famiglia aveva origini ben più umili: a detta della tradizione erano stati infatti degli osti di campagna. Nel quadro dell'ascesa familiare il D. fu avviato agli studi giuridici e mandato alla Sapienza di Roma, dove divenne dottore in diritto canonico. Terminati gli studi, si fece sacerdote e frequentò la corte pontificia di Sisto IV, Innocenzo VIII e Alessandro VI, divenendo fwniliare di quest'ultimo, che lo fece protonotario apostolico. In questo periodo si legò di grande amicizia con Alessandro Farnese, il futuro Paolo III.
Alla morte di Alessandro VI (1503) il D. abbandonò la prelatura romana, probabilmente per evitare la reazione contro coloro che erano stati al seguito dei Borgia. Pur mantenendo i contatti con il Farnese, si ritirò a Brescia, dove nel 1505 divenne arcidiacono. Negli anni successivi accumulò alcuni benefici ecclesiastici nella diocesi di Brescia e divenne canonico di Bergamo. Nel 1513 divenne infine vicario generale della diocesi bresciana: rivesti questo incarico sino al 1517, per poi riprenderlo nel 1523 e nel 1527.
Il suo vicariato non lasciò gran traccia nella vita diocesana, se non per i benefici accumulati per sé e i familiari. Nel frattempo aveva avviato il nipote Durante agli studi giuridici e lo aveva raccomandato al cardinale Farnese. Successivamente si era adoperato per fargli avere un canonicato a Brescia, nonché la chiesa parrocchiale dei Ss. Nazario e Celsio di Collio, in Val Trompia, prima di Andrea Duranti.
Questo nepotismo spicciolo, che andava di pari passo con il trasferimento a Brescia dell'intera famiglia, l'acquisto di alcune proprietà e il tentativo di salire nella scala sociale, conobbe un brusco salto di qualità nel 1534. Appena Alessandro Farnese fu elevato al soglio pontificio, il D., grazie al nipote Durante Duranti, fu richiamato a Roma, dove divenne referendario della Segnatura apostolica, protonotario apostolico e quindi referendario di entrambe le Segnature negli anni 1537-1538. Nel frattempo era divenuto anche vescovo di Termoli (28 ott. 1536), diocesi di importanza e di rendite modestissime, suffraganea di Benevento, dove non si recò mai, continuando invece ad accumulare incarichi a Roma. Nel 1537 fu nominato datario di Santa Romana Chiesa, sia pure per la resignazione della persona inizialmente designata, e prelato domestico del pontefice. Nel 1538 diveniva infine segretario apostolico.
Mori a Roma agli inizi dell'estate del 1539, quando era in fama di divenire cardinale grazie al favore di Paolo III, e venne sepolto a S. Maria sopra Minerva (Russo), dove tuttavia non si è trovata traccia della lapide.
Il D. ebbe in vita fama di notevole giurista e buon amministratore. è tuttavia ricordato soprattutto come fondatore di una vera e propria dinastia ecclesiastica, perpetuata dai vari nipoti. Poco prima di morire aveva chiamato a Roma Bartolomeo e Vincenzo Duranti, figli del fratello Nicola, e aveva rinunziato nel 1539al vescovato di Termoli a favore di Vincenzo. Il beneplacito di Paolo III sanzionò questa rinunzia a favore di un congiunto, divenuta una pratica corrente. L'appoggio del D. ai nipoti non fu comunque disinteressato. Nel 1536rinunziò all'arcidiaconato di Brescia a favore del nipote Durante, ma da questo ebbe successivamente metà dei beni della Chiesa di Alghero. Da Vincenzo Duranti ebbe invece la chiesa di Boario. La morte impedi al D. di partecipare al momento di massima influenza della famiglia a Roma e a Brescia.
Fonti e Bibl.: Nunziature di Venezia, II, a cura di F. Gaeta, Roma 1969, ad Indicem; G. Marchesi Buonaccorsi, Antichità ed eccellenza del protonotariato apostolico partecipante, Faenza 1751, pp. 289 s.; G. Cappelletti, Chiese d'Italia, XIX, Venezia 1864, p. 354; P. Guerrini, La famiglia Duranti e i suoi vescovi, in Brixia sacra, II (1911), pp. 8-32; Id., I due vescovi di Termoli e datari di Santa Chiesa P. e Vincenzo Duranti, ibid., II (1911), pp. 88-94; L. von Pastor, Storia dei papi, V, Roma 1924, ad Indicem; B. Katterbach, Referendari utriusque signaturae, Romae 1931, pp. 102 s.; L. Dorez, La cour du pape Paul III, Paris 1932, ad Indicem; F. Russo, Il cardinale Durante Duranti di Brescia, in Brixia sacra, n. s., XIII (1978), pp. 93-111; G. Gulik-C. Eubel, Hierarchia catholica, III, Monasterii 1923, p. 312.
M. Sanfilippo