BARATTA, Pietro
Scultore veneziano, probabilmente di origine carrarese, uscito forse dalla scuola del fiammingo Giusto Cort - importatore in Venezia delle forme berniniane - e operante tra la fine del sec. XVII e la prima metà del XVIII. Fu uno dei più caratteristici rappresentanti del primo movimento di reazione al Barocco. Il B., freddo e compassato nelle statue, anche per effetto dell'accuratissima esecuzione, mostra maggior vivezza nei garbati bassorilievi. In Venezia, collaborò al monumento Valier in San Giovanni e Paolo (simulacro del doge Bertucci Valier e statue e bassorilievi allegorici del basamento) e alla decorazione plastica delle facciate di S. Stae e dei Gesuiti (ov'è la statua di S. Pietro, e, all'interno, quella di S. Ignazio di Loiola), e scolpì il bassorilievo con S. Sebastiano curato dalle pie donne, che orna l'altar maggiore dell'omonima chiesa: l'opera sua migliore, e in cui è chiaro il ritorno alle forme del Cinquecento, dal Sansovino al Campagna. Per Rovigo diede forse il disegno dell'altare di S. Barbara in S. Antonio abate, eseguendo la statua della martire. Si ricordano di lui quattro statue (Gloria, Valore, Magnificenza, Magnanimità) ordinategli da Augusto II di Sassonia e incise da C. F. Lindemann.
Bibl.: L. Cicognara, Storia della scultura, II, Venezia 1818, pp. 105-106; P. Selvatico, Sulla architettura e sulla scultura in Venezia, Venezia 1847, pp. 445, 446; G. Campori, Memorie biografiche degli scultori nativi di Carrara, Modena 1873, p. 19 (ove è distinto da un omonimo scultore carrarese); F. Bartoli, Pitture e sculture di Rovigo, Venezia 1793, p. 34; G. Lorenzetti, Venezia e il suo estuario, Milano s. a., passim; W. Arslan, in Boll. d'arte, n. s., V (1925-26), p. 437 segg.