PIETRO d'Abano (Petrus de Abano, e anche Patavinus e Paduanus, essendo Abano presso Padova)
Medico e pensatore medievale, nato ad Abano nel 1257, morto a Padova, stando alla data più probabile, nel 1315. Dopo aver compiuto lunghi viaggi, che lo portarono tra l'altro a Costantinopoli, dove si trattenne lungo tempo, e a Parigi, dove forse insegnò, divenne, nei primi anni del sec. XIV, professore di medicina e di filosofia naturale all'università di Padova. Ma, dopo che già altre volte era stato sottoposto a persecuzioni per sospetti di eresia, egli fu nel 1315 processato e condannato, nonostante una sua pubblica professione di fede cattolica; né la morte, che lo colse prima della condanna definitiva, impedì che i suoi resti fossero disseppelliti e arsi.
Per una completa bibliografia degli scritti di P. v. L. Thorndike, A hystory of magic and experimental science, II, Londra 1923, p. 917 seg. Edito è il Conciliator differentiarum philosophorum et precipue medicorum (Venezia 1476, 1483, 1565), che è la principale opera sua, e l'Expositio problematum Aristotelis (Mantova 1475, Padova 1482, Venezia 1501), che fu poi compendiata da Walter Burleigh nella sua Summa alphabetica problematum, e che introdusse nell'Occidente la conoscenza di quello scritto pseudo-aristotelico, per quanto non sia certo se la sua traduzione latina sia dello stesso P. Inedito è il Lucidator astronomiae, brani del quale sono riferiti da P. Duhem, Le système du monde, IV, pp. 229-63. Per l'ulteriore tradizione manoscritta v. Ferrari, I tempi, la vita, le dottrine di P. d'A., (in Atti della R. Università di Genova, XIV, 1900). Il Lucidator è un manuale d'astronomia. Il P. si occupò di ricerche astrologiche, facendo dipendere l'accadere umano dagl'influssi astrali e venendo per ciò ad affermazioni non ortodosse, così come non ortodossa era la sua spiegazione della resurrezione di Cristo mercé l'ipotesi della morte apparente. Meno chiara è la partecipazione di P. alle concezioni di Averroè, che egli comunque non combatté, contribuendo anzi ad introdurle nello studio patavino e determinando così la prima genesi della tradizione averroistica dell'Italia nordorientale.
Bibl.: C. Ronzoni, Della vita e delle opere di P. d'A., Roma 1878; K. Werner, Die Scholastik des späteren Mittelalters, IV, i, Vienna 1887, p. 139 segg.; Ferrari, Contribuzioni alla storia della biologia, Genova 1899, e nello scritto sopra citato; G. Gentile, La filosofia (in Storia dei generi letterari), Milano 1904 segg., pp. 145-50; B. Nardi, Intorno alle dottrine filosofiche di P. d'A., Milano 1921. Sull'influsso (non sicuro) di P. d. A. su Dante v. B. Nardi, in Nuovo Giornale Dantesco, IV (1920); A. Dyroff, in Philosophisches Jahrbuch, XXXIII (1920), pp. 253-71. Ulteriore bibliografia in Ueberweg-Geyer, Grundriss d. Gesch. d. Philos., II, 11ª ed., Berlino 1928, p. 786.