AZARIO, Pietro
Nacque in Novara nel 1312 di famiglia oriunda del contado di Camodegia, ora Castellazzo di Mandello. Notaio come il padre e gli avi, fu al servizio di Luchino e Giovanni Visconti, poi dei nipoti loro Matteo e Galeazzo; servì prima nell'ufficio di contabilità delle compagnie di ventura, poi nelle cancellerie di Tortona e Piacenza. Fra il 1362 ed il 1364 scrisse il Liber Gestorum in Lombardia per et contra Vicecomites (a cura di F. Cognasso, in Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, nuova ed. Fiorini, XVI, Bologna 1927), nel quale con stile rozzo, ma vivace e pittoresco espone gli avvenimenti dell'Italia superiore e specie di Milano fra il 1250 ed il 1364, delineando la formazione dello stato visconteo. L'opera dell'Azario, sebbene sia piena di errori storici e di equivoci, tuttavia è notevole per i giudizî che egli esprime sui principali personaggi, per la descrizione che dà dell'ambiente milanese nel Trecento e per la ricchezza di notizie sui costumi politici e privati. Molte le descrizioni: di queste la più famosa è quella del colloquio fra Bernabò Visconti e il Villani. Altro scritto di minore importanza è il De bello Canepicii liber, dedicato alle lotte civili dei feudatarî canavesani verso la metà del secolo XIV.
Bibl.: V. la prefazione alla nuova edizione sopra citata.