CAIMI, Pietro
Nacque a Sondrio il 22 maggio 1830 da Pietro e da Rosa Mottarlini. Allievo del R. Collegio di marina di Venezia dal 1ºott. 1842, fu guardiamarina nella marina veneta dal 23 marzo 1848 al 15 giugno 1849. Con 10 stesso grado passò, il 1º agosto 1851, nella marina sarda. Prese parte, nel 1855 e nel 1856, alla campagna di Oriente, nel corso della quale venne decorato della medaglia inglese di Crimea. Andò in missione a Essen, in Germania, dal 20 luglio al 23 ag. 1879 per assistere a esperimenti di artiglieria. Nominato contrammiraglio il 1ºapr. 1881, ricoprì successivamente le cariche di direttore generale dell'arsenale del 1ºDipartimento militare marittimo, di comandante dello stesso Dipartimento e di membro del Consiglio superiore di marina.
Il nome del C. è soprattutto legato all'impresa di Massaua, alla quale partecipò come comandante in capo della divisione navale destinata al Mar Rosso e che, formata in un primo tempo dalla "Vespucci", dalla "Garibaldi", dalla "Castelfidardo", dalla "Vedetta" e dal "Messaggero", mosse da La Spezia insieme col "Gottardo", sul quale si trovava il tenente colormello T. Saletta comandante del corpo di spedizione composto di ottocento uomini.
Parte della divisione lasciò Porto Said per iniziare la traversata del canale di Suez il 27 genn. 1885, partendo il 3 febbraio da Suakim dove il C. passò dalla "Vespucci" sul "Gottardo". Si unì allora al Saletta al quale fu comunicato solo in quest'occasione la vera destinazione della spedizione che egli sapeva diretta ad Assab, come risulta dalla lettera n. 30 del 30 genn. 1885 scritta a bordo del "Gottardo" e inviata al C. ancora sulla "Vespucci".
Le altre navi da guerra - fra le quali l'"Esploratore", il "Barbarigo", il "Vettor Pisani", il "Conte di Cavour" e un gruppo di torpediniere - furono dislocate tra Suakim, Assab e Perim, in attesa dell'ordine telegrafico del ministero della Marina, in seguito al quale avrebbero dovuto convergere simultaneamente su Massaua, ove il concentramento avvenne la mattina del 5 febbr. 1885.
Il C., a cui fin dal 13 gennaio con riservatissima n. 41 prot. 121 dal ministro B. Brin erano state impartite istruzioni affinché tollerasse, per qualche tempo, che sulla città occupata sventolassero contemporaneamente le bandiere italiana ed egiziana, secondo gli ordini ricevuti, lanciò un proclama in arabo alle popolazioni per affermare, tra l'altro, che il governo italiano si presentava come "amico dell'Inghilterra, della Turchia e dell'Egitto non meno che dell'Abissinia".
Alle 11 il C. dal "Gottardo" scese a terra insieme col Saletta per incontrarsi col vicegovernatore egiziano 'Izzet Bey: questi che sostituiva il governatore del Sudan orientale, il colonnello inglese al servizio egiziano, Albert Chermside, ebbe il colloquio coi due ufficiali italiani alla presenza di Michele Marcopoli Bey, segretario del governatore e appartenente a una famiglia italiana originaria di Aleppo, i cui membri avevano, in diversi anni e in diverse località, ricoperto cariche consolari in rappresentanza degli Stati italiani.
Lo sbarco delle truppe e dei contingenti di marinai cominciò alle 15 ed ebbe termine alle 19: il Saletta assunse subito il comando della piazza che, in conformità con gli ordini ministeriali, fu occupata senza entrare in conflitto né "con le autorità locali né con gli abitanti".
Il 24 successivo, partì dall'Italia la seconda spedizione composta da milleduecento uomini con i quali, sul "Washington", prese imbarco anche il tenente generale A. Ricci sottocapo di Stato Maggiore dell'esercito. Il C., colpito per causa di servizio da "anemia complicata da catarro gastrico", il 9 aprile cessò dal comando delle forze navali del Mar Rosso e cioè il giorno seguente al suo imbarco, a Massaua, sulla "Garibaldi", nel frattempo trasformata in nave ospedale.
Gli succedette, ad interim, il capitano di vascello R. Corsi fino all'arrivo sul posto, in luglio, del nuovo comandante in capo, contrammiraglio Noce, che innalzò la sua insegna sulla "Varese".
Collocato in disponibilità il 1ºfebbr. 1886, il C. si spense a La Spezia il 1ºmaggio dello stesso anno.
Fonti e Bibl.: Roma, Ufficio storico della Marina, fasc. 5/56 e 119/1; L. Chiala, La spediz. di Massaua, Torino 1888, pp. 179, 187 s.; G. Po-L. Ferrando, L'opera della R. Marina in Eritrea e in Somalia (dall'occup. al 1925), Roma 1929, pp. 79, 81 s., 84; Min. d. Affari Esteri, L'Italia in Africa, serie storica, I, C. Giglio, Etiopia-Mar Rosso (1857-1885), t. 1, Roma 1958, ad Ind.;t. III, Documenti, 1883-85, a cura di C. Giglio, Roma 1960, ad Ind.