CAFFARELLI, Pietro
Figlio di Bonanno, del rione di S. Eustachio, e di Tomarozia, nacque probabilmente a Roma verso la fine del sec. XIV. Ebbe un fratello, Antonio, e una sorella, Sabetta.
Le poche notizie sulla sua vita si ricavano per lo più dal memoriale da lui composto, che si trova nel cod. Vat. lat.7976, inserito tra le "Notizie di famiglie romane" tratte da manoscritti, protocolli e libri di chiese parrocchiali romane, raccolte da P. L. Galletti, ai ff. 1r-9r.
Il memoriale copre un arco di tempo che va dal 1429 al 1441 e sembra sia stato scritto tutto nel medesimo momento piuttosto che giorno per giorno: ciò per le ripetizioni che vi si riscontrano, per lo scarso rispetto dell'ordine cronologico nell'esposizione degli avvenimenti e per la mancanza di alcune date. È probabile, dunque, che sia stato scritto nel 1441 o negli anni immediatamente successivi. Si tratta di un resoconto di cronaca familiare qua e là interrotto dalla descrizione di avvenimenti politici, come l'elezione di Eugenio IV e l'ingresso in Roma dell'imperatore Sigismondo.
Dal memoriale risulta che il C. sposò una certa Paolina, che gli diede sei figli: Giacomo, nato il 25 luglio 1429, Marzia e Silvio, nati rispettivamente nel 1432 e nel 1433 e morti ambedue nel settembre 1434, Marzia (cui fu dato questo nome in ricordo della sorella morta), nata il 13 febbr. 1437, Lorenzo, nato nel 1438 e Felice, nato nel 1441. I numerosi atti di compravendita compiuti dal C. altestano una sua discreta condizione economica: egli appare proprietario di case e terreni, molti dei quali cede in locazione.
Ad es. il 15 marzo 1436 acquistò alcuni campi fuori porta Salaria, nel novembre dello stesso anno comperò dagli eredi di Giovanni di Giacomo Albertini una casa già posseduta da Lorenzo de Bucamatiis, il 12 nov. 1437 acquistò una casa in piazza Monte Giordano e l'anno seguente comprò, per cinquanta fiorini, a nome proprio e del fratello Antonio, una bottega "atta a vender lo pesce", da Iacopo Erasiano.
Oltre a questo memoriale il C. scrisse, negli anni 1427-28, un'opera dal titolo Cronica sive adnotationes de rebus romanis pertinentibus ad familias, che è conservata nel codice Vat. lat.6311, ai ff. 107r-127v. Si tratta di un lavoro compilativo che raccoglie, in modo piuttosto disorganico, notizie storiche, informazioni relative alle genealogie di varie famiglie nobili romane, ai loro stemmi e ad alcuni aspetti della topografia di Roma, estratte, secondo la dichiarazione del C., da registri conservati presso l'Archivio capitolino e da altre cronache romane. Alcune parti della Chronica sono poi riportate in una raccolta anonima di storie di Roma nel Quattrocento, contenuta nel cod. Vat. lat.8255. I passi dell'opera del C. si trovano nei ff. 131r-139v e sono accompagnati, più volte, da glosse marginali in cui si indicano gli analoghi luoghi dei Nobilia dell'Alma Roma di V. Ceccarelli (opera che si trova nel codice Chig. G. V. 145), il quale si servì della cronaca del C. per il terzo volume del suo lavoro.
Il C. - che secondo F. Caffarelli ricopri la carica di protonotario capitolino (la notizia non sembra trovare riscontro nelle fonti) - dovette morire prima del 1464. In quell'anno erano sorte discordie tra i Caffarelli e gli Alberini, nel corso delle quali le difese del figlio Felice furono prese dal fratello del C., Antonio, che appare agire quale capo della famiglia. D'altro canto le numerose testimonianze dell'episodio tacciono tutte il nome del Caffarelli.
Fonti e Bibl.: Gli scarsi dati biografici del C. si ricavano, oltre che dal suo memoriale, dai Repertori di famiglie di D. Jacovacci (Bibl. Ap. Vat., cod. Ottob. lat.2549), p. 15; dagli Arbori di famiglie romane di C. Magalotti (Ibid., cod. Chig.VI. 164, f. 42r); e da C. Cartari, Advocatorum sacri consistorii Syllabum, Alma in Urbe 1656, p. XXXV. I due lavori del C. non sono stati oggetto di esame; soltanto P. Mandosio, Bibliotheca romana seu Romanorum scriptorum centuriae, I, Romae 1682, p. 14, ne dà notizia della sua Chronica.Del C. si occupa, ma fornendo dati incompleti e incerti, F. Caffarelli, I Caffarelli, Firenze 1958, pp. 26 s.