AVOGADRO, Pietro
La data di nascita dell'A., fissata dalla Calabi intorno al 1660 in base alla partecipazione ai restauri e completamenti degli affreschi in S. Agata in Brescia, seguiti alla ricostruzione del coro del 1683, va forse spostata alquanto più tardi, se, alla morte del maestro Pompeo Ghitti, nel 1704, si recò a Bologna per completare la sua cultura, come asserisce il Lanzi. In S. Agata l'A. dipinse la Crocefissione sulla lunetta del muro di fondo e restaurò i Profeti e le Sibille di Pietro Marone sulle vele dell'ultima campata. Nella rigida composizione della Crocefissione non mostra alcuna capacità d'invenzione e la qualità della pittura è offuscata dai restauri. Il soggiorno bolognese non pare abbia avuto conseguenze apprezzabili sul suo stile, formato sulla tradizione veneto-bresciana secentesca in modo ancor più rigido del suo condiscepolo Cappello. Il Lanzi stesso, del resto, non mancava di notare il prevalere di un colorire alla veneta in quello che fu sempre considerato il capolavoro dell'A.: Il martirio dei ss. Crispino e Crispiniano della chiesa di S. Giuseppe, datato 1706, eseguito per il paratico dei Callegari (Calzolai). Per la stessa chiesa dipinse dieci anni dopo i SS. Quattro Coronati per il paratico dei Tagliapietra e una Adorazione dei Magi in epoca non precisabile. Altri suoi lavori in Brescia furono una Madonna col Bambino, s. Francesco e s. Antonio da Padova nella chiesa di S. Carlo e due Miracoli di s. Pietro e altre storie della vita del santo in tele assai guaste della volta della chiesa di S. Francesco. Dal Fenaroli si ha notizia di alcune altre sue opere perdute. Nel 1732 datava la tela con S. Michele Arcangelo della parrocchiale di Bagnolo Mella. Disegnò alcune composizioni incise dal Luciani. Insensibile alla nuova freschezza di osservazione e di coloritura che si andava affermando in Brescia, fu il più accademico continuatore della tradizione locale.
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