DELITALA, Pietro
Poeta, nato a Bosa in Sardegna, di nobile famiglia, intorno alla metà del sec. XVI. S'invaghì giovanissimo d'una gentildonna maritata, ma per sottrarsi allo scandalo e ai rigori del Sant'Uffizio fu costretto a lasciare l'isola nativa. Si rifugiò prima in Corsica, poi sul continente italiano, in specie a Siena, stringendo relazione con insigni cinquecentisti (fra cui pare anche il Tasso), e perfezionando la sua preparazione letteraria. Tornato verso il 1580 in patria, cadde per l'antica colpa nelle mani degl'Inquisitori, che lo tennero lungamente in carcere. Morì poco dopo aver dato alle stampe (Cagliari 1595-96) le Rime diverse, unica opera che di lui si conosca.
Il D. è il primo poeta sardo che abbia abbandonato il dialetto e la lingua spagnola per quella italiana. Nelle sue rime c'è una certa schiettezza e compostezza di sentimenti: benefico vi appare l'influsso del Petrarca e del Tasso, che le preservò in parte dalle gonfiezze ormai comuni alla letteratura di quel tempo.
Bibl.: G. Manno, Storia di Sardegna, III, Torino 1826, pp. 514-21; P. Tola, Diz. biogr. d. uomini illustri di Sardegna, II, Torino 1837, pp. 12-13; P. Martini, Biografia sarda, II, Cagliari 1837-38, pp. 6-12; G. Siotto-Pintor, St. lett. di Sardegna, VIII, Cagliari 1842-44, pp. 123-27; V. A. Arullani, Di P. D. e delle sue "Rime diverse", in Archivio storico sardo, VII (1911), pp. 39-144, ove è data anche la ristampa integrale delle Rime.