ANGELI, Pietro degli
Nacque il 22 aprile 1517 a Barga (e per questo latinizzò poi il suo nome in Pier Angelio Bargeo), studiò leggi a Bologna sotto Ugo Buoncompagni, che fu poi papa Gregorio XIII, e lettere con Romolo Amaseo. Fu a Venezia presso G. Pellicier, ambasciatore del re di Francia, e a Costantinopoli con Antonio Pollin, sempre al servizio della Francia. Più tardi passò al servizio di Alfonso d'Avalos marchese del Vasto, a Firenze presso il granduca, a Reggio nel 1546 insegnante di greco e latino; a Pisa, nel 1549, a impartire lettere umane. Diciassette anni dopo ebbe la cattedra di etica e politica di Aristotele a Roma, presso il card. Ferdinando dei Medici, che fu più tardi granduca. Fu onorato e pensionato dal re di Francia Enrico III. Il Tasso lo scelse fra i giudici della sua Gerusalemme liberata (1576). Nel 1588 fu console dell'Accademia Fiorentina. Mori a Pisa il 29 febbraio 1596. Il Bargeo fu poeta in latino di squisita eleganza, facile e chiaro, che ricorda Catullo. Delle sue opere, raccolte una prima volta nel 1585 (Poëmata omnia ecc.), meritano una speciale menzione i sei libri Cynegeticon, sulla caccia coi cani, bellissimi, e la Syrias "hoc est expeditio illa celeberrima Christianorum principum, qua Hierosolyma ductu Goffredi Bulionis Lotharingiae Ducis a Turcorum tyrannide liberata est": dodici libri, di cui due erano stati fatti stampare da Enrico III di Francia (Parigi 1582) e che furono definitivamente pubblicati nel 1591; sicché possono dirsi una delle prime imitazioni del poema del Tasso. Nel 1589 pubblicò, insieme con la traduzione dell'Edipo tiranno di Sofocle, un volume di Poesie amorose scritte per Fiammetta Soderini. Molte altre opere scrisse, alcune delle quali ancora inedite.
Bibl.: W. Rüdiger, P. Angelius Bargaeus, Lipsia 1878; G. Manacorda, Petrus Angelius Bargaeus, in Annali della R. Scuola norm. superiore di Pisa, XVIII (1903).