DODERLEIN, Pietro
Nacque a Dubrovnik (Ragusa in Dalmazia) il 2 febbr. 1809, da Luigi, ufficiale dell'esercito francese, e da Caterina Giorgi, discendente da una delle più illustri famiglie della nobiltà ragusana. Iniziò la sua educazione umanistica e scientifica al liceo di Zara e la continuò a Venezia; studiò in seguito a Padova, ove si laureò in medicina e chirurgia nel 1835. Durante i suoi studi si interessò più alla storia naturale che alla medicina e il suo saggio Cenni geologici sulla formazione dei terreni primitivi e secondari (Padova 1835), dedicato alla madre nel ricordo nostalgico della patria ragusana, testimonia la solidità delle sue conoscenze geologiche e la sua scarsa inclinazione per la clinica. Il professore di geologia di Padova T. A. Catullo, avendone notato lo zelo e le doti di preciso e attento osservatore della natura, lo prese come suo assistente alla cattedra di storia naturale nel 1836. Nel 1838 il D. divenne supple el Catullo, impedito da una grave malattia.
Fu nominato ordinario di storia naturale il 28 dic. 1839 all'università di Modena e iniziò il suo corso con la prolusione "Della utilità ed amenità della storia naturale" (rimasta inedita). Per convalidare la laurea in medicina presentò all'università di Modena una nuova tesi, Dei doveri del medico, letta il 20 luglio 1841. Nei venti anni di soggiorno a Modena condusse brillantemente gli insegnamenti di zoologia, geologia e mineralogia; fondò, ordinò e catalogò con grande competenza e pazienza il Museo universitario di storia naturale; esplorò le province di Modena e Reggio Emilia, raccogliendo pietre e fossili, definendo i profili geologici e andando in cerca di uccelli.
Nel 1848, nel corso della prima guerra d'indipendenza, fu comandante del battaglione di universitari e il 24 aprile partecipò ai fatti d'arme di Governolo. In questo stesso anno ottenne la cittadinanza di Modena.
Chiamato il 5 ott. 1862 come professore ordinario di zoologia ed anatomia comparata all'università di Palenno, il D. dedicò più di trenta anni allo studio della fauna siciliana. Organizzò in modo esemplare il Museo di storia naturale di Palermo ed ebbe una influenza decisiva sullo sviluppo della zoologia e sul progresso della biologia marina in Sicilia.
Per un lunghissimo periodo della sua attività scientifica, quasi un quarto di secolo, il D. pubblicò molto poco e si accontentò di insegnare, accumulare osservazioni geologiche, mineralogiche, paleontologiche e zoologiche, di collezionare, ordinare e descrivere il materiale naturalistico.
D. Pantanelli e A. Della Valle, suoi successori nella direzione del Museo di storia naturale di Modena, diviso in un Museo di geologia e mineralogia e un Museo di zoologia e anatomia comparata, scrivevano in occasione del 500 anniversario della sua carriera: "Se però si riconosce un periodo di scarse pubblicazioni che ha preceduto quello di maggiore fecondità, non per questo il suo lavoro scientifico è stato piccolo, e i moltissimi materiali raccolti nei musei di Modena e di Palermo ne fanno fede. Né si limitò a raccogliere ed a ordinare materialmente, ma tutto lasciò studiato e classificato. Le collezioni paleontologiche dei terreni terziari dell'Appennino settentrionale, dalla Bormida all'Adriatico, comprendono più di diecimila schede, nelle quali oltre il nome della specie è contenuta una breve indicazione bibliografica scelta tra gli autori più reputati e una breve diagnosi latina per le varietà; egualmente tutti gli esemplari della ricchissima collezione litologica delle montagne modenesi e reggiane sono accompagnati da grandi schede riempite sovente nelle due pagine da caratteri minutissimi, dove sono descritte tutte le particolarità d'origine, di giacimento, di paragone ad ogni altro che ha creduto utile ranimentare; schede preziosissime che oltre a svelare un lavoro ingente e colossale, contengono indicazioni utilissime e delle quali lo stesso autore non ha poi tenuto conto nelle sue pubblicazioni, onde restringere queste al puro necessario" (pp. 6 s.).
Le prime pubblicazioni originali del D. riguardano la geologia. Agli studi storici, geografici e balneologici sulle acque minerali di Sarvarola vicino Sassuolo e di Poiano, nel Reggiano, Aecero seguito descrizioni sintetiche sui"terreni del Miocene superiore dell'Italia centrale, sui depositi del Pliocene e del Quaternario dell'Appennino settentrionale e sui fossili terziari nei dintorni di Modena (1870-72). Queste ricerche si conclusero con la Carta geologica delle provincie di Modena e Reggio Emilia, disegnata dal D. alla scala di 1:86.400 e pubblicata inizialmente tutta intera ma ridotta alla scala di 1:144.000 (Bologna 1869), e poi parzialmente, per la sola provincia di Reggio, alla scala del disegno originale (Milano 1870). Il D. accompagnò la pubblicazione della sua Carta con una serie di note esplicative, una vera miniera di notizie utilissime. Per quanto tutte le sue ricerche geologiche appartengano al periodo presiciliano della sua vita, il D. dette loro la forma definitiva solo dopo la sua partenza dall'Emilia.
La carica universitaria a Palermo era limitata alla zoologia ed all'anatomia comparata animale. Come zoologo, il D. si mantenne legato ai metodi tradizionali; eccelleva più per l'esattezza delle descrizioni di morfologia esterna che per l'originalità delle vedute sulla tassonomia o i comportamenti degli animali. Il suo merito principale consiste nell'aver raccolto dati sulle faune locali dell'Emilia e della Sicilia. A Modena si era già interessato alla ornitologia e aveva compilato una lista delle specie di uccelli che vi si trovavano con notizie sul loro comportamento. Continuando questo lavoro in Sicilia, il D. pubblicò, in sei fascicoli, l'opera Avifauna del Modenese e della Sicilia, ossia catalogo ragionato e comparativo delle varie specie di uccelli che si rinvengono in permanenza o di passaggio nelle provincie di Modena, Reggio (Emilia) e della Sicilia (in Giorn. delle scienze naturali ed econom. di Palermo, V-X [1869-1874], in sei fascicoli separati).
Il D. raccolse nel Museo a Palermo una bella collezione di ornitologia siciliana.
Tuttavia, abitando ormai in un'isola e in una città portuale, il D. ritornò al suo amore di ragazzo ragusano: la pesca e l'indagine dei segreti del mondo marino. Affrontò subito gli aspetti economici della biologia marina, specialmente le possibilità di acclimatazione delle specie utili di Pesci e Molluschi nelle acque stagnanti di Marsala o nel fiume Anopo vicino a Siracusa, i problemi generali della piscicultura in Sicilia, la creazione di uno stabilimento specializzato a Cefalù, e le prospettive industriali che la zoologia offriva agli abitanti dell'isola di Pantelleria. Il D. studiò anche la fauna ornitologica ed ittiologica dell'isola di Ustica.
Un po' per volta, in molti articoli pubblicati negli Atti della Società di acclimatazione e di agricoltura in Sicilia, nel Giornale delle scienze naturali ed economiche di Palermo, nel Giornale di Sicilia, negli Annali di agricoltura sicula, negli Atti dell'Acc. di scienze, lett. ed arti di Sicilia, nel Bullett. della Soc. delle scienze natur. ed econom. di Palermo e nel Naturalista siciliano, il D. passò in rivista i Pesci che vivono nelle acque marine e dolci di Sicilia. Completò la conoscenza della fauna siciliana con la descrizione di una ventina di pesci che non erano segnalati prima e scoprì alcune specie nuove, in particolare Cybium veranyi e Pteridium armatum. Alcune delle sue pubblicazioni ittiologiche vanno al di là di un interesse puramente locale: è il caso della sua revisione di alcuni generi e delle osservazioni sulla particolarità delle strutture interne nelle specie Lophotes cepedianus e Pteridium armatum (per es. in quest'ultimo l'organo dell'orecchio e l'apparato che contiene la vescica natatoria nella parte cefalica). Il D. raccolse nel Museo zoologico dell'università di Palermo una collezione quasi completa di Pesci di Sicilia e ne pubblicò il Catalogo (Prospetto metodico..., 1878-79). Dall'insieme degli studi ittiologici più o meno puntuali derivò un lavoro di sintesi, in cinque volumi: Manuale ittiologico del Mediterraneo (Palermo 1890-91). Grazie alla puntigliosa descrizione di un grande numero di esemplari esaminati e sezionati dal D., il suo Manuale resterà a lungo uno strumento prezioso per gli zoologi e, al di là della sua utilità pratica, un documento storico di primo ordine.
Si devono al D. molti articoli e opuscoli di volgarizzazione e la redazione di rubriche di zoologia e mineralogia nel Dizionario enciclopedico italiano, pubblicato a Venezia nel 1837. Egli fece dei rapporti sull'invasione delle cavallette a Caltanissetta negli Annali di agricoltura siciliana del 1868 e sui terremoti di Corleone nel Giornale di Sicilia del 1876; raccomandò la difesa del territorio italiano contro l'introduzione del parassita Doryphora decemlineata (in Atti della Società d'acclimat. della Sicilia, 1875). Un fascicolo della sua Avifauna (V [1873]) contiene un importante studio storico sulla vita e le opere dei più importanti autori di ornitologia modenese e siciliana. Nel 1881 il D. firmò un manifesto in favore dello sviluppo della stazione zoologica di Napoli ed associò il suo museo alle pubblicazioni di questa istituzione internazionale.
Il D. morì a Palermo tra il 28 e il 29 marzo 1895.
Tra le sue opere, oltre a quelle citate nel testo, ricordiamo: Il Museo di storia naturale della R. Università di Modena, Modena 1846, La sorgente salso-jodica della Salvarola presso Sassuolo, in Atti d. R. Accad. di scienze lett. e arti di Modena, III (1861), pp. 37-64; Appunti storico descrittivi sulla sorgente minerale salina di Poiano nel Reggiano, ibid., IV (1862), pp. 1725; Cenni geologici intorno la giacitura dei terreni miocenici superiori nell'Italia centrale, in Atti del X Congresso degli scienziati italiani, Siena 1862, Siena 1864, pp. 83-107; Sulla possibilità di attuare una proficua coltura di ostriche, di pesci e di radiali nello stagnone di Marsala, in Atti della Soc. d'acelimataz. e di agric. in Sicilia, V (1865), nn. 11-12; La vita animale nel mare, Palermo 1869; Avifauna del Modenese e della Sicilia, Palermo 1869-1874; Note illustrative alla Carta geologica del Modenese e del Reggiano, Modena 1870-1872; Descrizione di una notevole specie di Sgomberoide (Cybium veranyi Dod.) presa di recente nelle acque marine della Sicilia, in Giorn. d. scienze naturali ed economiche di Palermo, VIII (1872); Alcune generalità intorno la fauna sicula de' vertebrati, in Annuario della Soc. dei naturalisti modenesi, VI (1872), pp. 29-37, 65-75, 200-211, 267-294; I pesci del mare di Sicilia, Palermo 1872; Prospetto metodico delle varie specie di pesci riscontrate sin ora nelle acque marine e fluviali della Sicilia, Palermo 1878-1879; Nota sopra lo Scopelus doderleini Facciolà, in Il Naturalista siciliano, I (1882), pp. 258-263; Descrizione zoologica-zootomica di una novella specie del mare di Sicilia, Pteridium armatum Dod., ibid., V (1886), pp. 73-80, 105-108.
Fonti e Bibl.: La data di nascita e le origini familiari del D., spesso indicate erroneamente dalle biografie, sono stabilite in base alla matricola conservata presso l'Archivio storico di Dubrovnik (Liber baptizatorum 1799-1812, I, R 11, f. 155). Documenti concernenti la vita e l'opera si trovano al Museo di zoologia a Palermo e alla stazione zoologica di Napoli. Le principali biobibliografie sono G. M. Mira, Bibliografia siciliana, Palermo 1875, I, pp. 310 s., e D. Pantanelli-A. Della Valle, A P. D. nel cinquantesimo anno , Modena 1889; Necrol. in Il Naturalista siciliano, XIV (1895), p. 138; Atti dell'Acc. di Acireale, XIV (1895), pp. 33 s.; Journal de conchyliologie, XLIV (1896), p. 112.