BUSENELLO, Pietro
Nato a Venezia nel 1705 da Giovanni Francesco ed Elisabetta Lion, affiancò alla consueta pratica negli uffici minori della cancelleria una non mediocre preparazione culturale legata alle esperienze e ai gusti dell'Arcadia. La sua carriera seguì il normale iter dei cittadini originari: segretario del Senato del 22 maggio 1734, nel luglio 1742 partì per Costantinopoli, al seguito del bailo Giovanni Donà e rimase nella capitale ottomana sino al novembre 1745. Per tre anni durante questo soggiorno raccolse pazientemente una grande quantità di notizie sull'Impero turco che nel 1744 ordinò e suddivise in 80 lettere (Lettere informative delle cose de Turchi riguardo alla religione et al governo civile economico militare e politico), dedicate al doge Pietro Grimani.
Il B. preannuncia per alcuni suoi atteggiamenti il vivace interesse di molti scrittori. I viaggiatori della seconda metà del sec. XVII per le civiltà orientali, anche se gli è aliena una consapevole e costruttiva volontà di indirizzare questa ammirazione ad una critica delle istituzioni e della mentalità della società europea. Egli protesta, nella lettera introduttiva, di non perseguire alcun interesse particolare nell'esaltare le virtù dei Turchi: solo "motivi di giustizia" lo spingono a non addossare loro quei difetti che non hanno e a "non dipingere con colori più caricati del dovere" quelli che li dominano (lett. 1). Promette di non essere "né parziale né avverso", soddisfatto solo di raccontare le cose "in modo istorico" (lett. 2), ed assicura di aver fondato l'elaborazione del suo scritto su testi originali ed antichi da lui ricercati nella biblioteca di un greco qualificato di Costantinopoli. L'opera, malgrado la forma epistolare, ha struttura organica e armonica: tutti gli aspetti della società e dei costumi dei Turchi vi sono trattati e illustrati, i problemi politici di fondo, la natura e i modi di esazione delle imposte, i territori dipendenti, la forza e organizzazione dell'esercito, il commercio con l'estero. Un particolare interesse è rivolto all'economia, di cui analizza gli elementi costitutivi e le cause della decadenza ormai evidente alla metà del sec. XVIII, e soprattutto alla religione: descrive con precisione di particolari gli articoli di fede del Corano e le pratiche di culto, esprimendo anche la sua ammirazione per il "rispetto" e la "fiducia in Dio" che gli sembrano così diffuse tra la popolazione. La sua indagine, che si estende minuziosa e dettagliata alle varie sette che dilaniano il mondo musulmano e ai fondamenti economici della potenza del clero, giunge sino a cogliere il carattere sincretico e politico della religione islamica e nota con una punta di preoccupazione, che sembra alludere anche a Venezia e all'Europa cristiana, il diffondersi in Turchia del "deismo" e dell'"ateismo". Non manca, ovviamente, la parte destinata a colpire di più il lettore veneto, la descrizione del folclore, della favolosa vita del Serraglio e il piccante accenno ai costumi delle donne dell'harem. Le Lettere si chiudono con un panorama dello stato delle relazioni con gli altri paesi europei e asiatici e con una descrizione delle cognizioni necessarie ai ministri stranieri presso la Porta. Il B. rimane nel complesso fedele alla sua dichiarazione di obiettività; benché sottolinei spesso il carattere dispotico del governo e gli aspetti meno simpatici della mentalità turca e non manchino le consuete battute sulla falsità della religione islamica e sul carattere favoloso delle sue origini, traspare qua e là una punta di ammirazione per alcune caratteristiche di quella civiltà così diversa dalla europea. Non fu certo estranea a questa equilibrata valutazione la stima che i Turchi dimostrarono, dopo l'odio passato, per i Veneziani di cui apprezzavano soprattutto l'onestà e puntualità nel commercio.
Diffuse in parecchi esemplari manoscritti, le lettere del B. rimasero inedite sino al 1960; le tradusse in tedesco e le pubblicò nel 1778, utilizzandole poi anche per un suo lavoro sull'Impero turco, C. W. Lüdeke, predicatore evangelico a Smirne. Lontane certo dal vigore stilistico dei posteriori scritti del Fortis, dell'Angiolini e dei Viaggi inRussiadell'Algarotti, esse sono pur tuttavia documento interessante di un'apertura mentale e di una sensibilità per alcuni aspetti del mondo ottomano non comuni in quel tempo.
Nel giugno 1748 il B. fu nominato residente a Londra dove, in mancanza di rilevanti impegni diplomatici dati i buoni rapporti tra la Repubblica veneta e l'Inghilterra, la sua attività si limitò a rassicurare il Senato circa sinistre "suspizioni" sparsesi a Venezia sulle clausole del trattato di Aquisgrana e a fornire consigli sui mezzi per fronteggiare la concorrenza commerciale. Così i suoi dispacci dedicano largo rilievo ai tentativi del duca di Modena di aprire una nuova strada per Massa e di crearsi un porto per gli scambi con l'Inghilterra e si soffermano particolarmente attenti e puntuali sulle notizie di natura economica. Già di passaggio per i Paesi Bassi per raggiungere la capitale inglese, aveva raccolto interessanti informazioni sulla situazione politica, militare e finanziaria dello Stato; anche da Londra riferisce sui tumulti che turbano la vita interna dell'Olanda a causa dell'imposizione di nuove imposte. Riuscì anche a venire in possesso di una serie di resoconti e consuntivi del bilancio per l'anno 1750 e di altri preziosi documenti riguardanti l'Inghilterra, l'Olanda e gli altri paesi nordici, che portò personalmente a Venezia.
Eletto il 16 genn. 1749 segretario del Consiglio dei dieci, il B. fu richiamato in patria nel settembre 1751. Ricoprì ancora questa carica, la più cospicua cui potessero aspirare i cittadini originari, dal 1ºsett. 1753 al 2 sett. 1757 e dal 1º sett. 1759 al 7 sett. 1763.
Morì il 15 marzo del 1765.
Esemplari manoscritti delle sue Lettere informative delle cose de Turchi riguardo alla religione et al governo civile economico militare e politico di P. B. segretario del Senato dedicate al serenissimo principe Pietro Grimani doge di Venezia si trovano a Venezia, Bibl. Marciana, mss. It., cl. VI, 317 (5779); It., cl. VI, 201 (5738); It., cl. VII, 584 (8498); It., cl. VII, 586 (8752). Altre copie a Venezia, Civico Museo Correr, cod. Cicogna n. 3166/V, 1287, 2596 (1861), e a Bassano del Grappa (ms. n. 1335). Tutti i codici portano la data del 1744, a eccezione dell'It., cl. VI, 201 (5738) della Marciana che ha il 1746; la traduzione in tedesco in C. W. Lüdeke P. Businello,Histor. Nachrichten von der Regiergngsart,den Sitten und Gewohnheiten des osmanischen Monarchie, Leipzig 1778, altra traduz. nel Magazin zum Gebrauch der Staaten- und Kirchengesch. ... des Staatesrechts katolischer Regenten in ihrer Geistlickeit (del Le Bret, I, 1771), pp. 52-161; II (1772), pp. 107-232. Prima edizione: G. Stanojevć, Vijesti o Turskoj (Pietro Busenelli: Notizie turchesche), Sarajevo 1960.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Senato,Dispacci ambasciatori,Inghilterra, filze 108, 109; Expulsis papalistis, filze 32, 35; Senato,Relazioni ambasciatori, Costantinopoli, b. 7 (rel. Giovanni Donà del 30 apr. 1746); Segretario alle voci,Elez. del Senato, regg. 23, 24; Provveditori alla Sanità,Necrologi, b. 952; T. Toderini, Genealogie delle famiglie venete ascritte alla cittadinanza originaria, II, p. 440. A Venezia si trovano anche: un ordine per il pagamento del suo salario di residente a Londra (Civico Museo Correr, cod. Cicogna 3414/43) e un suo memoriale al duca di Bedford, in cui illustra il punto di vista di Venezia sulla questione del patriarcato di Aquileia (Bibl. Marciana, mss. It., cl. XI, 209 [9552], V). Cfr. anche: G. Tassini, Cittadini venez., I, Venezia 1888 (mss. al Correr, alla Marciana e all'Arch. di Stato), c. 258; C. W. Lüdeke, Glaubwürdige Nachrichten von dem Türchischen Reiche nach seiner neuesten Religions u. Staatsverfassung nebst der Beschreibung eines zu Smyrnen errichteten evangel. Kirchenwesens, Frankfurt-Leipzig 1771; G. Toderini, Letteratura turchesca, II, Venezia 1787, pp. 60 s.; V. Malamani, I costumi di Venezia nel secolo XVIII studiati nei poeti satirici, in Rivista storica italiana, II (1885), pp. 45 s.; P. Donazzolo, I viaggiatori veneti minori. Studio bio-bibliografico, Roma 1927, pp. 287 s.