ARGELLATA, Pietro (Largellata, de La Cerlata, Di Argelata, Argelata, Arelata, de La Gerlata, d'Argelata)
Nato nella terra di Argelato, nel Bolognese, da Azzolino, anchegli medico, conseguì la laurea in medicina ed arti a Bologna, nel 1391. Fu allievo di Guy de Chauliac, celebre chirurgo francese, allievo a sua volta di Mondino de' Liuzzi. La sua attività di maestro si svolse, nello Studio di Bologna, attraverso l'insegnamento di logica (1392-93), di astrologia (1395-96), di medicina "in nonis et de sera per reformatores studii" (1397-I40 6), di chirurgia (1410-11) e ancora di medicina "in nonis" (1411-21).
Fu ottimo chirurgo, abile nelle operazioni delle ernie, del mal della pietra, del cranio, delle ossa (resezioni); ebbe, inoltre, il merito di saper confessare gli errori commessi, affinché i suoi discepoli arricchissero la propria esperienza.
L'opera sua principale fu la Cirurgia, mi sei libri, divisi ciascuno in numerosi trattati, e questi in capitoli, nei quali l'A. trattò del flemmone, delle ulceri, delle fratture del cranio, delle emie, delle ferite, delle verruche, della scabbia, esponendone etiologia e semeiotica con la perizia e la sicurezza del clinico valoroso; espose, inoltre, il processo di cicatrizzazione per prima e per seconda intenzione con concetti che pubblicamente illustrava dalla cattedra; sostenne che il midollo osseo è destinato alla nutrizione delle ossa e ne impedisce la fragilità' sì che più tardi il Brambilla arriverà ad affermare che l'A. era a conoscenza della nutrizione delle ossa.
L'opera divenne celebre in poco tempo: fu stampata a Venezia nel 1480 (pp. 191 in folio) e, sempre a Venezia, nel 1497 ne fu fatta una seconda edizione.
Nel 1410 gli fu affidato l'incarico di imbalsamare il cadavere del papa Alessandro morto con sospetto di veleno: egli procedé all'autopsia, riportando poi, in un'accurata descrizione, come non avesse riscontrato alcun segno sospetto nella salma; curò l'imbalsamazione secondo i principi contenuti nel capitolo De custodia corports mortuz.della sua opera (Tratt. XIII - lib. V).
Morì nel 1423 e fu sepolto nella chiesa bolognese di S. Giacomo Maggiore. Nel 1820 gli fu dedicato un monumento nell'aula di anatomia dello Studio di Bologna.
Bibl.: G. G. Forni, L'insegnamento della chirurgia nello Studio di Bologna..., Bologna 1948, pp. 47-48; A. Sorbelli, Storia dell'Università di Bologna, I, Il Medio Evo, Bologna 1940, pp. 119, 124, 255.