CONTINI, Pietro
Figlio di Giovanni Antonio, fu pittore e indoratore, capostipite di una dinastia di architetti operosa a Roma nel sec. XVII.
Se ne ignora sia la data di nascita sia l'origine; primo dato biografico a noi noto è il suo matrimonio con Felicia Sebastiani, nella chiesa romana dei Ss. Celso e Giuliano, il 20 ag. 1582. Per quanto riguarda la sua arte, troviamo il C. documentato a Roma per la prima volta il 24 aprile dell'anno 1592 quando eseguì una perizia relativa a lavori di doratura nella "Sala grande de' Pontefici" nel palazzo di S. Giovanni in Laterano (Corbo, 1975, p. 66); tra il 1597 e il 1601 il C. lavorò nella basilica a decorazioni di pittura e indoratura all'organo e al soffitto della cappella del SS. Sacramento (ibid., pp. 110, 112, 124, 127, 150, 159, 197, 221, 235). Nel 1594 stipulò un patto di associazione con i pittori G. Visconti, A. Corradino, M. Panvino e G. P. Gentili (G. L. Masetti Zannini, Pittori della seconda metà del Cinquecento in Roma, Roma 1974, ad Indicem).
Fra il 1593 e il '95 eseguì "diverse pitture fatte per servizio delli stendardi, et insegna, et armi di Castel S. Angelo" (C. D'Onofrio, Castel S. Angelo, Roma 1971, p. 252; 1978, p. 317); e, nel 1600, ricevette un altro pagamento "per l'indoratura dell'impresa da porre sull'albero di Castel S. Angelo", per la manutenzione della quale è menzionato nei pagamenti fin dal 1592 (Corbo, 1975 pp. 32, 33, 46, 65, 235).
Negli anni 1594-1599 eseguì lavori di pittura e doratura nella cappella Aldobrandini della chiesa di S. Maria in Via (L. Mortari, Considerazioni e precisazioni sulla cappella..., in Quaderni di Emblema, II, Bergamo 1973, p. 81 n. 19). In un conto del 1601-02 è annoverato come pittore e citato per lavori di pittura eseguiti sul catafalco eretto per le esequie di Giovan Francesco Aldobrandini a S. Maria sopra Minerva, in particolare su sgabelli e stendardi (Corbo, 1975, p. 78).
Per lavori a S. Cesareo ricevette un pagamento il 4 febbr. 1601 (ibid., p. 159).
Il 9 apr. 1618, di nuovo al servizio degli Aldobrandini, ricevette il saldo per aver adornato e indorato l'incorniciatura dei quadri nella stanza di Apollo nella loro villa a Frascati (C. D'Onofrio, La Villa Aldobrandini..., Roma 1963, p. 139). Nel 1624 rivestì la carica di "secondo rettore" all'Accademia di S. Luca e come tale, insieme con Agostino Ciampelli, principe, e Prospero Orsi, "primo rettore", sottoscrisse , un atto di vendita (Noehles, 1970, p. 335 n. 13). Secondo il Pascoli (1736, p. 551), "assisté con altri architetti alla fabbrica della Chiesa Nuova in tempo di S. Filippo..."; e da questo deriva, forse, la qualifica di architetto con cui fu indicato anche nel Thieme-Becker, sia pure come personaggio diverso dal pittore. D'altronde nei numerosi documenti dell'Archivio del Vicariato di Roma il C. è sempre indicato come pittore, ed è documentato nella stessa Chiesa Nuova per piccoli lavori di pittura nel 1625 (Pollak, 1928, p. 427 n. 1665). Pagamenti per lavori di indoratura e pittura sempre in S. Maria in Vallicella sono registrati negli anni 1627-28 e, il 6 maggio 1629 "intorno alla Madonna del cantone della strada nova" (ibid., p. 432 n. 1629, p. 439 n. 1769). Nel 1635 il suo nome compare nuovamente in un documento riguardante l'Accademia di S. Luca (ibid., pp. 189 s. n. 653; Noehles, 1970, p. 342 n. 47).
È indicativo della situazione dell'Accademia che pure un artista di così modeste imprese potesse raggiungervi la posizione di secondo rettore. La sua morte è registrata il 17 apr. 1636 nel libro dei morti di S. Tommaso in Parione. Fu sepolto nella Chiesa Nuova, dove nel 1603 il C. e la moglie "sibi et posteris suis sepulchrum elegerunt", come si poteva leggere sulla lastra tombale trascritta dal Pascoli (1736, p. 552) e dal Forcella (1874). Dei numerosissimi figli fu architetto Francesco.
Contemporanei del C. furono un Giovanni Pietro Contini che lavorò come organaro a Prato (1570-75 circa: G. Marchini, Il tesoro del duomo di Prato, Prato 1963, p. 124 n. 172) e un doratore Giovanni, documentato nel 1634, operoso nella chiesa di S. Agata a Roma e nel 1635 tra gli artisti che sovvenzionavano l'Accademia di S. Luca (Pollak, 1928, pp. 20 n. 70, 189 s.).
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. stor. del Vicariato, Schedario M. Taglioni, ad vocem;L. Pascoli, Vite de' pittori... moderni, II, Roma 1736, pp. 551 s.; V. Forcella, Iscriz. delle chiese ... di Roma, IV, Roma 1874, p. 153 n. 385, 183 n. 461; A. Bertolotti, Artisti bolognesi ferraresi del già Stato Pontificio in Roma, Bologna 1885, p. 68; O. Pollak, Die Kunsttätigkeit unter Urban VIII, Wien-Augsburg-Köln 1928, pp. 189 s., 339, 427, 432, 439; U. Donati, Artisti ticinesi a Roma, Bellinzona 1942, pp. 397 s.; K. Noehles, La chiesa dei SS. Luca e Martina nell'opera di Pietro da Cortona, Roma 1970, pp. 335 n. 13, 342 n. 47; A. M. Corbo, Fonti per la storia artistica romana al tempo di Clemente VIII, Roma 1975, ad Indicem;U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VII, p. 339 (due voci distinte, come architetto e come pittore).