BENVENUTI, Pietro
Pittore, nato in Arezzo l'8 gennaio 1769, morto a Firenze il 3 febbraio 1844. Studiò, in patria, il disegno con G. Cimica e copiate quivi opere del Vasari e del Baroccio, entrò nel 1772 nell'Accademia fiorentina di belle arti, e nel 1782 si recò a Roma a perfezionarsi con A. Cavallucci. Ivi strinse fraterna amicizia con V. Camuccini e vide all'opera anche il danese A. I. Carstens, i cui grandiosi disegni dovettero qualche poco influire su di lui. Durante il soggiorno romano (1782-1804) interrotto soltanto da un breve ritorno in patria e da una gita a Napoli, il Benvenuti eseguì il Martirio di S. Donato (1794) e il Trionfo di Giuditta (1803) per il duomo d'Arezzo, il Martirio del B. Signoretto Alliata (1802) per il duomo di Pisa, e numerose tele di soggetto sacro e mitologico. In questo periodo fu nominato accademico di S. Luca.
Con il plauso del Canova il B. fu chiamato nel 1803 a dirigere l'Accademia di belle arti di Firenze, ove giunse l'anno dopo, rimanendovi, tranne qualche breve viaggio, fino alla morte. Pur dedicandosi all'insegnamento, il B. condusse a termine numerose e vaste tele non solo di soggetto sacro e mitologico (Cristo e i fanciulli nella Galleria d'arte moderna di Firenze, Apollo, replicato due volte, ecc.), classico e romantico (Ettore e Paride nella rammentata galleria, Morte di Priamo nel palazzo Corsini, Morte del conte Ugolino nel palazzo Della Gherardesca), ma anche napoleonico col Giuramento dei Sassoni a Napoleone, dopo la battaglia di Jena (compiuto nel 1812); e numerosi ritratti e gruppi tra i quali il migliore e più famoso è quello di Elisa Baciocchi in mezzo alla sua corte (1813), ora nel castello di Versailles; ed eseguì pure due vaste decorazioni figurate: del salone d'Ercole a palazzo Pitti (1829) con episodî dell'eroe, e della vòlta della cappella dei principi Medicei a S. Lorenzo, con scene dell'Antico e Nuovo Testamento, profeti ed evangelisti (1827-36). Abile nella composizione e corretto nel disegno, il B. fu fiacco nel modellato e debole nel colorito, spesso sgradevole, anche se qualche volta tentò forti effetti di chiaroscuro come nel Giuramento.
Bibl.: N. Tarchiani, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, III, Lipsia 1909 (con la bibl. precedente).