Riformatore (Firenze 1508 - Roma 1567). Figlio di un alto funzionario di casa Medici, avviato alla carriera ecclesiastica, si recò giovanissimo a Roma, accolto in casa dello zio materno, il card. Bibbiena. E il card. Giulio de' Medici, che ne aveva grande stima, quando fu eletto pontefice (Clemente VII, 1523) lo chiamò in curia e gli affidò importanti incarichi. Ma alla morte del pontefice (1534), C. abbandonò la carriera ecclesiastica e Roma. Trascorse i primi anni a Firenze (1536-39), e poi a Napoli (1539-41), dove, nel circolo di Giulia Gonzaga, conobbe J. de Valdés, B. Ochino, P. M. Vermigli e altri riformatori, a Viterbo (1541-42), alla corte del card. Pole, e a Venezia (1542-45), dove lo raggiunse una prima convocazione per un processo di eresia subito però interrotto. Negli anni successivi allargò le sue relazioni, anche all'estero, e fu (1547) in Francia ospite di Caterina de' Medici. Nel 1552 era a Venezia, e già si erano fatte consistenti le voci su questo segreto ambasciatore delle idee riformate. Chiamato a Roma, il C. rifiutò di presentarsi e fu condannato (1558); ma a Roma egli si recò alla morte di Paolo IV (1559), ottenendo da Pio IV un riesame del processo e l'annullamento della condanna. Ma nel giugno 1566, dopo l'elezione al pontificato di Antonio Ghi slieri (Pio V), che era stato intransigente oppositore della precedente assoluzione, e la morte di Giulia Gonzaga con conseguente sequestro del suo compromettente archivio, il caso fu riaperto e C. consegnato da Cosimo de' Medici, presso il quale si trovava, all'Inquisizione romana. Dopo un lungo processo, condannato, fu decapitato e arso.