BARBARIGO, Pietro
Nato a Venezia nel 1671 da Gerolamo e da Lucrezia Malipiero, divenne ancor giovane canonico coadiutore a Padova, e nel 1698 fu eletto primicerio della basilica ducale di S. Marco in Venezia, primo passo consueto verso la grande carriera delle più cospicue dignità ecclesiastiche dello Stato veneto, preludio alla nomina a patriarca di Venezia, che gli venne conferita l'8 maggio 1706, quando il suo predecessore Giovanni Alberto Badoer fu nominato cardinale ed eletto al vescovato di Brescia; la sua nomina fu approvata da Clemente XI e il patriarca fu consacrato dal vescovo di Padova Giorgio Corner.
Lo zelo religioso, la sincera pietà del B. furono probabilmente all'origine di quella tradizione che, alimentata dai racconti laudatori del tempo e mantenuta viva dallo zelo interessato dei familiari, vuole che, riunito il Senato della Repubblica di Venezia per decidere sulla scelta del nuovo patriarca della città, entrasse nell'ampia sala da una delle finestre aperte sulla piazza e sulla laguna una colomba che andò a posarsi lentamente sulla spalla del grave senatore Gerolamo Barbarigo, padre del B.: la qual cosa parve manifesto segno celeste, ed affrettò la scelta del nuovo eletto nella persona appunto del figlio de.ll'autorevole senatore. La leggenda ebbe vasta eco e perdurò nell'opinione del tempo, e la famiglia ne volle fin d'ahora immortalato il ricordo in una lapide commemorativa murata nel palazzo sito in parrocchia dei SS. Vito e Modesto a Venezia.
Il B., comunque seppe degnamente succedere al Badoer: ne seguì fedelmente le orme controriformistiche nella sua azione pastorale, alternando saggiamente le opere di pietà e di beneficenza ad una munifica cura del culto, al quale scopo consacrò nel tempo del suo ministero tre nuove chiese, e cioè quelle di S. Moisè (2 dic. 1709), di S. Andrea della Certosa (3 ag. 1721) e di S. Marziale (28 sett. 1721). Solenni e fastose erano state le feste che avevano segnato il suo ingresso ufficiale al patriarcato; ma egli assai prudentemente evitò le manifestazioni di lusso e d'esteriorità, adoperandosi invece a tenere unito ed attivo il suo clero e vive e impegnate le sue chiese; ne rimangono tra l'altro testimonianza gli Acta et decreta synodalia veneta ab Illustri et Rever in Christo Patre et D. D. P. B... habita, et promulgata in Ecclesia Patriarchali diebus 28.29.30 mensis maii 1714, Venetiis 1714, interessante ed ampia raccolta di tutte le discussioni e le decisioni prese nei tre giorni di riunione del sinodo da lui convocato e tenuto in quell'anno, comprendente ben 200 pagine a stampa. Vi si possono leggere anche i due brevi interventi pronunciati dal B. all'inizio ed alla fine del sinodo stesso, deboli e generici, dai quali traspare una personalità tesa all'organizzazione e alla tutela religiosa del suo clero, ma priva di vero vigore.
I suoi furono anni, specialmente in Venezia, di attutito interesse e di scarsa risonanza e presenza dei problemi religiosi: il tempo si adattò dunque bene, si potrebbe dire, alla sua personalità proba ma modesta, al suo zelo che si limitò a sorvegliare e a conservare una situazione ormai immobile e salda. Pur non essendo dunque una grande personalità religiosa, né uomo capace di grandi iniziative o desideroso di uscire dall'ambito strettamente locale del patriarcato veneziano, in cui rimase chiuso per tutta la durata della sua esistenza (non sembra che grandi attenzioni egli abbia dedicato alle infelici e incolte terre dalmate, pur così bisognose anche in questo campo, di riforme e di aiuti), il B. non demeritò nei lunghi anni, quasi una ventina, dei suo governo religioso, tenendosi saggiamente lontano da ogni controversia spinosa o troppo ímpegnativa, dedito esclusivamente ai problemi e alle necessità interne della sua Chiesa, e dimostrandosi non privo di una solida ma schiva religiosità interiore; da quegli Acta che si sono già citati, dagli argomenti e dai problemi che in quel sinodo del 1714 vennero affrontati, esce indirettamente l'impressione di un'opera cauta e costruttiva dei B., lontana oramai dagli slanci e anche dalle esteriori dimostrazioni secentesche per un impegno più raccolto e silenzioso di consolidamento della situazione religiosa ed ecclesiastica, quasi presago dei problemi assai pesanti che la Chiesa cattolica avrebbe dovuto affrontare sul terreno politico e sociale.
Morì in Venezia il 10 maggio 1725 e fu sepolto nella chiesa dei SS. Vito e Modesto.
Fonti e Bibl.: Venezia, Civico Museo Correr, cod. Cicogna 1191 (a p. 162 un'ode diretta al B.); Ibid., cod. Cicogna 1536/XX; per l'iconografia si veda nella stessa biblioteca il catalogo Stampe; Nuova e distinta relazione di quanto deve seguire li giorni s, 9, 12 settembre 1706 in occasione della consacratione, ingresso et accompagnamento delle 72 peote che faranno per il nuovo eletto Mons. 111. et Rev. P. B. Patriarca di Venezia, Venezia 1706; G. Boldù, Oratio in solemni i. nauguratione Illust. et Rev. D. D. P.B. Patriarchae Venetiarum, Venetiis 1706; Numismata virorum illustrium ex Barbadica gente, Patavii 1732, Additiones, pp. 9 s.; F. Corner, Ecclesiae venetae anti. qui. s monumentis... illustratae ac in decades distributae, Venetiis 1749, dec. II, p. 157, dec. IV, p. 146,dec. X, p. 204, dec. XIII, p. 191; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 1, Brescia 1758, p. 246; F: Comer, Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia e di Torcello, Padova 1758, t. 24; A. Orsoni, Cronologia storica dei vescovi olivolensi detti dappoi castellani e successivi patriarchi di Venezia,Venezia 1828, pp. 408-411; E. A. Cicogna, Delle Inscrizioni Veneziane, III, Venezia 1830, p. 91; IV, ibid. 1834, pp. 172, 624; V, ibid. 1842, pp. 209, 468; VI, ibid. 1853, pp. 27, 892;G. Soranzo, Bibl. veneziana,Venezia 1885, pp. 198, 317;G. Eubel, Hierarchia catholica..., V, Patavii 1952, p. 409; Díctionn. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., VI, col. 582.