CAMPI, Pietro
Di questo tipografo, che operò a Bologna durante l'ultimo decennio del sec. XV, si hanno notizie concernenti soltanto l'attività editoriale che egli condusse unitamente al fratello Iacopo.
Negli archivi bolognesi - che il Sorbelli tanto diligentemente ha esplorato per ritrovarvi notizie su stampatori di quella città - non si sono, sino ad oggi, rinvenute carte che facciano menzione di loro. Il cognome è comunemente indicato dai bibliografi come "Cambi", mentre nella sottoscrizione da loro apposta al secondo libro stampato ha la forma "Campi", inoltre il Sorbelli suppose che si trattasse di due fratelli e l'ipotesi è da ritenersi accertata dalle note tipografiche poste in calce all'edizione dell'Itinerarium in volgare del Mandeville.
Nel 1490 avevano certamente bottega in Bologna come appare dall'edizione che- allo stato attuale delle ricerche bibliografiche - si deve considerare come la loro prima: è questa la versione in italiano, dovuta a Galeotto da Bologna, della Rhetorica ad Herennium, pubblicata col titolo: La elegantissima doctrina de lo eccellentissimo Marco Tullio Cicerone chiamata rethorica nova traslata di latino in vulgare da Galeotto da Bologna eximio Maestro (Hain, 5094). Debbono passare sette anni prima di trovare la seconda loro edizione: è il volgarizzamento italiano del già citato Itinerarium di sir John Mandeville che ebbe come titolo: Iohannes de Mandavilla che tracta de le più meravigliose cose e più notabile che si trovano in le parti del mondo. La sottoscrizione editoriale è: "Impresso in lalma & inclita Cita di Bologna per mi Piero et Jacopo fratelli da Campi... M.cccclxxxxvij" (Indice gen. d. incunaboli, 6105). In Italia ne resta la sola copia mutila della Bibl. com. di Venezia, ma altra copia integra è posseduta dal British Museum di Londra. È un in -4º di cc. 72 impresso con un 140 G. analogo a quello usato dai fratelli Bazalieri tra il 1487 e il 1493. Questa serie di caratteri fu forse acquistata dai Campi quando B. Bazalieri si trasferì da Bologna a Reggio. Quanto al testo del volgarizzamento esso non è che la replica dell'edizione data da Pietro da Comeno (Milano, 31 ag. 1480) e di poi ristampata a Bologna da Giovan Giacomo de Benedetti il 18 luglio 1492 (I.G.I., n. 6099, 6104); quella dei Campi è la settima replica del testo che fu ristampato ancora varie volte.
Dei due fratelli non si hanno altre notizie; V. Scholderer propende a credere che, tanto tra il 1490 e il 1497 che dopo quell'anno, i due fratelli abbiano lavorato per altri stampatori di Bologna (e questa era anche l'opinione del Sorbelli) segnatamente per i Bazalieri. Ma nessun documento ne resta. Il nome di Iacopo si ritrova una volta ancora a Bologna come stampatore di una edizioncina popolaresca - che ebbe gran voga a quei tempi - dell'Opera nova di Antonio Caracciolo. Uscì il 20 giugno 1517 col titolo: Opera nova di Nocturno Neopolitano nela quale vi sono Egloge. Bargelete. Ode. Sonetti. Strambotti. Il frontespizio è adorno da una bordura xilografica. Ebbe più reimpressioni, e segnatamente in Bologna ad opera di Gerolamo Benedetti.
Bibl.: V. Scholderer, in Catalogue of books printed in the XV century now in the Brit. Museum, VI, p. XXXVII, 835; M. Sander, Le livre à figures italien depuis 1467 jusqu'a 1530, Milano 1942, n. 1679; A. Sorbelli, Storia della stamperia bolognese, Bologna s.d., pp. 64, 94 s.; F. T. Norton, Italian printers (1501-1520), London 1958, p. 10; L. Hain, Repertorium bibliographicum…, n. 5094; Indice generale degli incunabuli posseduti dalle biblioteche d'Italia, IV, nn. 6099, 6105 s.