BORTOLUZZI, Pietro (dal 1898 circa Pieretto Bianco, per non essere confuso col suo omonimo Millo Bortoluzzi, pure pittore)
Figlio di Ferdinando e di Francesca Podgornik, nacque a Trieste il 28 ag. 1875. Studiò all'Accademia di Venezia, lavorò a Burano con U. Veruda ed esordì a Milano nel 1894, presentando un quadro di figura, Passaggio difficile (o Vecchio suonatore).Da allora, con tenace operosità, completò la sua formazione artistica sia nel ritratto sia nel paesaggio: nei quadri di genere presentava con fresche armonie i sobborghi poveri e le isole della città adottiva, che lo interessava nelle sue molteplici espressioni umane e paesistiche. In un secondo tempo, si sentì portato verso le forme ampie e retoriche della decorazione murale.
Il B. partecipava intanto, nei primi anni inosservato, a numerose esposizioni: Torino, 1896; Venezia, II Biennale, 1897; Torino, 1898; Venezia, V e VI Biennale, 1903-1905; Roma, 1911; Venezia, Ca' Pesaro, 1912; Venezia, X Biennale, 1912: è sua la decorazione pittorica del salone centrale raffigurante il Risveglio di Venezia (cfr. nel catal., pp. 24 s., la descrizione, del B. stesso, dei 14 pannelli e la dichiarazione di collaudo artistico della commissione di cui era relatore A. Sartorio: tra l'altro è detto che egli fonda "l'effetto decorativo sull'accordo dei colori anziché sul movimento delle forme"; ma L. Coletti, in Vita d'arte, X [1912], pp. 121 s., inoltre, li definisce "piccoli quadretti di genere gonfiati fino ad assumere le proporzioni di gigantesche decorazioni"; due pannelli sono riprodotti in L'Illustr. ital., 28 apr. 1912, pp. 416 s.). Alla I Esposizione internazionale d'arte della Secessione (Roma, 1914), oltre che esporre Vecchio pescatore, il B. eseguì le decorazioni delle sale internazionali. Nel 1914, sempre a Roma, rivestì di mosaici e affreschi la cappella nel parco della villa Doria Pamphilj; l'anno dopo decorò il salone di ricevimento del padiglione italiano (arch. M. Piacentini) all'esposizione di San Francisco, ottenendo il grand prix. Sempre più attratto dalle arti decorative, e in particolare dalla scenografia, arte nella quale raggiunse livello professionistico internazionale, il B. nel 1916 si trasferì a New York dove restò sino al 1920, come scenografo del Metropolitan Opera House (si ricordano scene per Crispino e la comare,Francesca da Rimini,Gianni Schicchi,Manon di Massenet, Lodoletta,Thaïs).
Dotato di una straordinaria resistenza al lavoro, il B. non si limitava a dare i bozzetti, ma copriva personalmente le grandi superfici, cercando, nelle scene, di esprimere la musica attraverso zone di colore unico, e vari gradi di luminosità. Eseguì decorazioni anche per privati, all'Avana nella villa del senatore J. M. Cortina (1921) e a New York nel ristorante Lido (1924).
Tornato in Italia, il B. insegnò decorazione nel regio Istituto di belle arti di Parma e si trasferì poi a Roma - dove abitava nello studio di M. Fortuny sulla via Flaminia - per insegnare all'Accademia. Alla I Mostra d'arte marinara a Roma (1926-27) ebbe una personale dove espose il trittico l'Arsenale (ripr. in Raccolta di 180 tavole..., Roma s.d., tav. 78), oltre a vari quadri (cfr. catal. della mostra, pp. 43-47). Nel 1927-28 eseguì la decorazione a fresco della sala del Consiglio superiore nel ministero della Marina; in quegli anni, e sino alla morte, sia per l'Opera di Roma sia per la Scala, eseguiva scenografie, tra l'altro per quasi tutte le opere dell'amico Wolf Ferrari (cfr. Encicl. dello Spettacolo).
Un infortunio successo al B. a Genova, mentre stava organizzando una grande personale, lo portò a morte a Bologna il 7 marzo 1937.
Tra le numerose opere, si ricordano quelle in collez. pubbliche: Magdeburgo, Museo, Chiesa di S. Marco (1897) e Fiori gialli (1934); Udine, Museo Marangoni, Mesti ricordi (1905); Burano, Museo, Torpediniera (1907); Roma, Gall. Naz. d'Arte Moderna, Burano (1908); Trieste, Museo Revoltella, La casa blu (1910); Madrid, Museo d'Arte Moderna, Kaffee Tisch (1924); Firenze, Galleria degli Uffizi, Autoritratto (1927); Torino, Museo Civico, Venezia si rinnova (1934), Zinie (1934); Milano, Galleria d'Arte Moderna, Tunisi e Costantina (1935).
Oltre che alle mostre già ricordate, il B. partecipò, tra le altre, alla I e alla II Quadriennale d'Arte a Roma (1931, 1935).
Fonti eBibl.: Oltre ai cataloghi delle mostre citate e alle recensioni di esse nelle riviste del tempo, riviste attraverso le quali si possono rilevare altre mostre, collettive e non, alle quali il B. partecipò (cfr. per es. The Connoisseur, LXXV [1916], p. 62; Emporium, LXXX [1934], pp. 323 s.; LXXXI [1935], pp. 178 s.; LXXXIII [1936], p. 327), si veda: Trieste, parrocchia di S. Giacomo Apostolo, Libro dei nati, 1875, III, p. 4;G. Marangoni, L'arte in tempo di guerra, in Natura ed arte, XLVIII (1914-15), p. 797;R. Strinati, Il pittore Pieretto Bianco, in Cat. dell'Esp. a La Camerata degli Artisti, Roma 1º-15 marzo 1931;F. P. Mulè, Scenografie e scene del Real Teatro dell'Opera, in Capitolium, IX (1933), pp. 496 s.;M. Biancale, Prefazione, in Esposizione di Pieretto Bianco agli Amatori e Cultori (catal.), Roma, gennaio 1934;Id., Venedig und Blumen gemalt von Pieretto Bianco (prefazione al catal. dell'esposizione di Monaco di Baviera), 16-30 marzo 1934;A. De Angelis, Scenografi italiani di ieri e di oggi, Roma 1938, pp. 49 s.; Encicl. d. Spett., II, coll. 463-466;E. Vollmer, Künstlerlex. d. XX Jahrh.s, I, p. 272;A. M. Comanducci, Diz. ill. dei pittori,disegnatori... ital. moderni e contemporanei, III, Milano 1962, pp. 236 s.; Catalogo Bolaffi della pitt. ital. dell'800, I-II, Torino 1964-69, ad voces.