CAMPANA, Pietro
Nacque nel 1727 a Soriano, come è indicato nella Nuova Pianta di Roma data in luce da G. B. Nolli l'anno 1748. Fu allievo dell'incisore e disegnatore Rocco Pozzi; incisore al bulino, lavorò in continuazione a Roma e Napoli (non è documentato un soggiorno a Venezia, indicato dal Bryan).
Fu uno dei collaboratori del Museo Fiorentino... Serie di ritratti degli eccellenti pittori dipinti di propria mano che esistono nell'imperiale Galleria di Firenze..., per il quale incise i ritratti della tav. 42 del primo volume (Firenze 1752), le tavv. 97 e 109 del secondo (ibid. 1754) e le tavv. 116, 163 del terzo (ibid. 1756). Il C. collaborò anche ai due volumi "in seguito", che vennero pubblicati a Firenze nel 1764 e 1766.
Partecipò anche, con una incisione da un quadro di G. Ribera, alla raccolta di stampe dal titolo Planches pour recueil d'estampes d'après les plus célèbres tableaux de la Galerie de Dresde nelle due edizioni del 1753 e del 1757. Dal 1757 fu uno degli illustratori delle opere d'arte antica ritrovate nella riscoperta città d'Ercolano. Il primo volume, introduttivo e senza incisioni, uscito a Napoli nel 1754, porta il titolo Catalogo degli antichi monumenti dissotterrati dalla discoperta città d'Ercolano;gli altri otto volumi hanno il titolo complessivo Delle antichità di Ercolano e sono stati pubblicati in annate diverse sino al 1792.
Con il C. parteciparono all'impresa il suo maestro Rocco Pozzi, il romano Nicola Vanni, Filippo Morghen, lo spagnolo Francesco Lavega, il Vanvitelli, al quale appartengono i disegni più belli e più fini, e numerosi altri, tra i quali Vincenzo e Ferdinando Campana.
Il C. è presente con sue incisioni in sette volumi: nel quinto volume delle pitture (1779), la tav. a p. 163 riproducente Fauno e ninfa da lui cominciata su disegno di Vincenzo Campana, venne termmata dal Fiorillo e poiché nel volume successivo, del 1792, l'artista non è rappresentato, si può presumere che sia morto nel frattempo. Le sue incisioni, impegnative, anche se condotte con uno stile già gelato dal neoclassicismo accademico, non si limitarono alla riproduzione delle opere famose, ma raffiguravano anche vignette fantastiche che servivano da "cul-de-lampe" a fine di capitolo o ne introducevano i nuovi.
Tra le incisioni sparse bisogna ricordare: S. Francesco di Paola, mezzo busto, da S. Conca; Liberazione di s. Pietro, da M. Preti, S. Gioacchino con la Vergine, a bulino, da S. Pozzi; Ritratto di suor Chiara Isabella Fornari, monaca di Todi, morta il 1744; S. Romualdo abate in contemplazione, a mezza figura, da una pittura di G. Betti.
Negli Stati d'anime di S. Andrea delle Fratte, del 1761 (Roma, Archivio storico del Vicariato), compare (p. 90) il C. in età di quarantaquattro anni con la moglie Alessandra Galante, due figlie, un genero pittore, "Francesco Romano di anni 28", e un figlio Vincenzo di diciotto anni. È quindi figlio del C., con tutta probabilità quel Vincenzo che, insieme con un Ferdinando Campana, collaborò alle Antichità di Ercolano.
Vincenzo fornì prevalentemente i disegni, ma talvolta "scolpì", mentre Ferdinando era un esecutore; raramente però i due sottoscrissero la stessa incisione. Tranne che nel primo e nel secondo tomo delle pitture (1757 e 1760), Vincenzo è sempre presente con suoi lavori; opere di Ferdinando mancano solo nel primo tomo delle pitture (1757). Oltre alle riproduzioni delle antichità, i due fornirono intagli di vignette fantastiche e fregi da distribuire nel corso dei capitoli e complessivamente firmarono il maggior numero di incisioni. I disegni di altre quattro vignette di Vincenzo riproducenti delle spirali vegetali, con al centro un pescatore o un animale, compaiono nel volume di F. M. Avellino Tempio d'Iside, stampato a Napoli nella Stamperia reale nel 1851.
Bibl.: G. Gori Gandellini, Notizie istor. degl'intagliatori, I, Siena 1771, pp. 213 s. (anche per Francesco e Ferdinando); K. H. von Heinecken, Idée générale d'unecollection complette d'estampes, Leipsic-Vienne 1771, pp. 59, 63, 69; M. Huber-C. C. H. Rost, Manuel des curieux et des amateurs de l'art, Paris 1797, IV, p. 167; Bryan's Dictionary of Painters and Engravers, I, London 1804, p. 239; P. F.-H. L. Basan, Dictionnaire des graveurs anciens et modernes, Paris 1809, I, p. 113; L. De Angelis, Notizie degli intagliatori.. aggiunte a G. Gori Gandellini, VII, Siena 1810, pp. 277-280; P. Zani, Encicl. metodica... delle Belle Arti, I, 5, Parma 1820, p. 247; G. H. Nagler, Die Monogrammisten, München 1860, II, pp. 312 s. (anche per Francesco e Ferdinando); Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, I, Paris 1854, p. 575 (anche per Francesco e Ferdinando); U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, pp. 453 (per Ferdinando), 454 (per il C. e Vincenzo).