BEAUMONT, Pietro de
Entrò, in data non precisata, come i suoi fratelli Goffredo, Guglielmo e Drogone, al servizio di Carlo, conte d'Angiò e di Provenza, che, dopo la conquista del Regno di Sicilia, gli conferì l'importante ufficio di camerario del Regno.
Già prima della discesa di Carlo in Italia, il B. - come lascia supporre una cronaca regionale francese - svolse una intensa attività propagandistica in Francia per l'impresa progettata, cercando di mettere insieme le truppe necessarie per la conquista del Regno di Sicilia.
In seguito troviamo il B., insieme col fratello Guglielmo, fra i capitani dello esercito franco-provenzale che nell'ottobre del 1265 lasciò la Provenza per recarsi in Italia in aiuto di Carlo d'Angiò che già nel maggio dello stesso anno era giunto a Roma. Per l'anno 1266 mancano notizie relative all'attività del B., che indubbiamente fece parte della cerchia dei più intimi consiglieri del nuovo re di Sicilia e partecipò alle operazioni militari per la definitiva conquista del Regno. Non sappiamo neanche con sicurezza quando al B. fu conferita la caricadi camerario del Regno - istituita secondo l'uso del Regno di Francia -, ma a quanto pare, egli esercitò quest'ufficio sin dall'inizio, del dominio angioino in Italia e sicuramente ne era investito nel 1267. Il 15 genn. 1267re Carlo nominò il B., insieme col fratello Guglielmo e con alcuni altri, suo procuratore generale per raccogliere in Francia la decima ecclesiastica che gli era stata concessa da papa Clemente IV. Nello stesso anno risulta anche capitano e vicario generale del Regno dalla Porta di Roseto fino ai confini dello Stato della Chiesa.
In compenso dei molteplici servizi resigli, re Carlo, dopo la vittoria su Corradino di Hohenstaufen e i suoi seguaci, concesse al B., alla fine del 1268 o all'inizio del 1269, la contea di Montescaglioso, alla quale, nel 1270 si aggiunse con il matrimonio del B. con Fitippa, figlia del conte Ruggiero di Celano, la contea di Alba, donata dal re alla sposa in occasione delle nozze. Oltre a ciò Filippa portò, al marito come dote Muro, Castel de Grandis e Castel Rampone.
Nel 1269 il B. si trovò al seguito, di Carlo d'Angiò durante il lungo assedio della saracena Lucera, ultima roccaforte ghibellina in terraferma, e accompagnò il re anche durante la spedizione di Tunisi nell'autunno del 1270.All'inizio dello stesso anno il B. si era recato in Provenza per condurre nel Regno di Sicilia i figli del re.
Il B. tornò in Francia ancora una volta nell'ottobre del 1272, con l'incarico di espletare importanti operazioni finanziarie: dovette soprattutto tentare di ottenere in prestito da re Filippo III, nipote di Carlo d'Angiò, 3000 libbre di tornesi.
A quanto pare il B. morì durante questa missione, forse nel maggio del 1273, in Francia, lasciando quattro figlie, Margherita, Elisa, Filippa, - il nome della secondogenita non è tramandato -, le quali, al momento della morte del padre, si trovavano ugualmente in Francia.
La figlia maggiore, Margherita, promessa sposa di Giovanni de Montfort conte di Squillace, che successe al B. nella carica di camerario del Règno, il 19 ag. 1274non era ancora venuta nel Regno di Sicilia per prendere possesso dei beni ereditati dal padre - oltre a quelli sopramenzionati, la terra di Montepeloso in Basilicata, Corato in Terra di Bari, Castelluccio dei Sauri in Capitanata, il feudo della Cancellaria nella Lucera cristiana (Lucera Christianorum), il castro di Monte Aputo e il casale di Santa Maria Ingrisone - e per prestare il giuramento di fedeltà per la contea di Montescaglioso, cosicché i possessi del B. furono devoluti alla Camera regia; ne rientrò in possesso nel 1275, forse in occasione del suo matrimonio con Giovanni de Montfort. Elisa, terzogenita, sposò Giovanni Britaud de Nargis, panettiere del Regno di Francia e connestabile del Regno di Sicilia, e la quartogenita Filippa fu data in sposa a Goffredo de Janville. La secondogenita, di cui ignoriamo il nome, fu promessa, durante la spedizione di Tunisi nel 1270, a Simone de Montfort, fratello di Giovanni, ma morì prima delle nozze. Filippa, vedova del B. e contessa di Alba, passò in seconde nozze con Ottone de Toucy, maestro giustiziere del Regno di Sicilia e consanguineo di re Carlo. Vendette il 5 genn. 1302 a Raimondo Berengario, figlio di re Carlo II, la sua dote, cioè la terra di Muro, Castel de Grandis e Castel Rampone.
Fonti e Bibl.: Guillaume de Nangis, Vie de Saint-Louis, in Recueil des historiens des Gaules et de la France, XX, Paris 1840, pp. 420, 421; Maius chronicon Lemovicense a Petro Coral et aliis conscriptum, ibid., XXI, ibid. 1855, p. 771; Acta Imperii inedita seculi XIII, a cura di E. Winkelmann, I, Innsbruck 1880, pp. 591 s., n. 750; Andreae Ungari Descriptio victoriae a Karolo Provinciae comite reportatae, in Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, XXVI, Hannoverae 1882, p. 567; I registri della cancelleria angioina, a cura di R. Filangieri, I-XIII, Napoli 1950-1959, ad Indices; XV, ibid. 1961, ad Indicem; C. Minieri Riccio, Cenni storici intorno i grandi uffizi del Regno di Sicilia durante il regno di Carlo I d'Angiò, Napoli 1872, pp. 162-165; P. Durrieu, Les archives angevines de Naples,II, Paris 1887, p. 282; L. Cadier, Essai sur l'administration du Royaume de Sicile sous Charles Ier et Charles II d'Anjou, Paris 1891, pp. 214, 217.