BERTOLINI, Pietro
Uomo politico, nato a Montebelluna il 24 luglio 1859. Esercitò dapprima l'avvocatura; in seguito insegnò diritto amministrativo all'università di Roma. Nominato deputato nel maggio del 1891, si schierò subito nel partito del centro accanto al Sonnino, che si era fatto conoscere come un tenace assertore della necessità di riforme sociali, più ardite di quelle della Destra storica. Il gruppetto sonniniano era del resto di tendenze nettamente conservatrici in tutte le questioni politiche. Sottosegretario per le finanze nell'ultimo gabinetto Crispi (1893-1895), fu poi (1898) sottosegretario per l'Interno nel gabinetto Pelloux, quando gli sforzi dei conservatori per introdurre nella legislazione coi metodi parlamentari le restrizioni naufragarono di fronte all'ostruzionismo di un manipolo audace di deputati. Dal 1907 al 1909 fu col Giolitti ministro dei Lavori pubblici. La fama di reazionario che s'era attaccata al nome del B. fu da lui sfatata quando consentì ad assistere il Giolitti nell'istituzione del suffragio universale. Nell'estate del 1912 il B. fu inviato dal Giolitti a Losanna col Fusinato e col Volpi al fine di trasformare in trattato ufficiale gli accordi stretti a Costantinopoli per porre termine alla guerra italo-turca. Subito dopo la firma del trattato d'Ouchy (18 ottobre), il B. fu nominato ministro delle Colonie, portafoglio che tenne fino al marzo 1914, quando la presidenza del ministero fu affidata al Salandra. Questi ha narrato nelle sue memorie sulla neutralità italiana come il B., convinto della forza preponderante degl'imperi centrali, si palesasse subito ostile all'entrata dell'Italia nell'Intesa. Il Giolitti ha dal canto suo narrato nelle proprie memorie che l'8 maggio 1914 il B. ebbe parte nei tentativi compiti in extremis per impedire o ritardare la dichiarazione di guerra dell'Italia all'Austria, il che rese molto difficile la posizione dell'uomo politico nei mesi seguenti. Nominato senatore con decreto 3 ottobre 1920, non poté giurare, colpito improvvisamente da mortale malore. Morì a Torino il 27 novembre 1920. Dei suoi scritti vanno ricordati: Saggi di scienza e diritto della pubblica amministrazione, voll. 3, Roma 1889-1892; Il governo reale inglese e le sue relazioni con la vita nazionale, voll. 2, Torino 1899.