DODERO, Pietro
Nacque a Genova il 30 ott. 1881 da Giuseppe e da Maria Alessio. Frequentò a Genova dal 1897 al 1901 i corsi di pittura tenuti da C. Viazzi presso l'Accademia ligustica di belle arti, perfezionandosi in seguito presso l'Accademia di Monaco di Baviera (Castagna, 1967). Dal 1904 fu allievo di G. Grosso presso l'Accademia Albertina di Torino (ibid.) ed ebbe così l'opportunità di entrare in contatto con il vivace ambiente artistico-culturale del capoluogo piemontese, profondamente permeato di ideali simbolisti e in piena polemica contro il già declinante naturalismo ottocentesco (Ghil., Note d'arte, in IlSecolo XIX, 4 apr. 1953).
Nel 1905 espose per la prima volta ad una mostra della Società ligure promotrice per le belle arti con lo studio Contadino sardo; nel 1909 fu eletto consigliere della stessa Promotrice, di cui divenne vicepresidente l'anno successivo.
Fu presente alle mostre della Promotrice negli anni 1906 (Ad urbem); 1907 (Antro silente, Nudo di donna, Cappottino rosso); 1908 (Ritratto della marchesa S.F. Prontetto di Sori); 1910 (Fontana, Galera genovese); 1911 (Ritratto); 1914 (Allo specchio); 1915 (Ritratto della signora C.D., Ritratto di O. Guerrin, Filtro d'amore - riprodotto in Bruno, 1981, p. 233 -, Ritratto della signora F.); 1923 (Piazzetta a Portofino, Ritratto del sen. Maragliano - riprodotto in tavola fuori testo del catal. -, S. Giorgio di Portofino, Finestra aperta); 1934 (Cacciatore, Ritratto del sen. Moresco).
Nel 1909 aderì al sodalizio artistico genovese "Giovane Italia", capeggiato da L. De Servi. Nello stesso anno esordì in campo internazionale esponendo nella sala ligure al Salon d'automne di Parigi (Paglieri, 1969, p. 56). Nel 1912 espose per la prima volta alla Biennale di Venezia con il dipinto L'eterno cammino collaborando inoltre all'allestimento della sala ligure con E. De Albertis ed E. Olivari (ibid., p. 83). Altre partecipazioni del D. all'esposizione veneziana si avranno nel 1914 (Filtro d'amore, ill. n. 257, in Bruno, 1981, p. 233); 1920 (La signorina N. C., Mio figlio); 1924 (Terrazzo sul mare); 1928 (Tavolo rosso); 1934 (Giovanetta).
Nel 1913 il D. fu eletto accademico di merito dell'Accademia ligustica di belle arti e, nello stesso anno, curò l'allestimento della mostra di bozzetti nelle sale del circolo artistico "Tunnel" di Genova, mostra alla quale partecipò, come pure espose nel 1914 (cfr. A. Angiolini, in Il Lavoro, 16 marzo 1913; Il Cittadino [Genova], 16 marzo 1913, p. 3, oltre al catal. pubbl. a Genova nel 1914, p. 19).
In questo stesso periodo entrò in contatto con A. De Carolis, con il quale studiò a Bologna affresco e xilografia.
L'attività del D. come xilografo e illustratore è documentata dalla collaborazione alla rivista L'Eroica, negli anni 1912 (nn. 9-11), 1913 (n. 13), 1915 (nn. 37-38: Invito per l'inaugurazione del monumento ai Mille, ripr. in Marcenaro, 1986, p. 212); dal Convito in onore di L. Bistoffi (8 agosto 1912, ripr. ibid., p. 171), oltre che dall'illustrazione del volume Il S. Giorgio dei Genovesi di O. Grosso (1914, cfr. Rocchiero, 1981, p. 200) e dell'ottava giornata del Decamerone edito da Formiggini (Genova 1915; tav. fuori testo in Marcenaro, 1973). I rapporti del D. con il gruppo dell'Eroica sono testimoniati anche dalla partecipazione dell'artista alla mostra di xilografia tenuta a Levanto nel 1912 dove tuttavia fu presente in qualità di pittore (M. Labò, in Emporium, XXXVI [1912], p. 230). Come xilografo, invece, prese parte, nel 1915, alla mostra nazionale dell'incisione a Milano (R. Calzini, in Emporium, XLI [1915], p. 182) e, l'anno successivo, con D. Motta, C. Cressini e altri, alla mostra di xilografia di Londra (Rocchiero, 1981, p. 200).
Nella sua non trascurabile attività di decoratore utilizzò anche la tecnica dell'affresco. In questo ambito ricordiamo gli affreschi, eseguiti in collaborazione con A. De Carolis, per il palazzo del Podestà-a Bologna (Castagna, 1953), le decorazioni della cappella votiva dei marinai nella chiesa dei cappuccini di La Spezia (Rocchiero, 1968, p. 80), della cappella Alberti nel cimitero di Santa Margherita Ligure e, a Genova, del soffitto della cappella di destra nella chiesa di S. Ambrogio, della cappella del Sacro Cuore nella chiesa del Gesù e della cappella dell'ospedale pediatrico "G. Gaslini" (Studio, ripr. in Castagna, 1951 p. 30), per la quale realizzò pure i mosaici decorativi dell'esterno. La tecnica musiva venne adottata dall'artista anche in altre occasioni, quali la decorazione del mausoleo Materazzo a San Paolo del Brasile, dell'intemo del palazzo del foro Italico a Roma, del monumento Denegri e della cappella dei combattenti nel cimitero genovese di Staglieno (Cerisola, 1967, p. 104).
II D. eseguì inoltre la pala d'altare per la famiglia De Ferrari nella distrutta chiesa di S. Giacomo in Carignano a Genova (Cappellini, 1934), ritratti di alti prelati quali i cardinali Lercaro, Siri e Minoretti (i primi due furono esposti in una mostra postuma tenuta a palazzo Cattaneo Adorno a Genova nel 1973 [cfr. G. Migone, in Il Cittadino, 18 apr. 1973]; l'ultimo è ripr. in Migliore, 1937), nonché il Ritratto di padre santo, commissionatogli dai cappuccini di La Spezia come dono per il pontefice Pio XI. Meritano un cenno anche il restauro della chiesa di don Orione a Genova e il progetto e la costruzione della chiesa della Castagnola a Busalla (Genova).
Partecipò al primo conflitto mondiale in qualità di ufficiale d'artiglieria, traendo dall'esperienza bellica anche un motivo di ispirazione piuttosto inconsueto per la sua arte molto lontana da qualsiasi forma di impegno sociale (Sulla guerra, 1919; cfr. Marcenaro, 1986, p. 225, tav. LIX). A guerra terminata, si recò a Londra per un ulteriore periodo di studio. Qui conobbe il ritrattista americano J. S. Sargent, con cui strinse amicizia (Castagna, 1969, p. 3). Tornato a Genova, fu nominato direttore onorario delle Gallerie di palazzo Rosso e palazzo Bianco. Nel 1925 fu allestita a Bruxelles una sua personale (Cappellini, 1938) e nello stesso anno partecipò alla Mostra internazionale di arti decorative moderne di Parigi ottenendo una medaglia d'oro. In questa occasione il D. contribui direttamente alla ideazione e all'allestimento della Saletta d'arte ligure, nella quale espose piatti e oggetti vari in ceramica decorata e un pannello sempre in ceramica dal titolo Galatea, lavori realizzati per la fabbrica Mazzotti di Albisola (cfr. Il Comune di Genova, V [1925], pp. 641 s., 645 s. ill).
La presenza del D. all'esposizione di Parigi è completata dalla realizzazione dei disegni per la sovraporta dell'ingresso principale (intaglio in legno di Giarrusso) e per il pancale decorativo in legno di C. Trucco, sovrastato da un pannello dipinto dallo stesso D., con curiosi motivi orientaleggianti (cfr. Emporium, LXI [1925], pp. 33-36, con ill.).
Nel secondo dopoguerra ricordiamo la partecipazione del D. alla VI (1951-52) e VII (1959-60) edizione della Quadriennale romana (rispettivamente con Venditore di aranci, ripr. in Castagna, 1969, p. 6 - cfr. Il Lavoro nuovo, 26 marzo 1953, p. 3 - e con Sciallo) e una personale di circa sessanta opere allestita nel 1953 nei locali della ditta Cabib a palazzo Orsini a Genova.
Il D. morì a Genova il 16 febbr. 1967.
La sua figura è in sostanza quella di un artista fortemente legato alla tradizione figurativa, dotato di una tecnica solida e di uno spiccato senso del colore, il cui stile sobrio si mantenne pressoché inalterato nel tempo, malgrado i mutamenti di gusto che hanno caratterizzato la sua epoca.
Nell'anno della sua morte, una mostra postuma di sessanta opere, in prevalenza paesaggi e nature morte, fu allestita a Torino (galleria Fogliato: catal. con introd. di D. Castagna). La stessa mostra, con poche varianti (sessantaquattro opere esposte) fu riproposta a Genova nel 1969 (gall. De Pasquali). Altre mostre postume, oltre a quella, già citata, del 1973, furono allestite, sempre a Genova, nel 1978 (gall. De Pasquali: centoquarantanove opere fra disegni e dipinti; cfr. Il Giornale nuovo, 26 nov. 1978, p. 8), nel 1979 e 1980 (entrambe presso il centro d'arte "Liguria"). La Galleria d'arte moderna di Genova-Nervi conserva due dipinti dell'artista: Sulla terrazza e Ritratto di giovinetta.
Fonti e Bibl.: Oltre ai cataloghi delle mostre citate nella voce cfr. i necrologi in Il Secolo XIX, 18 febbr. 1967; Il Nuovo Cittadino (Genova), 19 febbr. 1967, p. 5, Cfr. inoltre P. de Gaufridy, L'esposizione di belle arti, in Il Caffaro (Genova), 2 giugno 1911, p. 3; Mikros, L'esposizione di belle arti, in Il Cittadino (Genova), 20 giugno 1911, p. 2; A. Balbi, L'arte ligure a Venezia, estratto da Riv. ligure di scienze, lettere e arti, XXXIV (1912), pp. 7 s.; L'Italie à l'Exposition intern. des arts décoratifs et industriels modernes, Paris 1925, pp. 39 s.; U. Nebbia, L'Italia all'esposizione intern. di Parigi di arti decorative e industriali moderne, in Emporium, LXI (1925), pp. 17-36; U. V. Cavassa, Cronache genovesi. Per il rinnovamento di Genova: restauri e ordinamenti, ibid., LXX (1929), p. 366; A. Cappellini, Cronache di Genova: arte moderna nella chiesa del Sacro Cuore di Carignano, ibid., LXXX (1934), pp. 40 s.; A. M. Comanducci, Ipittori ital. dell'Ottocento, Milano 1934, p. 204; L'Italia all'Esposizione intern. di arti decorative e industriali moderne (catal.), Roma 1935, pp. XVII ss., 2; E. Migliore, Artisti della Liguria, Genova 1937, pp. n.n.; A. Cappellini, La pittura genovese dell'Ottocento, Genova 1938, p. 159; D. Castagna, P. D., in Genova, XXX (1953), pp. 28 ss.; D.G., Mostre d'arte: P.D., in l'Unità, 31 marzo 1953; G. Riva, P.D., in Corr. mercantile (Genova), 2 apr. 1953; Mostra postuma del pittore P.D. (catal.), con introd. di D. Castagna, Torino 1967; N. Cerisola, Guida turistica di Genova, Genova 1967, pp. 104, 192; O. Grosso, All'ombra della Lanterna: Genova nella storia e nell'arte, Genova 1968, pp. 163, 165; V. Rocchiero, Il sacrificio e la fede dei combattenti nelle raffigurazioni degli artisti liguri, in Genova. Rivista municipale, novembre 1968, pp. 75-82; Mostra postuma del pittore P.D. (catal.), con introd. di D. Castagna, Genova 1969; S. Pagliari, E. Olivari e il suo tempo, Genova 1969, pp. 52 s., 56, 82 s., 91 s., 94 e passim; G. Marcenaro, 1911-1925. Genova, cultura di una città, Genova 1973, pp. XXXII, 41 ss., 50, 74 s.; Mostra dell'ex libris ligure (catal.), Genova 1975, p. 37; Testimonianza di D., in IlSecolo XIX, 14 apr. 1973; G. Migone, Valore della luce in P.D., in Il Cittadino, 18 apr. 1973; P. D. da riscoprire, in Corriere mercantile, 9 febbr. 1979; F. Ballero, P. D., ibid., 25 nov. 1980; G. Bruno, La pittura in Liguria dal 1850 al divisionismo, Genova 1981, pp. 56 s., 233 (ill.), 443 s.; "L'Eroica" e la xilografia, Milano 1981, pp. 49 s., 98; V. Rocchiero, Scuole, gruppi, pittori dell'Ottocento ligure, Genova-Savona 1981, pp. 199 s., 482 ss.; L'"Eroica". Una rivista ital. del Novecento (catal.), a cura di G. Giubbini, Genova 1983, p. 96; Genova. Il Novecento (catal.), a cura di G. Marcenaro, Genova 1986, pp. 159, 171 (ill.), 211 s., 225, 264, 271 (ill.), tav. LIX; VI Mostra maestri-liguri fra Ottocento e Novecento (catal.), a cura di G. Paganelli, Genova 1986, pp. n.n.; nr. di cat. 20 s.; H. Vollmer, Künstlerlexikon des XX. Jahrh., I, pp. 574 s. (con bibl.).