PARADIES (o Paradisi), Pietro Domenico
Compositore teatrale, Cembalista e maestro di canto; napoletano di scuola ma forse non di nascita. Incerto l'anno della nascita (1710), mentre sicuro sembra quello della morte (1792) a Venezia. Fu probabilmente in relazione di parentela con i due scenografi Pietro e Domenico Paradisi: come proverebbe l'unione di questi due nomi di battesimo. In un primo tempo, intorno al 1738, fu a Lucca e a Venezia, si trasferì poi, nel 1746, a Londra, dove dimorò a lungo. Compose le opere teatrali Alessandro in Persia per Lucca (1738), Decreto del Fato (1739), Fetonte (Londra 1747), inoltre il pasticcio La forza d'amore (Londra 1751) di cui la musica è in gran parte sua, la cantata Le Muse in gara (Venezia 1738) ed un Concerto per organo o cembalo di data incerta. Importanti sono le sue dodici Sonate di gravicembalo, oggetto di un privilegio reale del 28 novembre 1754, caso non frequente in Inghilterra, probabilmente chiesto allo scopo di opporsi alla grande diffusione di copie manoscritte che danneggiava l''autore. In queste sonate, pubblicate da parecchi editori londinesi, olandesi e parigini, sono chiaramente definibili due stili, uno più arcaico e l'altro più recente: il primo, quasi diretta derivazione del particolare contrappunto strumentale praticato da F. Durante negli Studi e divertimenti e, più ancora, nei Concerti a quattro; il secondo, fusione più intima di questo stile con quello dei cembalisti veneziani B. Galuppi, G. B. Pescetti, D. Alberti. Nell'insieme tradizionalista, piuttosto che rivoluzionario, il P. è interessante perché offre, in piccolo, questa sintesi di due stili famosi; e forse con maggiore evidenza di Domenico Scarlatti.
Insieme con quelle di G. M. Rutini e di J. Christian Bach le sue Sonate ebbero grande influenza sullo stile del Mozart fanciullo. Anche Muzio Clementi le studiò a lungo.