PIETRO d'Aragona
Nacque nel 1305, figlio di Giacomo II che creò per lui la contea di Ribagorza (fu poi conte di Empuries, contea che più tardi permutò con quella di Prades, con suo fratello Raimondo Berengario). Godette di grande autorità nella casa reale di Aragona intervenendo in parecchi affari familiari e politici concernenti la Sardegna, Maiorca, la Sicilia, le guerre con la Castiglia, ecc. Fu anche legato a Roma e a Parigi, cancelliere reale, siniscalco di Catalogna. Pietro il Cerimonioso, quando passò in Sardegna (1354), lo lasciò supremo governatore dei suoi stati ispanici, quale luogotenente reale. Rimasto vedovo di Giovanna di Foix, prese l'abito francescano (1358). Nella nuova condizione, aumentò ancora la sua autorità e il suo prestigio presso la corte catalana e presso la Santa Sede. Intervenne efficacemente nel ritorno della Santa Sede a Roma e accompagnò Urbano V nel viaggio. Gregorio XI lo mandò a Cipro per pacificare l'isola nel conflitto prodottosi alla morte del marito di sua figlia Eleonora, Pietro I di Lusignano. Vicario generale francescano, prese la parte d'Urbano VI durante lo scisma. Di ritorno da Roma morì a Pisa il 4 novembre 1381. Il suo corpo fu portato al convento dei minori a Valenza.
Fu politico sagace e abile diplomatico. Religioso esemplare, profetizzò lo scisma ed ebbe rivelazioni o visioni conservateci in un ms. vaticano. Scrisse un trattato De Vita, moribus et regimine principum. Gli sono attribuiti alcuni sermoni e sappiamo che fu anche trovatore; però le sue poesie sono perdute.
Bibl.: Alfonso Maria de Barcelona, El Infante Fray Pedro de Aragón, in Estudios Franciscanos (1913-15), XI, pp. 132-36; XII, pp. 129-141, 434-438; XIII, pp. 204-15; XIV, pp. 205-218; XV, pp. 58-65; F. Valls i Taberner, El tractat "De regimine principum" e l'Infant Fra Pere d'Aragó, in Estudis Franciscans (1926), XXVII, pp. 271-287, 432-450; XXXVIII, pp. 107-119, 199-209; G. Golubovich, Biblioteca biobibliografica della Terra Santa e dell'Oriente Francescano, V (1927), pp. 160-166; J. M. Pou y Marti, Visionarios beguinos y fraticelos catalanes (siglos XIII-XV), Vich 1930, pp. 308-396.