Pietro di Giovanni Olivo (o Olivi; fr. Pierre di Jean Olieu)
(o Olivi; fr. Pierre di Jean Olieu) Filosofo e scrittore (Sérignan, Béziers, 1248 - Narbona 1298). Entrato nell’ordine dei frati minori a Béziers, fu mandato all’univ. di Parigi per studiarvi teologia. Rimase baccelliere tutta la vita per umiltà, senza mai voler conseguire il grado di maestro, ma fu ben presto fra i teologi più apprezzati e discussi dell’ordine. Egli sostenne un’interpretazione rigoristica della povertà francescana, che lo affiancò e lo unì ai cosiddetti spirituali, di cui divenne il capo riconosciuto. Insegnò in lettorati dell’ordine, e a S. Croce di Firenze ebbe fra i suoi scolari Ubertino da Casale. Tornato in Linguadoca, continuò la sua attività instancabile fino alla morte. Delle sue opere filosofiche vanno specialmente ricordate le Quaestiones in secundum Librum Sententiarum, una delle più alte opere speculative della seconda metà del 13° sec., che, pur collegandosi al grande filone agostiniano-bonaventuriano, discute tra l’altro con originalità i più importanti problemi della conoscenza, dell’unione dell’anima al corpo e delle teorie del moto. Come esegeta, P. commentò molti libri della Bibbia: famosa la Lectura super Apocalypsim (nota come Postilla super Apocalypsim), nella quale il testo giovanneo offre all’autore, sulla scia dell’esegesi di Gioacchino da Fiore (➔), il motivo per un ripensamento di tutta la storia della Chiesa, intesa come un succedersi di sette età, ciascuna radice e origine dell’età successiva: la Chiesa è ormai alla soglia della sesta età, in cui pochi cristiani fedeli, riuniti in Ecclesia spiritualis, sotto la guida dei francescani, subiranno persecuzioni da parte della Ecclesia carnalis o Babilon, che avrà a capo uno pseudo papa o Anticristo mistico. Tali persecuzioni prepareranno i fedeli all’ultima età ormai vicina, la settima, che vedrà la fine dei tempi. Questa Lectura, condannata da Giovanni XXII nel 1327, fu assai diffusa fra gli spirituali di Provenza e d’Italia e ne ispirò l’azione.