BELVERTE, Pietro
Ignoriamo la data di nascita di questo intagliatore in legno; è detto "da Bergamo" e sembra si facesse chiamare "Veneziano", come appare in una lettera (20 marzo 1524) di P. Summonte a M.A. Michiel. In un documento del 4 ag. 1507 è nominato come Pietro Belverte "de Venetiis civis neapolitanus". Sappiamo che il 9 giugno 1507, a seguito di un precedente impegno, si obbligava a consegnare entro il 20 ott. 1508 per la cappella dell'Arte dei calzolai in S. Lorenzo Maggiore in Napoli una cona intagliata. Il 30 marzo 1508 si obbligava ad apportarvi modifiche entro il mese di giugno dell'anno seguente. Nel 1508 diede in moglie una figlia di nome Vittoria a Francesco di Bernardo da Venezia. Nel 1513 era già morto, poiché in tale anno il tutore dei suoi quattro figli si presentava a riscuotere il resto del compenso per la cona dell'Arte dei calzolai.
La cona dell'Arte dei calzolai, a struttura semicilindrica, doveva avere nel mezzo la figura dell'Assunta, incoronata da Dio Padre, con ai piedi s. Tommaso. Ai lati della Vergine erano i ss. Crispino e Crispiniano, protettori dell'Arte; nel piano inferiore gli apostoli, e ai lati i quattro profeti maggiori e vari santi. Sulla predella era raffigurato il martirio dei ss. Crispino e Crispiniano. Nel 1533 la cona, dalla cappella in S. Lorenzo, fu portata nella chiesa edificata in onore dei protettori dei calzolai; disfatta nel 1668, nel 1852 le statue superstiti, e cioè la Vergine, danneggiatissima, e i SS. Crispino e Crispiniano, furono restaurate, e tuttora si conservano nella chiesa.
Il 4 ag. 1507, nel documento già menzionato, il B. prometteva di scolpire in legno pel presepe della cappella del Crocifisso in S. Domenico Maggiore, sempre a Napoli, ventotto figure ed altri particolari: e cioè la Vergine, il Bimbo, s. Giuseppe, due pastori, dodici animali, undici angeli. I pagamenti sono annotati fino al giugno 1508. Oltre il bue e l'asino sono conservate. e in buono stato, le statue della Vergine e di s. Giuseppe. Nulla è invece rimasto della cona di S. Anna nella chiesa della SS. Annunziata. per adornare la quale il B. era pagato il 24 gennaio e il 5 febbr. 1508. I versamenti avvenivano nelle mani di Giovanni Miriliano da Nola, suo allievo. Questi aveva lavorato con il maestro alle grandi porte di legno decorate, della stessa chiesa, ancora esistenti.
Il De Rinaldis ha attribuito alla bottega del B. anche il soffitto della chiesa di S. Maria Donnaregina, ma tale attribuzione non è stata raccolta dalla critica più recente. Questa vede nel B. una figura di transizione dall'arte di Pietro e Giovanni Alemanni agli alti risultati di Giovanni Miriliano da Nola, di Annibale Caccavello e di Nunzio Ferrario, e nei suoi modi "sonimarietà di intaglio, pesantezza di forme, ma tuttavia con una punta di ingenuità popolaresca non sgradevole" (Carli).
BIBL.: E. D'Engenio Caracciolo, Napoli Sacra, Napoli 1624, p. 417; F. Nicolini, L'arte napol. e la lett. di P. Summonte a M. A. Michiel, Napoli 1925, p. 169; G. B. D'Addosio, Origine vicende stor. e progressi della R. Santa casa dell'Annunziata, Napoli 1883, pp. 57, 58,65; G. Filangieri di Satriano, Documenti per la storia, le arti e le industrie delle prov. napoletane, II, Napoli 1884, pp. XXV, XXVI, 342; III, ibid. 1885, pp. 88, 98, 234, 236, 237, 238, 239, 240, 241, 243, 245, 246, 247, 585, 587, 589; V, ibid. 1891, pp. 49 s., 557; A. De Rinaldis, Note su Giovanni da Nota, in Napoli nobilissima, n. s., II (1921), pp. 16 s.; O. Morisani, Giovanni Miriliano da Nola, in Arch. storico per le prov. napoletane, LXVI (1941), pp. 283, 284, 306, 311, 311-312, 328; F. Bologna-R. Causa, Sculture lignee della Campania (catal.), Napoli 1950, pp. 112, 113, 121, 137, 138, 149, 150, 167, 168; E. Carli, Scultura lignea ital., Milano 1960, p. 117.