SASSU, Pietro Costantino
SASSU, Pietro Costantino. – Nacque a Sassari il 7 luglio 1939, primogenito di Giuseppe e di Celestina Alidoro.
Nei primi anni Cinquanta lasciò la Sardegna per studiare a Roma, presso il collegio internazionale di musica del Foro Italico (sezione del conservatorio di Santa Cecilia), dove si diplomò in corno sotto la guida di Domenico Ceccarossi. Proseguì la formazione musicale nel conservatorio Arrigo Boito di Parma, dove studiò composizione, e a Cremona nella Scuola di paleografia e filologia musicale. Negli anni romani l’incontro con Diego Carpitella – all’epoca incaricato di letteratura poetica e drammatica in conservatorio, impegnato sul campo con Ernesto De Martino in ricerche di capitale importanza – fece nascere in lui l’interesse per l’etnomusicologia e lo indirizzò verso le esperienze di quel tipo di ricerca. Altresì importanti furono l’incontro e la collaborazione, negli anni Sessanta in Sardegna, con l’antropologo Gavino Musio.
Nei primi anni Sessanta iniziò ricerche e registrazioni sul campo in Sardegna, a cominciare dalle pratiche musicali della città natale e da tematiche che lo avrebbero poi costantemente impegnato, come il canto polifonico delle confraternite, su cui già nel 1961 compì i primi rilevamenti a Castelsardo. Negli anni Settanta estese il raggio d’azione delle indagini ad altre aree e regioni, in particolare dell’arco alpino (Friuli, Trentino, Lombardia) e della Romagna.
I suoi progetti di ricerca, caratterizzati da un intenso rapporto con i territori e un’attenzione scrupolosa nella realizzazione della documentazione sonora, furono spesso promossi da importanti istituzioni, tra cui l’Istituto superiore regionale etnografico di Nuoro, la Discoteca di Stato, il Centro nazionale di studi di musica popolare dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma, l’Ufficio della cultura popolare della Regione Lombardia, l’Istitut cultural ladin Majon di fascegn di Vigo di Fassa. Le ricerche fornirono a Sassu l’occasione di intense collaborazioni – sul piano sia professionale sia umano – con personalità quali Roberto Leydi, Piero G. Arcangeli, Valter Colle, Isa Melli, Renato Morelli, Glauco Sanga.
I suoi interessi sul fronte della musica d’arte e della musicologia, condotti con continuità – nella convinzione che l’etnomusicologia dovesse rientrare in una «musicologia senza prefissi» (P.C. Sassu, Dall’etnofonia all’etnomusicologia..., 2011, p. 68) –, trovarono riflesso concreto anche sul piano dell’impegno didattico: insegnò a lungo storia della musica nei conservatori, dapprima a Sassari (dal 1968), quindi a Bologna (dal 1977). Nel 1988 passò a incarichi accademici, dapprima all’Università di Udine come professore associato di storia della musica, e poi nel 1995 come ordinario di etnomusicologia all’Università della Basilicata (Potenza), dove tenne anche il corso di storia della musica. Quest’ultimo incarico rappresentò per Sassu l’occasione di indagini sul campo in territori per lui ancora nuovi (anche in relazione alle esperienze fondative di Carpitella e De Martino svolte in quella regione alcuni decenni prima), ma anche di ulteriori aperture e dialoghi interdisciplinari: lo dimostrò la partecipazione attiva alla Scuola di musica e filosofia a Maratea a metà degli anni Novanta.
Le pratiche musicali della Sardegna, sulle quali Sassu ha fornito contributi fondamentali sotto il profilo conoscitivo, sistematico e analitico, costituirono il centro dei suoi interessi; accompagnati da corposi testi di commento, i tre dischi dell’antologia musicale Musica sarda: canti e danze popolari, pubblicata nel 1973 assieme a Carpitella e al linguista Leonardo Sole (seconda edizione Udine 2010), rappresentano una tappa decisiva per la conoscenza delle tradizioni musicali dell’isola, oltre che un tassello significativo dell’etnomusicologia grazie all’introduzione di modelli analitici per l’epoca innovativi. Ma sono da segnalare anche le importanti ricerche sulle pratiche polifoniche in diverse parti d’Italia, aree su cui il lavoro di Sassu, effettuato spesso in collaborazione con altri colleghi, ha avuto una funzione pionieristica, per quanto riguarda sia la scoperta e conoscenza di situazioni ancora inesplorate – è il caso della singolare polifonia vocale di Premana, in Valsassina, nell’arco alpino, nel 1975 – sia la loro analisi e interpretazione. L’approccio di Sassu è stato caratterizzato metodologicamente da un intenso dialogo interdisciplinare, particolarmente aperto verso la musicologia storica e sistematica e l’antropologia culturale, oltre che da un’attenzione costante per le relazioni fra tradizione orale e tradizione scritta delle pratiche musicali; il che ha dato esiti significativi soprattutto nel campo delle ricerche sulle tradizioni vocali legate ai contesti religiosi, approdate a un importante esito editoriale nel 1987 con l’antologia musicale Canti liturgici di tradizione orale, curata in collaborazione con Arcangeli, Leydi e Morelli (seconda edizione Udine 2011, con tre CD).
Dal 1972 Sassu svolse una costante attività di critica e divulgazione musicale, sia sulla carta stampata sia in trasmissioni radiofoniche e televisive (si ricorda l’esteso ciclo radiofonico Musica a memoria, realizzato presso la RAI di Trento lungo tutti gli anni Ottanta). Promosse inoltre rassegne concertistiche e di studio, colloqui e convegni (dai Colloqui di musica mediterranea organizzati in Sardegna nei primi anni Ottanta al convegno Liturgia e paraliturgia nella tradizione orale a Santu Lussurgiu nel 1991) e lavorò come consulente e curatore di testi per progetti audiovisivi e cinematografici. Compose le musiche per il film Ybris (1984) di Gavino Ledda. Sul piano della divulgazione scientifica, la fattiva collaborazione con l’editore udinese Nota portò, negli anni Novanta, alla realizzazione di prodotti editoriali e collane innovative nel panorama dell’etnomusicologia, come i CD book, libri sintetici accompagnati da registrazioni sonore. Nel 1999 fondò presso l’Università della Basilicata la rivista Archivio di etnografia, di cui fu il primo direttore.
Morì il 1° luglio 2001 a Sassari, a seguito di un’improvvisa malattia. Dal matrimonio con Elena Sanna, celebrato nel 1968 e durato fino al 1979, erano nati i figli Simone (1970) e Giuseppe (1972).
Opere. Tra i suoi saggi si segnalano: Canti della comunità di Premana, in Como e il suo territorio, a cura di R. Leydi - G. Sanga, Milano 1978, pp. 273-295; Il racconto di una cultura, in Premana. Ricerca su una comunità artigiana, Milano 1979, pp. 8-88; L’alterità musicale, in Sonus, VIII (1996), 2-3, pp. 10-19; Dall’etnofonia all’etnomusicologia. Un secolo di studi sulla musica popolare italiana, in Archivio di etnografia, n.s., VI (2011), pp. 37-68. Il volume Suoni della tradizione, a cura di P.G. Arcangeli, Sassari 2012, raccoglie gli scritti di Sassu sulla musica sarda. Tra i lavori in collaborazione: I. Melli - P. Sassu, Civiltà delle acque. Dall’acqua la vita e la morte - Sant’Alberto di Ravenna, Bologna 1985.
Fonti e Bibl.: L’attività di Pietro Sassu viene ripercorsa in dettaglio nei due numeri monografici di Archivio di etnografia a lui dedicati: il numero Speciale P. S., 2006 (contributi di F. Mirizzi, P. Palimodde, S. Venturi, I. Macchiarella, S. Sassu, V. Colle, N. Scaldaferri, N. Manca, E. Imbriani); e il numero 1-2, 2011 (contributi e interventi di F. Mirizzi, F. Giannattasio, L. Zanoncelli, G. Angioni, R. Morelli, F. Marano, P. Arcangeli, I. Macchiarella, N. Scaldaferri, M. Agamennone, M.C. Stella). Si veda inoltre il sito: http://www.archivisassu. org.