CESARI, Pietro
Nacque a Pordenone il 17 marzo 1849 da Michele e da Maria Ceschet. Figlio di operai, si dedicò inizialmente all'oreficeria; giovanissimo rivelò attitudini al canto. A Pordenone studiò canto e violino, e fu ben presto scritturato da una compagnia di operette. Nel 1874, entrato a far parte della compagnia Lupi, ottenne un grande successo al teatro Dal Verme di Milano in Giroflé Giroflà di A. C. Lecocq. Nell'autunno del 1878 debuttò nel repertorio operistico al teatro Riccardi di Bergamo nel Barbiere di Siviglia e nel Pipelet di S. A. De Ferrari e, attore brioso e divertente, si mise in luce nel repertorio comico. Più basso che baritono (nel Barbiere eccelse soprattutto come don Basilio, pur interpretando con pieno successo di critica anche la parte di Figaro), godette grande popolarità tra il 1880 e il 1892, particolarmente a Milano.
Nel 1881 si affermò decisamente, con totali consensi da parte della critica e del pubblico, come basso nel repertorio lirico-comico. Nel febbraio di quell'anno interpretò da protagonista Papà Martin di A. Cagnoni al Dal Verme di Milano, nel marzo Nozze in prigione di E. Usiglio al teatro Manzoni di Milano, il 1º aprile ancora al Manzoni Crispino e la comare dei fratelli Ricci, nell'ottobre Tutti in maschera di C. Pedrotti al teatro Vittorio Emanuele di Torino, e di nuovo, il 21 dicembre, Papà Martin, con cui si aprì la stagione lirica al teatro Rossini di Venezia: ottenne un successo pieno e convincente. Il 21 genn. 1882, al Rossini, cantò anche in Le donne curiose di E. Usiglio.
Nel marzo del 1882 tornò al Manzoni di Milano interpretando Marta di F. v. Flotow e Don Pasquale;nello stesso teatro, il 1º aprile, fu "fatto segno ad una vera ovazione ... e gli venne presentata una bella corona di alloro", dopo aver eseguito brani dal Don Pasquale, da Crispino e la comare e da Nozze in prigione. L'anno seguente aggiunse al suo repertorio due opere: cantò, al Manzoni, in Fra' Diavolo di D. Auber (marzo) e in Lalla Rook di F. David (6 aprile). Nell'autunno di quell'anno andò in tournée a Montevideo e Buenos Aires, dove nel novembre interpretò Papà Martin.
Nel luglio del 1884, di nuovo in Sudamerica, a Valparaíso, il C. affrontò anche il repertorio serio con la Sonnambula. Nel novembre dell'anno 1885 il C. era a Milano al teatro Carcano in Don Pasquale, nel settembre del 1886 al teatro Filodrammatico in Fra' Diavolo e Papà Martin. Intanto aveva iniziato, anche in questo campo con pieni consensi, l'attività di impresario: al Dal Verme di Milano dove curò gli spettacoli lirici per diversi anni consecutivi, nell'ottobre 1887 allestì Carmen e, nel 1888, Ernani,Un ballo in maschera (gennaio), Trovatore (febbraio), Carmosina di João Gomes (maggio), Francesca da Rimini di A. Cagnoni (novembre). In quel periodo dirigeva l'orchestra del teatro Dal Verme il giovanissimo Toscanini.
Il 19 genn. 1889 lo troviamo al teatro Solis di Montevideo dove cantò la parte di Donna Juanita nel Don Bucefalo di A. Cagnoni, che aveva come protagonista il grande A. Bottero. Continuò in quell'anno l'attività di impresario e allestì, sempre al Dal Verme, Rigoletto,Ugonotti,Cleopatra di G. Bensa (maggio), Traviata e il ballo Coppelia di L. Délibes (ottobre). Nel 1891 alternò le due attività con incredibile freschezza: al Regio di Torino allestì Asrael di A. Franchetti, nel gennaio Rigoletto e nel marzo i Vesprisiciliani, poi in aprile cantò al Nazionale di Roma in Tutti in maschera di C. Pedrotti; nel maggio Asrael al teatro delle Muse di Ancona, Semiramide al Carignano di Torino, interpretò Nozze in prigione di E. Usiglio al teatro Goldoni di Venezia (ottobre), e infine presentò Cavalleria rusticana al Carignano di Torino (4 novembre).
Nel 20 genn. 1892 il C. fa consacrato definitivamente fra i migliori bassi comici del momento, creando la parte del Pedone nella prima esecuzione della Wally di Catalani alla Scala. In quell'anno si cimentò come Figaro ai Filodrammatici di Milano (17 aprile) e venne definito "un Figaro modello". Successivamente, il 5 maggio nello stesso teatro, ottenne un altro grande successo in Fra' Diavolo di D. Auber. Continuò le tournéés in Sudamerica: nel 1893 cantò a Buenos Aires; nel 1898 vi ritornò come impresario (ad agosto era al teatro Argentino di La Plata, poi a Buenos Aires e in altre città). La compagnia Cesari-Tetrazzini aveva in cartellone le opere Lucia,Dinorah,Puritani,Mignon,Barbiere,Rigoletto,Faust,Traviata,Fra' Diavolo. Cantò anche a Bologna (Brunetti, Duse), Genova (Politeama), Firenze (arena Nazionale) e Vienna (1881). Nel 1906 fu in varie città della Spagna. La sua carriera di cantante, nel cui repertorio furono, inoltre l'Elisir d'amore,La campana dell'eremitagio di E. Sarria, Mirella di C. Gounod, Carmen (Escamillo), Forza del destino (fra' Melitone), si protrasse fin verso il 1910.
Il C. morì a Milano il 24 ott. 1922.
Buffo di talento, seppure non dotato dei mezzi vocali e della preparazione musicale di un Bottero, s'impose soprattutto per la naturale vis comica, che seppe quasi sempre contenere nei giusti limiti, guidato da una non comune intelligenza artistica. Ebbe i più lusinghieri giudizi da parte della critica, in modo particolare per le sue interpretazioni di Papà Martin,Crispino e la comare,Tutti in maschera,Don Pasquale (cfr. Gazzetta musicale di Milano, XXXVI [1881], 43, p. 384; 44, p. 393). Le stesse qualità espresse come cantante, buon gusto, intelligenza, senso artistico, dimostrò nella comtemporanea attività di impresario, riscuotendo sincere approvazioni (ibid., XLIII [1888], 19, p. 176).
Fonti e Bibl.: Gazzetta musicale di Milano, XXXVI (1881), 9, p. 87; 14, p. 132; XXXVII (1882), II, p. 105; XLI (1886), 39, p. 284; XLII (1887), 44, p. 339; XLIV (1889), 23, p. 365; 43, p. 690; XLVI (1891), 11, p. 184; 15, p. 246; 44, p. 714; XLVII (1892), 7. p. 104; 19, p. 298; R. Celletti, Il buffo e la tradizione melodrammatica, in Musica d'oggi, II (1959), 2, p. 65; Encicl. della Musica Ricordi, I, p. 452; Enciciopedia dello Spettacolo, III, col. 458; La Musica,Diz., I, p. 382.