BETTIO, Pietro
Nacque a Venezia il 2 luglio 1769 (altre date riferite sono inesatte), da Tommaso e da Maria Piati, in una famiglia di artigiani di provenienza cadorina. Ebbe un'eccellente formazione umanistica: fu allievo del collegio seminarile di S. Cipriano di Murano, e discepolo in particolare - insieme con Ugo Foscolo, che gli resterà amico - di U. Bregolini e di G. B. Gallicciolli. A Murano aveva anche avuto per precettore di belle lettere l'abate A. Dalmistro, l'amicissimo editore di Gaspare Gozzi. Indirizzatosi alla carriera ecclesiastica, il B. fu presto alunno e quindi ascritto come celebrante presso la chiesa di S. Geminiano in piazza S. Marco, successivamente demolita (1807).
Proprio del B. si hanno in proposito, nel ms. Cicogna 980del Civico Museo Correr, inedite e piuttosto preliminari Memorie sulla Chiesa di S. Gerniniano in Venezia (di cui egli deteneva tra i suoi libri un prezioso catastico membranaceo che il Cicogna lamenterà "finito venduto": cfr. Delle Inscrizioni Veneziane, V, Venezia 1842, p. 544/I).
Il B. fu abate e ricevette più tardi il titolo di monsignore; nel 1843 diventerà canonico onorario della basilica di S. Marco. La comune frequentazione religiosa di S. Geminiano gli valse soprattutto Pincontro con Iacopo Morelli, di cui divenne in breve non soltanto il discepolo e l'amico, ma altresì il collaboratore pubblico e privato.
Nel 1794 il Morelli lo chiamò all'ufficio di vicecustode della Pubblica Libreria di S. Marco, promovendo a tal fine un apposito decreto del Senato della Repubblica (Delib.13 luglio 1794). Suo precipuo intento era stato quello di procurarsi un laboriosissimo coadiutore (e qualificato assistente) per la prosecuzione dei cataloghi dei preziosi manoscritti della biblioteca. Caduta la Repubblica, quando il Morelli divenne "bibliotecario" effettivo e assoluto della Marciana, il B. fu eletto "vice-bibliotecario ".
Molto documentate sono le relazioni fra i due, e anche di qualche interesse biografico: così rispetto alle letture proposte dal Morelli per la formazione bibliografica e bibliotecaria del Bettio. Comuni erano state le ansie e i tentativi di salvaguardia per le spoliazioni dei cimeli marciani da parte delle autorità francesi nel 1797; insieme si prodigarono per le restituzioni effettuate dal governo austriaco nel 1815. Nel 1812, quando Napoleone aveva prescritto il trapasso della biblioteca dalla sede sansovinìana al prospiciente palazzo ducale, era caduto pressoché interamente sulle spalle del B. l'immane lavoro del trasferimento, della ricollocazione e ricatalogazione di tutte le collezioni marciane nei nuovi vani (cfr. G. Coggiola, Dalla Libreria dei Sansovino al Palazzo Ducale…,pp.15-52).
Un prezioso e storico lavoro, in ausilio al Morelli, aveva anche assolto il B. con la compilazione di spesso ardui elenchi dei patrimoni librari delle soppresse biblioteche monastiche veneziane: tale opera gli valse il riconoscimento d'una speciale gratifica governativa.
Sono di sua mano, tra l'altro, le carte di concordanza ed indice per i codici latini e italiani dell'importante biblioteca domenicana dei SS. Giovanni e Paolo in Venezia, passati alla Marciana, anteposte all'esemplare pubblico marciano del noto catalogo di D. M. Berardelli (Venezia 1778-1784). Caratteristico anche l'episodio (Cicogna, Delle Inscriz. Veneziane,IV, p. 602 n. 1) d'una personale custodia affidata al B. di preziosi incunaboli, impressi in membrana, dalla biblioteca conventuale veneziana di S. Giorgio Maggiore.
Morto il Morelli, il B. gli successe tra il 1819 ed il 1820(come "bibliotecario", già "prefetto").
Il B. si propose precipuamente di condurre a termine le iniziative interrotte dalla morte dei predecessore: ridusse a compimento, nel 1824, la sistemazione della sala ducale detta dello Scrutinio, nonché il restauro, l'ampliamento e l'arredo della sala di direzione.
Compiti anche più delicati e complessi il B. assolse per la miglior custodia del Museo Marciano (ora Archeologico) di marmi, bronzi ed altre antichità, rimasto a lungo associato alla Biblioteca di S. Marco. Suo fu il piano di una separata sistemazione, che, concepito nel 1825e approvato dalle autorità nel 1827,poté ottenere concreta realizzazione solo venti anni dopo. Aveva anche presiediito una conimissione governativa per la "riordinazione" di quel Museo, nella quale aveva avuto gran parte anche il Cicogna. In quest'epoca egli fu a capo di varie altre commissioni, procurando elencazìoni e destinazioni di pitture; per lungo tempo fu responsabile d'ogni tutela nell'intero palazzo.
Il B. guidò G. B. Lorenzi nella compilazione in più classi dell'Elenco generale degli oggetti esistenti nel Museo dell'I.R. Biblioteca Marciana… :unmanoscritto che verrà per tanta parte utilizzato e trasfuso nella pubblicazione di G. Valentinelli del 1866.Fra i tanti documenti, poi, attestanti le sue molteplici opere, si rammenta il Processo verbale di un suo rinvenimento "di casse di libri e carte nei Piombì di Palazzo Ducale di Venezia", con elenco redatto in commissione con G. Chiodo, direttore dell'Archivio di Stato di Venezia, e con V. Zabeo (una copia, con la data del 12 ag. 1830, si è ritrovata tra i mss. P. D. del Civico Museo Correr di Venezia, segn. C. 2324, n. VIII).
I fondi librari, manoscritti e a stampa, della Biblioteca passarono, durante la gestione del B., dai 42.000ai 100.000 elementi: sono da registrare nuove accessioni marciane, di grandissima importanza per gli studi veneti, come la biblioteca di Apostolo Zeno, pervenuta non senza contrasti alla Marciana dai domenicani osservanti alle Zattere (cfr. codd. Marc. It. X, 55; XI, 92, 93, 243, 283, 285, 287-293, 311-320; e Arch. della Bibl. Marciana, a. 1820 e 1823),la seconda contariniana, da S. Trovaso. Il B. lascerà il compito di ordinare e illustrare i tesori di questa ad A. Baretta (nel cod. Marc. Ris. CXXXIV, ora It.XI, 328),ma suoi erano stati i fogli d'indice (ora nel cod. Marc. It.XI, 324),forniti a sussidio di varie descrizioni di quei codici, principiate dal Morelli sin dall'anno 1780. Ma anche il fondo matematico Filippini (1820 C.) e i mss. di Simone Stratico (1831), oltre a tante altre acquisizioni o più sporadiche donazioni minori procacciate dal B., meriterebbero degno ricordo.
La più durevole e vasta benemerenza del B. resterà, però, l'immane opera di catalogista dei manoscritti e degli stampatì marciani: quei dieci volumi in gran folio pei libri impressi, e quei ventuno pei codici, tra classi ed indici della cosiddetta Appendice,rimangono tuttora l'insostituibile strumento da cui deve muovere qualunque opera di prosecuzione o di rifacimento aggiornato per la catalogazìone del peculio marciano. Presiedette poi lo stesso B. alla compilazione, prescritta per regolamento dal governo austriaco, di un nuovo inventario numerico di tutte le opere possedute dalla Marciana nell'ordine topografico di collocazione; gli sì attribuiva, inoltre, un altro catalogo descrittivo, forse giovanile e oggì non più reperibile, della serie di codicì e di editiones principes per tutti i classici greci e latini conservati presso la biblioteca.
Il B. fu anche valente collazionatore di codici greci e latini, per i lavori filologici del suo maestro o patrocinati (anche tra i dotti stranieri) da lui: come per il Dìone Cassio pubblicato dal Morelli nel 1798, o per l'edizione lipsiense dello Strabone di pochi mesi prima. Tra l'altro, fu il B. a trascrivere per gli studi di' Simone Stratico l'introduzione con dedica, l'intero libro pri:no, la tavola dei capitoli in duplice esemplare e le rubriche marginali dei famoso trattato quattrocentesco di architettura del Filarete (l'Averulino), secondo la traduzione latina dì Antonio Bonfinio nello splendido codice. miniato per Mattìa Corvino (Marc. Lat.VIII, 2: si veda ora nel Marc. It.IV, 532, ff. 254-320).Anche sua - per tutt'altro esempio - l'accurata trascrizione, da presumersi ancora giovanile, del famoso Codice dei Piovego dell'Archivio di Stato di Venezia (ora tra i codici Cicogna,n. 2563, dei Museo Correr).
Il B. fu anche ordinatore, erudito consigliere e descrittore "con somma diligenza" di cospicue biblioteche private veneziane, principalmente di quella di L. A. Da Ponte, nonché dell'altra biblioteca patrizia, tuttora preservata, della famiglia Giustiniani-Recanati alle Zattere. Molta opera diede anche in servizio delle raccolte di libri e manoscritti dello stesso Morelli, di cui per buon tempo rimase erede egli stesso. Intorno a tali collezioni lasciava anche inedite preziose note di studio, con varie memorie (lettere sulla Biblioteca Da Ponte degli anni 1805-1807sono nel ms. Cicogna 3205,n. XXXII, del Civico Museo Correr di Venezia).
Il B. non si prefisse mai di costituire una biblioteca propria; e, erede della parte della biblioteca Morelli non legata alla Marciana, e soprattutto dei corpus delle sue carte e carteggi costituenti l'odierno Archivio morelliano presso la Sala di direzione marciana (cfr. il Catalogo degli studi e carteggi dei fu bibliotecario della Marciana Ab. lacopo Cav. Morolli…,Venezia 1847, e in Serapeum, VIII [1847], pp. 209-217),egli si trovò costretto a faine oggetto di vendita, onde ovviare al rovescio economico d'un fratello. Sono state ora radunate, da più sedi, varie indicazioni di interessanti esemplari morellianí postillati, o d'altri codicetti già della raccolta Bettio,alienati da librai, prima o dopo la morte di lui (un utile Indicetto di opere posseduto dall'ab. P.B. era additato in taluni appunti dei Cicogna nel suo ms. 3020, n. XI, dei Civico Museo Correr). Felicemente preservati alla Biblioteca Querini-Stampalia di Venezia, a integrazione del suddetto Archivio morelliano (che poté essere assicurato alla Marciana solo dal 1877),sono quei manoscritti morelliani e bettiani di cui si avverte che "furono ceduti al Co. Giovanni Querini, amatore di autografi, dall'ab. Pietro Bettio, amico, successore ed crede del Morelli medesimo" (sonoora i codd. Quer. IV, 506; IV, 607, nn. 6-11; VI, 82, n. 13; VI, 96-97 0 99; VII, 89, 90 e 91-93; con altri ancora tra le Miscellanee della classe IX).
Passando ad additare gli scritti e le edizioncelle pubblicati dal B. (oltre a quanto già incidentalmente ricordato più sopra), con altre indicazioni di suoi inediti, giova ricordare che una così scarna bibliografia è da mettere in relazione sia con i suoi troppo oberanti uffici, sia con talune peculiarità della sua stessa natura.
Si ricordano versi d'occasione pubblicati in raccolte varie, come nei Tributi di compiacenza e di ossequio dei parrocchiani di S. Giovanni in Oglio (Venezia 1798).Dalla sua attività di studioso di filologia classica e di antichità restano registrate con lode la "dissertazione" sulle Avvertenze de' Romani nello studio della lingua greca (1809),nonché un suo saggio accademico per l'Ateneo Veneto: Sopra la zoopedia appresso gli antichi Greci e Romani (1827).Quale biografo e necrologista, il B. merita attenzione per lo scritto in memoria dei colto abate S. Della Valentina, cappellano della scuola di S. Rocco (Venezia 1826).
Emergono come di gran lunga più meritevoli, fra tutti gli altri titoli di produzione dei B., quelli del biennio 1828-29, che costituirono salda base per la letteratura del Sanudo: Intorno ai Diarii veneti scritti da Marino Sanuto il Giovane in volumi LVIII: documenti per la prima volta pubblicati…(Venezia 1828,con docc. I-IV) e l'effizione dei Commentari della Guerra di Ferrara tra li Veneziani ed il Duca Ercole d'Este nel 1482, di Marin Sanuto (Venezia 1829).Anche assai pregiata la sua "lettera discorsiva" DelPalazzo Ducale in Venezia…(ibid. 1837).
Ben più assidua nel B. l'attività pubblicistica di testi inediti (un non compiuto elenco in Cicogna, pp. 15 s.), tratti quasi sempre da poco noti codici marciani (cfr. Valentinelli, p. 183),preceduti da addottrinate prefazioni, che si pregiavano specialmente come "pulitamente dettate ".
è già noto come il B., peritissimo nell'uso della lingua latina, sapesse dettare "alquante buone epigrafi" di perfetta imitazione classica: se ne ritrovano a stampa e in fogli volanti (cfr. presso l'elenco del Cicogna, pp. 14-15, nn. 5, 7, 11, 12 e 14).Tuttora meritevole di lettura è, fra le altre, l'iscrizione latina dei 1827,indirizzata al viceré Ranieri d'Austria: "pel dono delle Epistole di Cicerone, primo libro impresso a Venezia nel 1469per Giovanni da Spira, che mancava alla Marciana". Di diverse iscrizioni lapidarie dettate dal B. per chiese veneziane dà notizia il Cicogna; altre rimaste sconosciute al Cicogna segnala e pubblica il Dandolo (pp. 218-220).Giova inoltre ricordare quella sua Miscellanea di varia erudizione, ossia Dissertazioni, memorie e note o schede varie intorno a diversi argomenti di sacra e profana letteratura (ms. VI, 99della Querini-Stampalia di Venezia, in otto filze di circa 260fogli). Possono anche riuscire indicativi i suoi Estratti da vari autori nei mss. Cicogna 3001 (n. XIII) e Cicogna 2995(n. XV), nonché l'abbozzo d'una relazione all'Accademia veneziana dei Filareti riguardo a una memoria di Leonardo Manin sulla vexata quaestio del corpo di s. Marco (ms. Cicogna 3562,n. X). G. A. Moschini ricordava poi dei B. una descrizione di cappella della cliiesa veneziana di S. Zaccaria: quella per la quale egli aveva dettato le lapidi (Guida di Venezia,Venezia 1814, I, p. 108).
Nel quadro dell'attività epistolare del B., spesso espressiva di interessanti relazioni culturali in Italia e all'estero., ed efficace specchio d'un prevalente carattere dell'erudízione veneta del tempo, giova specialmente segnalare l'inserto di lettere d'illustri dotti a lui indirizzate, ora nel cod. Marc. It.X, 198 (= 6692, ff. 11 ss.); nonché i tre nutriti ed ordinati tomi (per complessive 622lettere) di Autografi, ossia Collezione di lettere… scritte da vari personaggi illustri agli Abb. I. Morelli e P. B., bibliotecari della Marciana,con risposte, indici ed altre incluse memorie, negli odierni mss. VII, 91-93,della Biblioteca Querini-Stampalia. Filze di lettere bibliografiche morelliane, trascritte e spesso annotate dal B., si hanno anche nel ms. Quer.VII,90; ma è dato anche rinvenire qualche campione dell'epistolografia biblio-erudita del B. inserito in opere a stampa: come, per esempio, quella sua risposta del 26 ag. 1836ad Antonio Marsand in I manoscritti italiani della R. Biblioteca Parigina,II,Parigi 1838,pp. 319-321.
Quale "bibliografo", il B. lascia inediti incompiuti, ma utilizzabili con qualche vantaggio: si ricordano il suo Repertorio bibliografico in tredici volumi, pur tanto antiquatamente diviso per materie e rimasto di foggia troppo preliminare (ora codd. Marc. It. XI, 160-172); nonché i repertori pei codici del Morelli (Marc. It.XI, 325) e "delle materie" per tutti i suoi opuscoli (Marc. It.XI,326-327, già Ris. LXXXVIII-LXXXIX). Ma il suo assunto bibliografico più prezioso fu certo quello, animoso e vasto, degli inediti volumi di Bibliografia veneta,i quali il Cicogna ben fagocitò tra i suoi codici (ora mss. 1033-1044 e 2938, n. I), oltre a desumerne tre tomi di propri Estratti (mss. 3148-3150), il fatto che appena un anno dopo la morte del B. il Cicogna potesse far uscire la propria analoga, ponderosa e tanto pregiata Bibliografia veneziana (1847) appare ben significativo del profitto che aveva potuto trarne.
Il B. morì il 17 genn. 1846. (è erronea la data del 10 febbraio postulata da altri).
Pur modesto e schivo di onori, il B. aveva ottenuto nel 1838 dall'imperatore Ferdinando I le insegne di cavaliere di terza classe dell'Ordine austriaco della Corona di ferro. Egli fu naturalmente ascritto ad insigni istituzioni culturali, anche straniere (come l'Accademia di Belle Arti di Vienna), socio onorario dell'Ateneo Veneto, corrispondente dell'Istituto Veneto di Venezia e membro di numerose accademie, come la Patavina e la Concordiana di Rovigo.
Vasto e di unanime lode fu il coro dei necrologisti. Si ebbero encomi anche epigrafici per la figura e l'opera del B. (come da parte di A. Diedo), ed un vivo convergere di attestazioni alla sua memoria nell'arco dei periodici di quei giorni: veneti, dalla Gazzetta Privilegiata di Venezia al Gondoliere (per penna di M. Caffi) e al Caffè Pedrocchi di Padova, ma anche stranieri, dal.70urnal de Débats (pur con taluni errori poi confutati dai veneti) agli Oesterreìchische Blätter far Literatur und Kanst (III,n. 56).
Fonti e Bibl.: Mss. del B., o provenienti dalle sue carte e carteggi, talvolta per servire quali docc. d'interesse biografico od erudito sui suoi studi o relazioni culturali: a) Venezia, Bibl. Marciana: oltre a tutti i cataloghi pubblici ed altri, di suo pugno, relativi a codd. e voll. marciani, mss. Marc. It. X, 198; X, 278; XI, 160-172; XI, 324, ff. 1-20; XI, 325, ff. 77-93; XI, 326-327; ed altri ancora. b) Ibid., Arch. della Bibl. Marciana, a. 1811:mazzo di carte attinenti alle Biblioteche delle corporazionireligiose; a. 1816: elenchi spettanti al Legato di G. A. Molin, nn. 11 e 13; a. 1820 e 1823:elenchi dai Libri già di A. Zeno, Passati alla Marciana dalla Biblioteca Domenicana alle Zattere; a. 1907: copia di lett. di E. A. Cicogna a J. Capitanio a Treviso intorno al testamento del Bettio. c) Ibid., Bibl. del Civ. Mus. Correr: codd. Cicogna 1033-1044e 2938/I(Bibliografia veneta,incompleta),3148-3150 (estr. dalla Bibliografia); 2995,n. XV e 3001,n. XIII (Estratti del B. da vari autori); 3020,n. IX (Indicetto di opere possedute dal B.); 3414,n. XX (Memorie necrologiche sulB., raccolte dal Cicogna stesso e da G. Valentinelli); altri mss. d'interesse epistolare, per lo più in materia d'erudizione marciana e veneta: codd. Cicogna 2938.n. VII 3016,n. V; 3017,n. III; 3060, n. IV; 3205: n. XXXII e 3569; e lettere del B. nell'EpistolarioCicogna (mss. 2892-2915,al n. CXXII). Vedi anche il ms. Correr 1377.Altri mss. Cicogna di vario o più incidentale interesse riguardo al B. e per i suoi scritti: 3041, n. LXXX; 3230; 3245; 3398, n. II; 3416, n. VI, con note spettanti a N. Conti; 3430, n. XII; 3431,n. VII/1, di attinenza morelliana; e vari altri (alcuni dei quali già citati nel testo). Vedi ancora mss. P. D. 584E, n. XXVII; 615 C, n. XI (docc. epistol.); C 2324.n. VIII (Processo verbale del rinvenimento di casse di libri icarte nei Piombi di Palazzo Ducale). d) Venezia, Bibl. della Fond. Querini Stampalia: mss. VI, 99(Miscellanea di varia erudizione,in 8filze); VII, 90 (Lettere di J. Morelli, dal B. trascritte e annotate); VII, 91-93(Autografi, ossia Collezione di lettere… );oltre ad altri morellani Provenienti dal Bettio. Sul B. vedi, inoltre: E. A. Cicogna. Viro clarissimo P. B…. epistola gratulatoria,Venetiis 1820;Id., Delle Inscrizioni Veneziane…,V,Venezia 1842, pp.505 s., e passim negli altri volumi (v. Indici);Id., Cenni biografici intorno… P. B., bibliotecario dellaMarciana…,Venezia 1846;[A. Sagredo], Necrologiadi P. B.,in Arch. stor. ital., App., III (1846), n. 13, pp. 289s.; G. B. Contarini, Menzioni onorifiche de' defunti, scritte nel nostro secolo…, II, Venezia 1846, pp. 8 s. (anche questa notizia è di E. A. Cicogna); G. Dandolo, La caduta della Repubblica di Venezia…, Venezia 1855, pp. 215-220;[G. Valentinelli], Marmi scolpiti del Museo Archeologico della Marciana di Venezia,Prato 1866, pp. XXVI s.; G. Valentinelli, Bibliothecae manuscriptae ad D. Marci Venetiarum Commentarium,in Bibliotheca Manuscripta ad S. Marci Venetiarum…,I, Venetiis 1868, pp. 90, 141 s., 144, 157 s., 183, 187;[G. Valentinelli], La R. Biblioteca Marciana di Venezia,Venezia 1872, p. 16,Ovvie menzioni sul B. anche nelle pubblicazioni storico-informative minori sulla Marciana: quali D. Pitteri, La Biblioteca Marciana: brevi cenni sulla sua istituzione e sviluppo, Venezia 1893, e L. Pittoni, La Libreria di S. Marco: cenni storici,Pistoia 1903.Vedi ancora G. Coggiola, Dalla Libreria del Sansovino al Palazzo Ducale…,e Dal Palazzo Ducale alla Zecca… : Cenni sulla storia topografica della Marciana nel Palazzo Ducale…,in La Biblioteca Marciana nella sua nuova sede…,Venezia-Bergamo 1906, pp. 15-52 e 56-61;V. Cian, U. Foscolo erudito,in Giorn. stor. della letter. ital.,XLIX (1907), p. 5 n. 1 (per la lettera foscoliana al B. del 1810e per altre attinenze); C. Frati, Diz. bio-bibl…,Firenze 1933, p. 95; M. Luxoro, La Biblioteca di S. Marco nella sua storia,Firenze 1954, pp. 95-97;M. Parenti, Aggiunte al Dizionario… di C. Frati,I, Firenze 1957, p. 130(per ulter. bibl.); Nouvelle biogr. génér.,V, Paris 1854, col. 852;C. von Wurzbach, Biographisches Lexikon…, I, Wien 1856, pp. 359 s. (con bibl).