BELMONTI, Pietro
Nacque a Rimini nel 1537 da Pietro Belmonti delle Caminate e da Bartolomea Benzi. Letterato e poeta, si dedicò attivamente anche alla vita politica e ricoprì numerose cariche aniministrative nel suo Comune. Fu cavaliere di S. Giorgio e sposò una Margherita Neri, fiorentina, della famiglia di s. Filippo Neri. Morì a Rimini nel 1592, fra l'8 luglio, data del suo testamento, e il 31 luglio, data in cui suo figlio Traiano fu eletto a prendere il suo posto nel Consiglio comunale.
Il B. pubblicò a Roma nel 1587 la Instituzione della sposa, scritta qualche tempo innanzi in occasione delle nozze di sua figlia Laodamia con Antonio Diotallevi, nobile riminese.
L'opera, di intento essenzialmente didascalico, risulta di notevole interesse, soprattutto in quelle parti in cui vengono descritti, con vivezza di toni, i costumi dell'epoca, le fogge del vestire e dell'adornarsi. Il B. fa gran sfoggio di erudizione, in un dettato molto incostante, che a tratti di prosa semplice e schietta alterna pagine frondose e ridondanti.
L'attività poetica del B. è limitata ad un piccolo gruppo di componimenti d'occasione, pubblicati in varie raccolte dell'epoca. Col suo nome venne dato alle stampe solo un opuscolo, comprendente una Canzone in morte di mons. Giulio Parisiani vescovo di Rimini, una Canzone in morte di Margherita Valesia duchessa di Savoja ed alcuni sonetti in morte di diversi (Pesaro 1576).
Il B. lasciò anche una commedia in prosa manoscritta, L'insperato fine, quasi certamente mai rappresentata e ora perduta.
L'azione, che è posta a Rimini e si sviluppa nella misura canonica dei cinque atti, si avvale della presenza di oltre venti personaggi per condurre innanzi un vasto ordito di intrecci amorosi, con gran ricchezza di colpi di scena. Il dialogo è vivo ed animato, e indulge spesso per desiderio di naturalezza a qualche licenza. Tuttavia il fine dell'opera - come dichiara lo stesso B. - è morale ed educativo: e questo intento, che si accompagna ad una certa attenzione per situazioni e figure tratte dalla realtà, l'accosta singolarmente agli Straccioni di Annibal Caro.
Bibl.: G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, pp. 713 s.; C. Tonini, La coltura letteraria e scientifica in Rimini dal secolo XIV ai Primordi del XIX, I, Rimini 1884, pp. 360-381.