CARCANO, Pietro
Nacque probabilmente nei primi anni della seconda metà del sec. XV da Bartolomeo, originario del territorio di Somma Lombardo (Varese). Non sappiamo in che epoca egli abbracciò la carriera ecclesiastica, ma era già prete nel 1485, quando Galeazzo Visconti, cosignore di Somma, diplomatico e uomo politico, lo definì suo cappellano e segretario. Egli mantenne questo impiego presso il nobile milanese per tutta la vita. Nel 1493 circa ebbe un figlio, Lodovico, da certa Angelina Gallazzi di Busto Arsizio, maritata a Boniforte del Sasso. Fu procuratore del Visconti dal 10 apr. 1492 al 26 luglio 1499. Si ha notizia dell'acquisto da parte del C. il 30 sett. 1497 di un bosco a Casorate (Varese) e tre mesi dopo di una terra vicino a Somma.
Dopo la conquista francese del ducato egli fu chiamato dalle autorità a render conto delle proprietà del suo signore, che in quel periodo era fuggito in Svizzera. Tornato questi a Milano ed ottenuta anche la carica di senatore e di consigliere reale, il C. riprese ad esercitare le sue mansioni presso di lui. Il 15 marzo 1502 rivolse una supplica a Luigi XII allo scopo di ottenere la legittimazione del figlio, allora di circa nove anni. Egli desiderava lasciare al ragazzo i suoi beni, che in massima parte gli erano pervenuti in eredità dal padre ed in parte aveva acquistato personalmente con i frutti del suo lavoro di procuratore-segretario del Visconti, con quelli della sua opera di copista e miniatore e con gli introiti di una cappellania (S. Giovanni Itolano a Milano).
Il sovrano concesse la sua autorizzazione e Lodovico fu legittimato nello stesso anno, prima per mezzo del conte palatino Giorgio de Roziis e poi, poiché si dubitava della validità del primo atto, di nuovo, nel dicembre da Lodovico de Borzio. Il C. fece testamento nel 1502 e successivamente nel 1508 e nel 1511, ed in tutti e tre gli atti istituì erede universale il figlio, riservando un legato alla Fabbrica del duomo. Fu al servizio del Visconti fino al luglio del 1514 e morì fra il 10 dicembre dello stesso anno, quando acquistò una villa a Motta, ed il 6 ott. 1516, giorno in cui risulta già morto in un documento di cui era autore il figlio. Nel 1481 aveva fatto erigere una cappella dedicata a s. Bartolomeo nella chiesa parrocchiale di Lonate Pozzuolo. Fece anche restaurare a sue spese la cappella di S. Giovanni Itolano, nella chiesa omonima in Milano, di cui, come si è accennato, era patrono e titolare di una cappellania.
Si è visto che fra le attività del C. vi era quella di copista e miniatore. Nella Biblioteca Ambrosiana si conserva un suo codice (E 7 inf.) firmato e datato aprile 1476, contenente le Commedie di Terenzio, con proemi del Petrarca e di Giacomino da Mantova. Il codice, pergamenaceo, racchiuso ancora nella sua legatura originale, apparteneva a Galeazzo Visconti, come si deduce da una miniatura, a c. 9, raffigurante uno scudo recante il biscione visconteo e le iniziali "G. V.". In base all'analisi della scrittura e dai caratteri stilistici delle miniature, sono a lui attribuiti anche la parte del codice E 67 inf. dell'Ambrosiana, contenente il De amicitia di Cicerone e il 1327 della Trivulziana, che contiene un sunto del Rerum gestarum Francisci Sfortiae di Giovanni Simonetta..
Il C., che abitò sempre, come il Visconti, nella parrocchia di S. Satiro, fu in relazione, probabilmente per la sua attività di miniatore, con i famosi orefici milanesi Foppa. Inoltre sembra improbabile che la scuola di miniaturisti, sorta a Busto Arsizio, che fu contea di Galeazzo Visconti, nella prima metà del 1500 e fondata da Francesco Crespi de Roberti, non sia stata influenzata dalla sua attività di miniatore.
Fonti e Bibl.: F. Argelati, Bibliotheca scriptorum Mediolanensium, I, 2, Mediolani 1745, col. 306; L. G. Pélissier, Les sources milanaises de l'histoire de Louis XIIe. Trois registres de lettres ducales de Louis XIIe, Paris 1892, pp. 44 s.; C. Foligno-E. Motta-F. Novati-A. Sepulcri, Spoglio di cod. manoscritti petrarcheschi…, in Francesco Petrarca e la Lombardia, Milano 1904, pp. 279 s.; R. Sabbadini, Classici e umanisti da codiciambrosiani, Firenze 1933, p. 72; P. Bondioli, Per la biogr. di Caradosso Foppa, in Arch. stor. lombardo, LXXV-LXXVI (1948-49), p. 242; Id., Un miniatore lombardo ignorato, in La Bibliofilia, LIX (1957), pp. 15-22; R. Cipriani, Codici miniati dell'Ambrosiana, s. l. (ma Milano) 1968, p. 232; E. Pellegrin, La bibliothèque desVisconti et des Sforzaducs de Milan, Florence-Paris 1969, p. 48; F. Calvi, Famiglie notabilimilanesi, IV, Milano 1885, sub voce Carcano, tav. XXV.