CREVENNA (Bolongaro Crevenna), Pietro Antonio
Nacque a Milano da famiglia civile (è esclusa ogniparentela con entrambi i rami della nobile famiglia dei Crevenna di Biassono e di Barnago), probabilmente agli inizi del quarto decennio del XVII secolo e non, come taluno afferma, nel 1720: fu infatti discepolo del dotto gesuita Guido Ferrari, nato nel 1717. A Milano compì i suoi studi presso il ginnasio gesuitico di Brera: in questo ambiente, nel contatto con i grandi modelli della classicità tradizionalmente proposto dalle scuole della Compagnia, maturarono le sue predilezioni letterarie e sorse in lui vivo amore per la cultura, stimolato - a suo dire - da maestri illuminati. Grata memoria serbò, in particolare, del suo insegnante di retorica, il già ricordato Guido Ferrari.
Dovette buona parte della sua fortuna ad una cospicua eredità, ricevuta dal suocero Giacomo Filippo Bolongaro, il cui cognome aggiunse al proprio. Nella seconda metà del secolo fu mercante ad Amsterdam, impegnato - verosimilmente - in una vasta attività di esportazione ed importazione. Appassionato ed erudito bibliofilo, impiegò ingenti mezzi per raccogliere una biblioteca di eccezionale valore. Giunse a possedere, nel 1789, più di un migliaio di incunaboli, oltre a duecentosessanta manoscritti, molte collezioni celebri - come quelle delle opere ad usum Delphini, delle cinquecentesche "Collane" di traduzioni di autori greci e latini, delle edizioni di classici cum notis variorum - e serie assai ricche o quasi complete di edizioni delle più famose tipografie d'Europa dagli inizi dell'arte della stampa fino ai suoi giorni - quelle dei Manuzio, Giunta, Etienne, Griffi, Plantin-Moret, Elzeviri, Baskerville, Volpi-Comino. Particolare cura il C. pose sempre nella scelta di esemplari belli e senza imperfezioni. Corrisposero con lui e gli procurarono libri: da Milano, G. B. Branca, dottore e poi prefetto della Biblioteca Ambrosiana, il Parini, gli scienziati G. F. Fromond e B. Oriani, il suo antico maestro G. Ferrari da Cremona, il bibliografo monsignor Ferdinando Giandonati, che nel 1771 gli dedicò la propria edizione della Biblioteca italiana di N. F. Haym da Roma, Giuseppe Antonio Monaldini. Di questa biblioteca il C. pubblicò nel 1775 un catalogo, corredato da un ampio e rigoroso apparato di note bibliografiche (Catalogue raisonné de la collection de livres de M. Pierre Antoine Crevenna, négociant à Amsterdam, I-V, 1775-76). Alla redazione del catalogo collaborò l'allora suo bibliotecario Carl'Andrea Oltolina, autore dialettale milanese e già segretario della piccola Accademia letteraria dei Fenici - attiva a Milano negli anni 1735-56 e 1763-69 -, di cui era stato membro lo stesso Crevenna.
Nella prefazione al Catalogue il C., pur affermando di averne tirato pochi esemplari per i soli amici e protestando di non ambire ad una reputazione nella "république des lettres", si mostra in realtà consapevole di offrire con la sua opera un contributo tutt'altro che irrilevante alla scienza bibliografica, un prezioso ausilio per i dotti. Con accenti di illuministica fierezza egli difende perciò la dignità della sua fatica di studioso, "semplice" mercante, da temuti aristocratici sarcasmi: se eguali sono, argomenta, in tutti gli uomini, idee, sensazioni e passioni, "pourquoi seroit-il interdit plutôt à un négociant qu'à tout autre de s'instruire, de scavoir, et d'écrire?" (p. V). Il C. tesse poi l'elogio dei buoni libri, ed ha parole assai dure per il cattivo gusto letterario dei giovani del suo tempo, nutriti di frivoli "romans" e di "historiettes" ancor più ne stigmatizza le simpatie per gli "empi" philosophes, maestri di ateismo e di immoralità (pp. VI-VIII).
Le note che il Catalogue riserva ad ogni edizione di qualche rilievo testimoniano di un puntuale e serrato confronto critico del C. con le grandi bibliografie dell'epoca: dagli Annales Typographici di M. Maittaire, di cui egli considera necessario complemento l'opera di P. A. Orlandi sull'Origine e progressi della stampa, alla Bibliographie instructive di G. F. Debure il giovane, con cui spesso dissente, ma che è suo punto di riferimento essenziale, alla Bibliothèque curieuse di D. Clément, sino alla "eccellente" edizione critica dello Zeno della Biblioteca dell'eloquenza italiana di G. Fontanini.
Il primo volume del Catalogue è dedicato alle opere che il C. pone nella "classe" di teologia, una delle sezioni di maggior pregio della sua biblioteca. Degne di nota molte edizioni rare della Bibbia indiverse lingue, ed il gruppo delle opere di riformatori religiosi e di eretici, alcune delle quali - come l'edizione originale del De Trinitatis erroribus - di grande rarità. Nel secondo volume sono indicate opere di filosofia, diritto, scienze e storia naturale - "classe", quest'ultima, che il C. considerava pregevole per la sua completezza. Il terzo ed il quarto sono dedicati alla letteratura, campo privilegiato delle ricerche del C., che aveva inteso raccogliere tutte le migliori edizioni dei classici greci, latini ed italiani e dei principali autori francesi. Nel quinto volume sono catalogate opere di storia e di geografia, nel sesto sono accurati indici generali. Gli ultimi tre volumi recano, inoltre, molte interessanti lettere inedite di illustri italiani del XVI, XVII e XVIII secolo.
Costretto da un grave rovescio finanziario (pare avesse perduto mezzo milione di fiorini), il C. dovette nel 1790 porre all'asta la sua biblioteca, che si era frattanto ulteriormente ampliata. Il nuovo catalogo che di essa pubblicò nel 1789 era principalmente destinato ad illustrarne i pregi agli acquirenti, che accorsero in effetti numerosi da tutta l'Europa (Catalogue des livres de la bibliothèque de M. Pierre Antoine Bolongaro-Crevenna, I-V, Amsterdam 1789). Nella redazione di questo secondo catalogo ebbe una parte molto rilevante il dotto Tommaso De Ocheda, bibliotecario del C. negli anni 1785-89 ed in seguito, sino al 1818, bibliotecario di lord Spencer.
Il C. trattenne presso di sé un certo numero di opere, di cui intendeva servirsi per pubblicare una storia dell'origine e dei progressi della stampa, riccamente illustrata da incisioni riproducenti il frontespizio e l'ultima pagina di molte edizioni di valore ma l'opera non vide mai la luce.
Il C. morì a Roma, l'8 ott. 1792, durante un viaggio in Italia.
Poco tempo dopo, fu venduto quanto era rimasto della sua biblioteca anche per quest'ultima vendita fu dato alle stampe un catalogo (Catalogue de la bibliothèque de feu M. Pierre Antoine Crevenna, Amsterdam 1793).
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Milano, Autografi, cart. 115 (lettera del C. a B. Oriani, Amsterdam, 15 luglio 1783) Biblioteca italiana... già compilata da N. F. Haym, a cura di F. Giandonati, Milano 1771, I, dedica al C. G. A. Monaldini, Specimen historicum tipographiae Romanae, Romae 1778, "Inscriptio in P. A. Crevennam" Biogr. univ. antica e mod., XII, Venezia 1823, p. 143 G. Montani, Antologia. Giornale di scienze, lettere ed arti, s. 2, II (1831), pp. 147-156 (necrol. di T. De Ocheda) E. De Tipaldo, Biogr. degli Ital. illustri, IV, Venezia 1837, pp. 322-25 (s. v. De Ocheda, Tommaso) VIII, ibid. 1841, pp. 269-72 (s. v. Ocheda, Tommaso) Diz. biogr. univ., II, Firenze 1842, p. 247 G. B. Corniani, I secoli della letter. ital. con agg. di C. Ugoni e S. Ticozzi e continuati da F. Predari, VII, Torino 1855, pp. 59-62 Biogr. univ., IX, Paris 1855, pp. 486 s. C. v. Wurzbach, Biograph. Lexikon... Österreich. III, pp. 27 s. J.C. Brunet, Manuel du libraire, I, col. 424 Nouvelle Biographie générale, XII, Paris 1866, coll. 460-61 F. Cusani, Storia di Milano, VII, Milano 1884, p. 224 Encicl. ital., XI, p. 893.