CERIGHELLI (Serighelli), Pietro
Nacque a Bergamo nel 1719 (Fornoni). Fin dall'età più tenera fece parte dei "giovanissimi" e amatissimi e, stando ai ritratti, "bellissimi" scolari, (o "prugne") della "stanza" di fra' Vittore Ghislandi, detto Galgario (Testori, 1970).
Dal Ghislandi il C. apprese il segreto di un colorismo vivido, brillante, naturalistico, anche se, per il disegno, si avvicina di più alla scuola veronese del Balestra e del Rotari. È probabile che, dopo un breve periodo di discepolato in cui si offrì anche come "modello" presso il Galgario (a p. 24 del catalogo del 1796 dell'Accademia Carrara di Bergamo, figura un quadro di fra' Galgario rappresentante il C. ancor giovinetto: Pinetti, 1911), passasse a Verona: alla scuola più impegnativa del conte P. A. Rotari dovette distinguersi per impegno e bravura, se è vero, come asserisce lo stesso Fornoni, che "fu degno allievo del conte Rotari che soleva condurlo con sé a Pietroburgo". Dato che il Rotari venne chiamato dall'imperatrice Elisabetta nel 1756 alla corte russa, dove morì il 31 agosto 1762, possiamo ritenere per certo che il C. rimase nell'orbita di influenze del Rotari fino alla maturità.
I suoi primi lavori si inseriscono e si confondono con quelli di questo secondo maestro che dovette nutrire, per lui, la massima stima tanto che, in Bergamo, lo ritenne degno di completare due delle cappelle laterali della chiesa di S. Spirito. Infatti, nella seconda cappella a sinistra, dedicata a s. Ubaldo, i due quadri laterali che rappresentano Fatti miracolosi del medesimo santo sono del Rotari e rivelano uno stile severo e magniloquente, un po' obnubilato, mentre la mezzaluna in alto, di stile sciolto e a colori vividi, rappresentante le virtù della Pazienza e della Purezza, è del C.; nella terza cappella, sempre a sinistra, dove sono raffigurati dal Rotari lo Sposalizio di Maria Vergine e la Visita di Maria a s. Elisabetta, il C.,al centro, nella mezzaluna, dipinse, con stile tiepolesco, lievitante di colore, in uno scorcio inventivo magistrale, L'Assunzione della Vergine al cielo in una gloria di angeli.
Nella chiesa di S. Spirito il C. non si limitò a completare i lavori del maestro, ma gli venne affidata una cappella intera da dipingere: la terza di destra.
I laterali (Il transito di s. Giuseppe assistito da Gesù e Maria, il Battesimo di Gesù nel Giordano) e le tre Virtù teologali (al centro) non sono, come erroneamente afferma Pinetti (1931, pp. 109-10), di Gioachino Manzoni, ma del C., come è documentato nell'Indice delle Chiese di Bergamo (inTassi, II, p. 27).Non riteniamo, invece, siano del C. (Pinetti, 1931, p. 114), ma del Manzoni, i due quadri, S. Girolamo Miani che accoglie sotto la sua protezione i bambini e S. Andrea Avellino colpito da epilessia davanti all'altare, nella nicchia sull'altare maggiore della stessa cappella.
Il C. è una figura trascurata dalla storiografia bergamasca, che ricorda soltanto il suo quadro raffigurante il Trionfo della Fede sulla volta della distrutta chiesa di S. Defendente in Bergamo, un S. Francesco di Paola dietro l'altare maggiore, nel coro, nella parrocchiale di Bolgare, ed alcuni affreschi in S. Bartolomeo non più reperibili. Il Tassi, suo contemporaneo, anzi, lo ignora nelle Vite e pure il conte Marenzi, nel suo "discorso sulla pittura bergamasca", non fa cenno alcuno al pittore che è invece da ritenersi uno dei più dotati pittori dell'epoca operanti nella città di Bergamo.
Sono da attribuire al C., tra le numerose opere senza autore che popolano le chiese del Bergamasco, due quadri nell'antica parrocchiale di Longuelo: il primo raffigurante S. Francesco orante in estasi in una grotta, l'altro S. Maria Maddalena meditante in uno speco. È anche fondata l'opinione del Moratti che annovera tra le sue opere un S. Luigi Gonzaga nella parrocchiale di Rovetta, a cui va aggiunta la S. Maria Maddalena, ai lati dell'altare maggiore (per il Pinetti, pp. 386-87,ambedue di autore ignoto).
In base al raffronto con le sue opere gli va pure assegnato il bellissimo Battesimo di Gesù sopra il fonte battesimale della parrocchiale di Aviatico, restaurato nel 1969 (per il Pinetti, p. 166,di ignoto); sua è una replica del S. Luigi di Rovetta nella chiesa di S. Nicola in Almenno San Salvatore come pure il Transito di s. Giuseppe nella parrocchiale di Semonte che riflette l'analogo soggetto dipinto in S. Spirito.
Crediamo, in definitiva, che il C. debba essere rivalutato nelle sue doti di pittore e non confuso nella innumere e mediocre schiera degli artisti del Settecento che operarono nel Bergamasco, senza elevarsi ad uno stile proprio, innovatore, già presago delle stilizzazioni neoclassiche che trionfarono in Bergamo con la scuola del Diotti.
Fonti e Bibl.: C. Marenzi, Il Servitor di piazza...,Bergamo 1725, p. 53; A. Pasta, Le pitture notabili di Bergamo..., Bergamo 1775, p. 95; F. M. Tassi, Vite de' pittori...[1793], I-II, Milano 1969-70, ad Indicem; Bergamo, Bibl. civica: P. Moratti, Raccolta di pittori che dipinsero in Bergamo (ms.), I, p. 281; Bergamo, Curia vescovile: E. Fornoni, Artisti bergamaschi (ms.), II, p. 191; A. Pinetti, Noterelle ghislandiane, in Boll. della Civica Bibl. di Bergamo, V(1911), p. 148; Inventario degli oggetti d'arte d'Italia, I, A. Pinetti, La provincia di Bergamo, Roma 1931, ad Indicem (p.114: lo ritiene veronese evidentemente perché allievo del Rotari); G. Testori, Fra' Galgario, Torino 1970, p. 6; P. Capuani, Fastigi dell'arte pittor. nelle chiese della parrocchia di Longuelo, in Il 25° di parrocchia del sac. V. Belotti, Bergamo 1973, p. 62.